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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XJun
radiotrescienza, 1 giugno 2016, ore 11.30, Al microfono Marco Motta
Li chiamavano “bimbi in bolla”. Il loro sistema immunitario era talmente compromesso da costringerli a vivere completamente isolati dal mondo esterno. Dopo vent’anni di ricerca, oggi questa malattia può essere trattata efficacemente grazie alla terapia genica. Ne parliamo con Maria Pia Cicalese, medico e ricercatore dell’Unità di immunoematologia pediatrica dell’Ospedale San Raffaele di Milano.
Per un’altra grave malattia genetica, la corea di Huntington, una terapia genica ancora non esiste, ma è una delle vie battute dalla ricerca. Oggi si aprono gli Huntington days: ne parliamo con Elena Cattaneo, direttrice del laboratorio di biologia delle cellule staminali e farmacologia delle malattie neurodegenerative all’università di Milano.
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May
le scienze.it 31/5/2016
La stragrande maggioranza delle cellule del corpo deriva da un numero assai ridotto delle poche migliaia di cellule embrionali formatesi nelle primissime fasi dello sviluppo embrionale. È la conclusione a cui è giunto un gruppo di ricercatori dell’Università di Washington a Seattle e della Harvard University grazie a un nuovo metodo di marcatura delle cellule embrionali chiamato GESTALT (Genome Editing of Synthetic Target Arrays for Lineage Tracing), che è illustrato in un articolo pubblicato su “Science”. … http://science.sciencemag.org/content/early/2016/05/25/science.aaf7907
http://www.lescienze.it/news/2016/05/31/news/origine_linee_cellulari_corpo_embrione_crispr_gestalt-3107445/
May

L’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” aderisce alla Settimana Europea per lo Sviluppo Sostenibile. A partire dal 30 Maggio “Tor Vergata” avvierà un piano di public engagement, anche grazie ad una campagna di comunicazione mirata sui canali social di […]
la stampa.it – 30/5/2016, salute, n. panciera
… Lo spiegano dalle pagine della rivista Plos Biology i ricercatori dell’Achucarro Basque Center for Neuroscience in Spagna che hanno visto come negli epilettici le cellule che pattugliano il cervello alla ricerca di oggetti da rimuovere, le cosiddette microglia (dal greco clèa, «colla»), non riconoscono più i neuroni morti. Non rispondendo più al danno neurale, questa popolazione di cellule immunitarie consentono un progressivo accumulo di detriti cellulari che darebbe origine ad uno stato infiammatorio, causa di un ulteriore danno cerebrale. [...] Proprio per la delicata funzione che svolgono, le cellule della microglia sono oggetto di grande attenzione da parte degli scienziati, che credono possano costituire un bersaglio per strategie terapeutiche interamente nuove tanto per il cervello che per altri organi.( http://journals.plos.org/plosbiology/article?id=10.1371%2Fjournal.pbio.1002466)
Da alcuni annoverate tra le cause di perdita neurale nell’Alzheimer, osservata proprio in concomitanza con l’arrivo in loco delle microglia, queste cellule proteggerebbero invece il cervello contro l’Alzheimer, costituendo un barriera contro l’accumulo delle placche amilodi. Lo sostiene un recente studio della Scuola di Medicina della Yale University e pubblicato sulla prestigiosa rivista Neuron
http://www.cell.com/neuron/fulltext/S0896-6273%2816%2930163-5
http://www.lastampa.it/2016/05/30/scienza/benessere/epilessia-quando-il-cervello-non-riesce-pi-a-spazzare-via-le-sue-scorie-5BZd8kRFQY9rf4gkSJjSoJ/pagina.html
Università di Tor Vergata