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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XMay
le scienze.it 31/5/2016
La stragrande maggioranza delle cellule del corpo deriva da un numero assai ridotto delle poche migliaia di cellule embrionali formatesi nelle primissime fasi dello sviluppo embrionale. È la conclusione a cui è giunto un gruppo di ricercatori dell’Università di Washington a Seattle e della Harvard University grazie a un nuovo metodo di marcatura delle cellule embrionali chiamato GESTALT (Genome Editing of Synthetic Target Arrays for Lineage Tracing), che è illustrato in un articolo pubblicato su “Science”. … http://science.sciencemag.org/content/early/2016/05/25/science.aaf7907
http://www.lescienze.it/news/2016/05/31/news/origine_linee_cellulari_corpo_embrione_crispr_gestalt-3107445/
May

L’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” aderisce alla Settimana Europea per lo Sviluppo Sostenibile. A partire dal 30 Maggio “Tor Vergata” avvierà un piano di public engagement, anche grazie ad una campagna di comunicazione mirata sui canali social di […]
la stampa.it – 30/5/2016, salute, n. panciera
… Lo spiegano dalle pagine della rivista Plos Biology i ricercatori dell’Achucarro Basque Center for Neuroscience in Spagna che hanno visto come negli epilettici le cellule che pattugliano il cervello alla ricerca di oggetti da rimuovere, le cosiddette microglia (dal greco clèa, «colla»), non riconoscono più i neuroni morti. Non rispondendo più al danno neurale, questa popolazione di cellule immunitarie consentono un progressivo accumulo di detriti cellulari che darebbe origine ad uno stato infiammatorio, causa di un ulteriore danno cerebrale. [...] Proprio per la delicata funzione che svolgono, le cellule della microglia sono oggetto di grande attenzione da parte degli scienziati, che credono possano costituire un bersaglio per strategie terapeutiche interamente nuove tanto per il cervello che per altri organi.( http://journals.plos.org/plosbiology/article?id=10.1371%2Fjournal.pbio.1002466)
Da alcuni annoverate tra le cause di perdita neurale nell’Alzheimer, osservata proprio in concomitanza con l’arrivo in loco delle microglia, queste cellule proteggerebbero invece il cervello contro l’Alzheimer, costituendo un barriera contro l’accumulo delle placche amilodi. Lo sostiene un recente studio della Scuola di Medicina della Yale University e pubblicato sulla prestigiosa rivista Neuron
http://www.cell.com/neuron/fulltext/S0896-6273%2816%2930163-5
http://www.lastampa.it/2016/05/30/scienza/benessere/epilessia-quando-il-cervello-non-riesce-pi-a-spazzare-via-le-sue-scorie-5BZd8kRFQY9rf4gkSJjSoJ/pagina.html
le scienze.it – 27/5/2016
A differenza di quanto accade per molte specie ittiche, dagli anni cinquanta a oggi il numero di cefalopodi (che comprendono seppie, calamari, polpi e altri molluschi marini) che popolano i mari di tutto il mondo è in costante crescita. È la conclusione di un’analisi effettuata da ricercatori dell’Università di Bordeaux in collaborazione con diversi enti internazionali e pubblicata su “Current Biology”. [..] . Jacques Jaubert e colleghi sono ora riusciti a dimostrare che questo aumento non è un artefatto legato al progresso nella pesca o alla moda del sushi, ma rispecchia il reale andamento delle popolazioni di questi molluschi, sia di quelle di mare aperto che di quelle che vivono in prossimità delle coste.
http://www.cell.com/current-biology/fulltext/S0960-9822(16)30319-0
http://www.lescienze.it/news/2016/05/26/news/aumento_popolazioni_cefalopodi-3103887/
Università di Tor Vergata