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300x169147827035695623andMe   radiotrescienza,in onda lunedì  7/11/2016 - ore 11.30: http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/Programmi/Page-34dde362-abfb-40ab-9828-ecd6f9f044a0.html?set=ContentSet-b816a3c7-bb0a-4016-94e5-b3c9ad9b3e2f&type=A Ormai basta poco. Qualche decina di euro e il kit per leggere il DNA vi arriva a casa. A pochi anni dalle prime commercializzazioni, che cosa ci ha insegnato l’accesso diretto all’analisi del genoma? E abbiamo davvero bisogno di queste informazioni? Ne parliamo con Giuseppe Remuzzi, medico chirurgo, coordinatore delle attività di ricerca dell’Istituto Mario Negri di Bergamo e autore di Siamo geni (Sperling & Kupfer, 2016) e con Chiara Lalli, bioeticista e giornalista. Al microfono Rossella Panarese
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images le scienze 4/11/2016 ... Un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Science” dai ricercatori del Wellcome Trust Sanger Institute e del Los Alamos National Laboratory, La correlazione è risultata ancora una volta molto chiara, con una proporzionalità diretta tra numero di sigarette fumate nella vita e rischio di tumore. [...] gli autori hanno stimato che fumare un pacchetto di sigarette al giorno causa in un anno circa 150 mutazioni nelle cellule polmonari, il che spiega l'aumento del rischio di sviluppare neoplasie all'apparato respiratorio. I danni però non si limitano ai polmoni: lo studio ha stimato che, con un pacchetto di sigarette al giorno, le mutazioni che si sviluppano nell'arco di un anno in ogni cellula sono 97 nel caso della laringe, 39 della faringe, 23 della bocca, 18 della vescica e 6 del fegato. “Prima di ora, esisteva una vasta letteratura epidemiologica sulla stretta correlazione tra fumo di sigaretta e tumori, ma ora possiamo osservare e quantificare i cambiamenti molecolari che avvengono nel DNA per effetto del tabacco”, ha sottolineato Ludmil Alexandrov, primo autore dello studio. ... http://science.sciencemag.org/content/354/6312/618 http://www.lescienze.it/news/2016/11/04/news/fumo_sigaretta_mutazioni_dna_tumori-3297701/
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le scienze.it, 3/11/2016 Quale fu la molecola primordiale complessa che diede origine alle prime forme di vita? Un'ipotesi condivisa da molti studiosi è che si trattasse dell'acido ribonucleico, o RNA. Un nuovo articolo pubblicato sulla rivista “ACS Central Science” da Jack Szostak e colleghi del Massachusetts General Hospital Boston aggiunge importanti informazioni sulla capacità dell'RNA di autoreplicarsi. [...] Szostak e colleghi hanno cercato di scoprirlo studiandol'interazione tra brevi catene di RNA e analoghi di nucleotidi liberi, con una classica tecnica di cristallografia - la stessa utilizzata nel 1953 da Watson e Crick per scoprire la struttura a doppia elica del DNA - che permette di ricostruire le strutture microscopiche di molecole o reticoli cristallini, studiando la diffrazione che producono su una radiazione X che incide su di esse. ...  http://pubs.acs.org/doi/full/10.1021/acscentsci.6b00278 http://www.lescienze.it/news/2016/11/03/news/rna_autoreplicazione_origine_vita-3296181/ 171522169-2e6cbd81-d214-49e5-a4cc-96b307378fe2         (Rappresentazione grafica dei risultati dello studio: una breve sequenza di RNA è in grado di legarsi ad analoghi nucleotidici in tre diversi modi [Credit: American Chemical Society])
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004925794-792b0292-3c4b-403c-9691-0f55e9d18424 le scienze, 31/10/2016 Neuroni embrionali trapiantati in cervelli di topi adulti possono aiutare a ricostruire circuiti cerebrali danneggiati e a recuperare la funzionalità neuronale. È questo il risultato illustrato in un articolo pubblicato sulla rivista “Nature” da Mark Hübener del Max-Planck-Institut per la Neurobiologia a Martinsried, in Germania, e colleghi di diversi istituti di ricerca tedeschi. [...] Magdalena Götz, Mark Hübener e colleghi hanno utilizzato sofisticate tecniche di imaging cerebrale per seguire in alcuni topi adulti lo sviluppo di neuroni embrionali trapiantati in una porzione danneggiata della corteccia visiva – la regione cerebrale che elabora le informazioni che provengono dagli occhi. Le cellule trapiantate hanno subito iniziato a sviluppare proiezioni e nell'arco di quattro settimane sono risultate molto simili alle cellule neuronali adulte del resto della corteccia visiva. Dopo 2-3 mesi, i neuroni trapiantati erano pienamente integrati, con proprietà anatomiche e funzionali indistinguibili dalle quelle delle cellule corticali mancanti. Un aspetto particolarmente importante è che le cellule trapiantate hanno stabilito connessioni con le cellule ospiti, ed erano in grado di ricevere segnali elettrici da altre parti del cervello, rispondendo agli stimoli visivi. http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature20113.html http://www.lescienze.it/news/2016/10/31/news/riparazione_cervello_neuroni_embrionali_trapiantati-3291939/