-
-
-
Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
-
Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
-
Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XApr
la stampa.it – 9/4/2014
La ricerca italiana svela un nuovo possibile impiego del Cearnohabtidis elegans, piccolo verme protagonista di numerosi studi premiati con il Nobel per la Medicina.
Il piccolo organismo invertebrato, storico alleato della scienza, agisce come un “sensore” per riconoscere precocemente le proteine responsabili dell’amiloidosi da catene leggere delle immunoglobuline, malattia cardiaca causata dai tumori del sangue. La ricerca, nata da una collaborazione fra il Dipartimento di biochimica e farmacologia molecolare dell’Irccs Mario Negri di Milano e il Centro per lo studio e la cura delle amiloidosi sistemiche dell’Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, è pubblicata su Blood. Hanno partecipato al progetto anche scienziati delle università di Milano e di Torino. http://www.lastampa.it/2014/04/08/scienza/un-verme-come-sensore-per-i-cuori-malati-rmr4nA3c6gfqtmfpPQ7CmI/pagina.html
le scienze.it – 8/4/2014
La qualità nutrizionale delle colture alimentari rischia di diminuire in seguito all’aumento dei livelli di anidride carbonica via via che si intensifica il cambiamento climatico. In particolare, si può prevedere una riduzione media del tre per cento della disponibilità di proteine di origine vegetale per l’alimentazione umana. A dare per la prima volta una dimostrazione sperimentale sul campo di questo fenomeno – già previsto sulla base dei risultati di esperimenti in laboratorio – è stato un gruppo di ricercatori dell’Università della California a Davis e dell’Arid-Land Agricultural Research Center (USDA) a Maricopa, in Arizona, che firmano un articolo su “Nature Climate Change”.
All’origine di questa riduzione vi è l’inibizione della conversione dei nitrati assorbiti dal terreno in proteine, dovuta all’azione dell’anidride carbonica quando raggiunge elevati livelli di concentrazione nei tessuti delle piante. L’abbassamento medio del contenuto di proteine per frumento, riso, patate e orzo è dell’otto per cento, che – considerato il peso diverso di questi prodotti nella dieta umana – si traduce in una riduzione del tre per cento della disponibilità media di proteine vegetali per il consumo. http://www.lescienze.it/news/2014/04/08/news/riduzione_proteine_raccolti_livelli_co2_aria-2088941/
Apr
7/4/2014 – su la stampa.it il nuovo blog di Vandana Shiva
[...] Il paradigma dominante della silvicoltura è basato sulle monoculture di specie commerciali, e le foreste sono viste come miniere di legname, che producono profitti e reddito. Le donne di Chipko hanno insegnato a me e al mondo che il reddito e i profitti legati al legname non erano i veri prodotti della foresta. I suoi veri prodotti erano il suolo, l’acqua e l’aria pura.Oggi, la scienza si riferisce a questi ultimi come funzioni ecologiche degli ecosistemi. Le donne analfabete del Garhwal in Himalaya, quindi, erano quattro decenni più avanti rispetto agli scienziati di tutto il mondo. Nel 1981, il governo è stato costretto a interrompere lo sfruttamento delle foreste nell’Himalaya centrale.
Durante l’Earth Day, il 22 aprile 2002, sono stata invitata da un gruppo di donne del piccolo borgo di Plachimada, nei pressi di Palghat, in Kerala, per unirmi alla loro lotta contro Coca Cola, che estraeva 1,5 milioni di litri d’acqua al giorno e inquinava quella che rimaneva sul posto. Le donne erano costrette a camminare per 10 km alla ricerca di acqua potabile pulita. [...] Le donne non sono esperte solo nell’economia di sussistenza, lo sono anche nella scienza ecologica.
L’ascesa della scienza maschilista con Cartesio, Newton, Bacon, ha portato al dominio della scienza meccanicistica e riduzionista e al soggiogamento dei sistemi di conoscenza basati sulle interconnessioni e le relazioni. Questi includono tutti quelli degli indigeni, e il sapere delle donne.
L’espressione più violenta della scienza meccanicistica è nella promozione dell’agricoltura industriale, inclusi gli organismi geneticamente modificati (OGM) come soluzione alla fame e alla malnutrizione. L’agricoltura industriale utilizza prodotti chimici sviluppati in origine per le guerre. L’ingegneria genetica è basata sull’idea del gene come molecola “maestra” che dà comandi unidirezionali al resto dell’organismo.
La verità è che i sistemi viventi sono auto-organizzati, interattivi, dinamici. Il genoma è fluido.
Poiché queste problematiche si stanno muovendo sempre più verso il centro della scena in ogni tipo di società, sono le alternative che le donne offrono attraverso la biodiversità e l’agro-ecologia ad offrire soluzioni reali alle crisi alimentare e nutrizionale.
Come ho potuto imparare durante i 30 anni necessari per creare il Movimento Navdanya (http://www.navdanyainternational.it/index.php/news/293-ogm-e-allarme-primavera-transgenica ) , la biodiversità produce più delle monocolture. Le piccole aziende agricole a conduzione familiare basate sulla partecipazione femminile forniscono il 75% del cibo consumato nel mondo. L’agricoltura industriale, invece, ne produce solo il 25%, usando e distruggendo il 75% delle risorse della Terra. http://lastampa.it/2014/04/07/blogs/madre-terra/ecofemminismo-da-anni-in-difesa-della-terra-e-delle-donne-ZTko59FW333Q0odC8GeVkI/pagina.html
Università di Tor Vergata