Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XLa Stampa – 20/09/2013 -Alessio Sciurpa
Sono stati da poco diffusi dall’ISPRA i dati relativi ai danni ambientali relativi alla vicenda Costa Concordia. Tra gli altri il danno quantificato in 3,7 milioni di euro sull’ecosistema marino [...]
Se ci si sposta dal mare alla terraferma, uno dei centri di eccellenza in Italia nell’attività di conservazione della biodiversità, leader riconosciuto a livello internazionale per quanto riguarda la produzione di orchidee autoctone, è il Centro Regionale Flora Autoctona della Lombardia. La struttura, che ha anche finalità conservative per quanto riguarda i semi, persegue da anni l’obiettivo di instaurare nel territorio lombardo valide sinergie tra ricerca, floricoltura ed agricoltura, promuovendo l’utilizzo di piante native. Tra i progetti attivi, c’è la costituzione di una filiera corta che parta dalla raccolta del germoplasma a cura del CFA, e prosegua attraverso la produzione in vaso di piante, coinvolgendo i florovivaisti lombardi. I vegetali vengono venduti per il recupero e la compensazione ambientale, la rinaturalizzazione, la riqualificazione floristica.
Per rendere riconoscibile e garantire il prodotto, tutta la filiera beneficia del marchio registrato “Flora Autoctona”, della certificazione di autoctonia rilasciata dal CFA (etichetta UNI EN ISO 14020) e ove necessario della certificazione internazionale CITES.
L’utilizzo di specie autoctone, in contrapposizione alle alloctone arrivate sul territorio a causa dell’azione antropica diretta o indiretta, è importante sotto diversi punti di vista, spesso poco noti e trascurati. “Innanzitutto queste specie ben si adattano alle condizioni ecologiche locali, richiedendo banalmente meno fertilizzanti o acqua, resistendo all’erosione e alle fluttuazioni meteo-climatiche”, spiega Mauro Villa, direttore del centro. “Questo è associato alla loro capacità di formare comunità ecologicamente in equilibrio, in cui anche la fauna selvatica può trovare cibo, riparo e così via. Inoltre, solitamente le piante autoctone non sono nocive per la salute dell’uomo, e hanno un basso impatto su manufatti e infrastrutture. Infine, contribuiscono alla tutela della biodiversità, non solo dal punto di vista naturalistico, ma anche in relazione a tradizioni culturali e patrimonio storico-etnografico dei luoghi in cui viviamo”.
Sep
Sono indette le elezioni per la nomina di 4 rappresentanti degli studenti nella Commissione Paritetica del Dipartimento di Biologia (art. 2 comma 6 e art. 10 comma 3 lett. b) del Regolamento delle Strutture Didattiche e di Ricerca). Le operazioni […]
Sep
Sono indette le elezioni per i rappresentanti sei Docenti nella Commissione Paritetica del Dipartimento di Biologia per gli Anni Accademici 2013/2014 e 2014/2015 in prima tornata per il giorno 17 Ottobre 2013 dalle ore 10.00 alle ore 14.00 e, in […]
Perdite di rete in media superiori al 35% (ma si arriva anche la 70%), rete fognaria che ancora non serve il 15% degli italiani, depuratori malgestiti, inadeguati o addirittura inesistenti per un italiano su tre, acqua che esce a singhiozzo dai rubinetti, soprattutto a sud, circa il 35% dei corpi idrici di superficie che non raggiunge gli standard di qualità ambientale. Proprio per individuare gli obiettivi concreti per tracciare la rotta corretta per proteggere questa risorsa, l’Assemblea Nazionale Acque, che si è svolta in preparazione degli Stati Generali della Green Economy 2013, ha lanciato quattro proposte che partono da questo quadro generale: in Italia sono disponibili 52 miliardi di m3 di acqua (circa l’80% effettivamente utilizzata) e di questa il 50% è utilizzata in agricoltura, il 15-20% per uso domestico, il 30-35% per uso energetico/industriale.
Università di Tor Vergata