-
-
-
Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
-
Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
-
Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XOct
le scienze.it, 25/10/2017
Una volta attivati, i linfociti T – un caposaldo del sistema immunitario – determinano un’alterazione del metabolismo generale, che a sua volta porta a cambiamenti nel comportamento. La scoperta è di un gruppo di ricercatori del RIKEN Yokohama Institute, in Giappone, che firmano un articolo su “Nature Immunology”.
Quando le cellule T vengono attivate, il loro metabolismo cambia per far fronte al maggiore fabbisogno energetico necessario sostenerne l’azione, ma non si sapeva se questo avesse ripercussioni sul metabolismo generale dell’organismo.
In una serie di esperimenti su topi, Michio Miyajima, Sidonia Fagarasan e colleghi hanno trovato che i livelli di amminoacidi che circolano nel sangue si abbassano perché queste molecole – che servono alla produzione delle proteine – si accumulano nelle cellule T presenti nei linfonodi. In particolare, la diminuzione sistemica degli amminoacidi fa sì che al cervello arrivino quantità ridotte di triptofano e tirosina, limitando la produzione dei neurotrasmettitori serotonina e dopamina. … http://www.lescienze.it/news/2017/10/25/news/attivazione_linfociti_t_cambiamento_comportamenti-3724184/
https://www.nature.com/articles/ni.3867
13:33 (ANSA) – MILANO – Le differenze tra maschi e femmine si possono ‘contare’ nel cervello. Lo ha fatto il primo censimento dei neuroni, realizzato nei topi, svelando che sebbene il cervello femminile sia generalmente più piccolo di quello maschile, presenta in realtà molti più neuroni nelle aree profonde e ancestrali legate ai comportamenti sociali, risultando più intuitivo e sottile nelle percezioni, oltre che capace di reazioni emozionali più variegate. Le parti si invertono solo in materia di sesso, visto che i maschi presentano un numero maggiore di neuroni nella regione primitiva che regola l’eiaculazione. A ‘pesare’ queste differenze sono stati i neuroscienziati del Cold Spring Harbor Laboratory, negli Stati Uniti, grazie ad una tecnologia chiamata ‘qBrain’ basata su una piattaforma automatizzata che potrà essere usata per fare simili analisi anche in altri mammiferi, incluso l’uomo, valutando le differenze che distinguono un cervello sano da uno malato, per esempio in caso di Alzheimer, autismo o schizofrenia.
scienzain rete.it – 20/10/2017 l. mosca
L’analisi di oltre 1.000 modelli murini del cancro ne ha messo in discussione la capacità di predire la risposta dei pazienti alla terapia. È ciò che emerge da uno studio, recentemente pubblicato sulla rivista Nature Genetics, che ha osservato e catalogato le modificazioni genetiche che si verificano nei tumori umani dopo l’innesto nel topo ospite. Nello specifico i ricercatori hanno studiato modelli murini chiamati “xenotrapianti derivati dal paziente” (PDX) che vengono utilizzati sia nella ricerca di base per lo studio del tumore, sia come “avatar” dei singoli pazienti, cioè come modelli personalizzati per ricreare nell’animale le stesse condizioni patologiche presenti nell’individuo malato. … https://www.scienzainrete.it/articolo/topi-avatar-di-tumori-umani-che-punto-siamo/laura-mosca/2017-10-20
https://academic.oup.com/annonc/article-abstract/28/10/2595/4096768/Patient-derived-xenografts-effectively-capture?redirectedFrom=fulltext
https://www.nature.com/ng/journal/vaop/ncurrent/full/ng.3967.html
oggiscienza.it, 23/10/2017 s. mohammad
… una ricerca pubblicata su Nature Communications, [...] il semplice prelievo di un campione di cellule della vagina potrebbe in futuro essere utile nella diagnosi di mioma all’utero e di altre anomalie che compromettono la fertilità.
Chen Chen, che firma per prima l’articolo, e i colleghi cinesi, in collaborazione con ricercatori norvegesi e danesi, hanno raccolto i campioni cellulari di un centinaio di donne in età fertile con patologie dell’apparato riproduttivo la cui origine, almeno finora, non è riconducibile a cause di natura batterica. Per includere nell’analisi tutti i differenti microhabitat, i campioni provenivano da sei diversi punti del tratto riproduttivo, tra cui vagina, utero e tube di Falloppio …
https://oggiscienza.it/2017/10/23/microbiota-apparato-riproduttivo-femminile/
https://www.nature.com/articles/s41467-017-00901-0.pdf
Università di Tor Vergata