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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
X
le scienze.it – 3/8/2015
Il fractofuso, un organismo primitivo appartenente al gruppo dei rangeomorfi, vissuti fino a circa 565 milioni di anni fa, fu probabilmente la prima forma di vita ad adottare una strategia di riproduzione complessa. È quanto emerge da uno studio condotto da Emily Mitchell e colleghi dell’Università di Cambridge, e descritto sulle pagine della rivista “Nature”. Si tratterebbe di un riproduzione asessuata ma comunque molto efficiente, simile alla propagulazione utilizzata da molte piante moderne [...] http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature14646.html
http://www.lescienze.it/news/2015/08/03/news/fractofuso_primo_organismo_riproduzione_complessa-2715589/
le scienze.it – 3/8/2015
Una proteina nota come vitellogenina riveste un ruolo cruciale nella riproduzione delle api: grazie a essa, questi insetti sono in grado di trasferire alla prole una competenza immunitaria che permette di affrontare le infezioni che potrebbe contrarre dopo la nascita. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori dell’Arizona State University e dell’Università di Helsinki, guidati da Heli Salmela, che firma un articolo sulla rivista “PLOS Pathogens”. … http://journals.plos.org/plospathogens/article?id=10.1371/journal.ppat.1005015
http://www.lescienze.it/news/2015/08/03/news/api_protezione_immunitaria_discendenza-2716113/
la stampa.it – 31/7/2015
L’Oms annuncia i risultati di test efficaci al 100%
… «Il mondo è sul punto di avere un vaccino per Ebola», ha affermato Marie-Paule Kieny, assistente del direttore generale dell’Oms. I risultati preliminari, pubblicati su Lancet, mostrano una protezione completa per gli oltre duemila vaccinati, mentre nel gruppo di controllo, di oltre 3mila persone ci sono stati 16 casi.[...] http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(15)61117-5/fulltext
http://www.lastampa.it/2015/07/31/scienza/c-un-vaccino-per-sconfiggere-ebola-K66jhqympNfsSqnLKQoAWI/pagina.html
panorama.it : http://www.panorama.it/scienza/salute/ebola-il-vaccino-funziona/
Jul
la repubblica.it – 31/7/2015
L’Agenzia spaziale statunitense ci aveva già provato con il progetto Veggie (Vegetable production system) con sei piante di lattuga romana spedite sulla Stazione spaziale internazionale e contenute in kit agricoli per iniziare a farle crescere in assenza di gravità. “La ricerca agronomica – afferma Eugenio Benvenuto, responsabile del laboratorio Biotecnologie dell’Enea – rende oggi possibile coltivare piante in luoghi estremi come la Stazione Spaziale Internazionale, grazie a colture ‘fuori suolo’ o idroponiche, che non hanno bisogno di suolo per crescere, ma solo di acqua e sostanze nutritive”.
Le ricerche, condotte nel centro Enea della Casaccia, nascono nell’ambito del progetto “BioXtreme”, finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana, ed analizzano il potenziale delle piante sia come fonte di elementi antiossidanti che antimicrobici, capaci di rafforzare le difese immunitarie degli astronauti rispetto alle condizioni di vita imposte dalla permanenza nei moduli spaziali, aggravate anche dalla proliferazione di microbi importati dalla Terra. Obiettivo è la costruzione di un “ideotipo” vegetale resistente alle condizioni extraterrestri …
http://www.repubblica.it/scienze/2015/07/31/news/le_piante_utili_per_il_sistema_immunitario_degli_astronauti_in_un_progetto_di_enea_studio-119983544/
Università di Tor Vergata