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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XMay
oggiscienza.it, 7/5/2018, c. da rold
… Attualmente sono circa trenta le malattie correlate con i depositi di proteina amiloide, ma purtroppo hanno in comune un unico aspetto: tutte presentano un decorso progressivo e per nessuna di loro esiste una terapia davvero risolutiva.
[...] un team internazionale coordinato dal Prof. Stefano Ricagno dell’Università Statale di Milano e pubblicato su Nature Communications, chiarisce per la prima volta le basi molecolari che scatenano la tossicità di queste proteine in soggetti prima sani, ovvero gli effetti di una mutazione genetica sulla proteina, spiegandone poi la tendenza a formare questi aggregati amiloidi tossici.
Fra le trenta malattie in cui è coinvolta l’amiloidosi lo studio si è focalizzato su una in particolare, un tipo di Amiloidosi sistemica ereditaria, che era stata caratterizzata all’interno di un precedente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine dallo stesso team nel 2012. [...] In particolare i ricercatori si sono concentrati sull’individuazione delle caratteristiche biochimiche e biofisiche peculiari del mutante tossico rispetto alla proteina presente in persone sane. Le due varianti proteiche sono state studiate usando cristallografia a raggi X, risonanza magnetica nucleare e simulazioni di dinamica molecolare.
“Un ulteriore aspetto importante da sottolineare – continua Ricagno – è che in aggiunta alla validità dei risultati dello studio stesso, abbiamo anche messo in atto un innovativo protocollo di lavoro, basato appunto sulla commistione di tecniche di cristallografia, di risonanza magnetica nucleare ecc, che potrebbe rivelarsi utile anche per studiare altre malattie dovute all’amiloidosi. …
https://oggiscienza.it/2018/05/07/amiloidosi-proteine-tossiche/
https://www.nature.com/articles/s41467-018-04078-y.pdf
https://www.nejm.org/doi/10.1056/NEJMoa1201356?url_ver=Z39.88-2003&rfr_id=ori%3Arid%3Acrossref.org&rfr_dat=cr_pub%3Dwww.ncbi.nlm.nih.gov&
May
le scienze.it, 7/5/2018
Eliminando tre geni alla volta, gli scienziati hanno accuratamente ricostruito la rete di interazioni geniche che mantiene in vita una cellula.
I ricercatori avevano identificato già da tempo i geni essenziali senza i quali le cellule di lievito non possono vivere, ma un nuovo lavoro, apparso su “Science”, dimostra che considerare solo quei geni dà un quadro distorto di ciò che fa funzionare le cellule: molti geni che di per sé non sono essenziali, lo diventano quando ne scompaiono altri. Il risultato implica che il numero minimo reale di geni di cui i lieviti (e forse, per estensione, altri organismi complessi) hanno bisogno per sopravvivere e prosperare può essere sorprendentemente grande. [...]
Nell’articolo pubblicato su “Science”, Kuzmin, Boone, Andrews e i loro collaboratori all’Università di Toronto, all’Università del Minnesota e altrove riferiscono che il lavoro ha prodotto una mappa più approfondita e dettagliata del funzionamento interno della cellula. … http://www.lescienze.it/news/2018/05/05/news/numero_minimo_geni_cellula_lievito-3965621/
http://science.sciencemag.org/content/360/6386/eaao1729
(L’originale di questo articolo è stato pubblicato il 7 marzo 2018 da QuantaMagazine.org, una pubblicazione editoriale indipendente online promossa dalla Fondazione Simons per migliorare la comprensione pubblica della scienza. Traduzione ed editing a cura di Le Scienze…)
Apr
le scienze.it – 27/4/2018
Potrebbe aprire nuove prospettive terapeutiche per molte patologie, compresi i tumori, e garantire una migliore comprensione dei processi d’invecchiamento il risultato pubblicato su “Nature” da Thi Hoang Duong Nguyen e colleghi dell’Università della California a Berkeley. Il loro studio ha infatti svelato, con un dettaglio senza precedenti, la struttura della telomerasi umana, un enzima fondamentale per il corretto svolgimento dei processi di duplicazione del DNA. … http://www.lescienze.it/news/2018/04/26/news/struttura_telomerasi_umana_svelata-3956515/
https://www.nature.com/articles/s41586-018-0062-x
Apr
le scienze.it – 24/4/2018
Il progetto Earth BioGenome si propone di effettuare il sequenziamento genetico di tutti gli organismi del pianeta, a eccezione di batteri e archea. Essenziale per la conservazione della biodiversità, avrà un costo di 4,7 miliardi di dollari, ma le ricadute economiche potranno essere molto superiori, come ha dimostrato il Progetto genoma umano
… un articolo pubblicato sui “Proceedings of tne National Academy” dai 24 scienziati internazionali che ne sono i coordinatori. [...] “Gli scienziati credono che entro la fine del secolo più della metà di tutte le specie scomparirà dalla faccia della Terra, e con conseguenze per la vita umana che sono sconosciute, ma potenzialmente catastrofiche”, a meno che non si trovino modi per arginare il fenomeno, ha detto Harris A. Lewin, dell’Università della California a Davis e primo firmatario del rapporto [...]
Il gruppo ritiene che il progetto Earth BioGenome avrà ricadute decisive per lo sviluppo di nuovi farmaci contro le malattie infettive ed ereditarie e per creare nuovi combustibili biologici sintetici, biomateriali e fonti alimentari per la popolazione umana, che entro il 2050 dovrebbe arrivare a 9,6 miliardi di persone.
I dati genomici ottenuti costituiranno una risorsa liberamente disponibile per tutti i ricercatori e i benefici che ne deriveranno – sottolineano infine i coordinatori del progetto – saranno condivisi con i paesi e le comunità indigene da cui proviene la biodiversità. http://www.lescienze.it/news/2018/04/24/news/sequenziare_dna_tutti_eucarioti_earth_biogenome-3951554/
http://www.pnas.org/content/115/17/4325
Università di Tor Vergata