Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XApr
Il lavoro coordinato dal prof. Michelangelo Campanella è stato pubblicato su Nature Molecular Psychiatry
È stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Molecular Psychiatry un importante studio sulla patogenesi della malattia di Parkinson: The translocator protein (TSPO) is prodromal to mitophagy loss in neurotoxicity.
Il lavoro, coordinato dal Prof. Michelangelo Campanella del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” ed in collabroazione con i centri di Neuroscienza della University of London (King’s College and University College) ha permesso l’identificazione di una proteina che predispone i neuroni alla malattia bloccando il controllo di qualità dei mitocondri operato dall’autofagia.
“Siamo felici dei risultati ottenuti – afferma il Prof. Campanella – e fiduciosi delle prospettive diagnostiche e terapeutiche di questa scoperta. La maggior parte dei casi di Parkinson non sono di natura genetica implicando la presenza di fattori, così detti prodromici, che in seguito a modifiche (siano esse di natura chimica, fisica o emozionale) innescano la degenerazione dei neuroni dopaminergici portando alla patologia. La proteina mitocondriale TSPO è sicuramente uno di questi fattori. Il Parkinson non è una demenza ed il soggetto è quindi conscio del decadimento muscolare che lo affligge: gli sforzi per prevenire la predisposizione neuronale e monitorare con precisione le fasi della malattia deve quindi essere una priorità. Siamo certi che con questo lavoro un nuovo percorso si aprirà. I livelli di TSPO possono essere monitorati attraverso tecniche di diagnostica per immagini, minimamente invasive e siamo già in possesso di agenti chimici in grado di modificane la funzione di TSPO.”
Lo studio è disponibile al seguente link: https://doi.org/10.1038/s41380-021-01050-z
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The Vienna BioCenter PhD Program, a Doctoral school of the University of Vienna and Medical University of Vienna in collaboration with the Gregor Mendel Institute (GMI) and Institute of Molecular Biotechnology (IMBA) of the Austrian Academy of Science, Research Institute of Molecular Pathology (IMP) and the Max Perutz Labs.
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