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pioppo_tremulo       corriere.it - 22/4/2014, m. spampani Anche la carta sarà Ogm? Probabilmente sì. Non è dato ancora sapere se e quando, ma quello che è certo è che le ricerche in proposito sono avviate e già si vedono i primi risultati. Si stanno infatti progettando alberi geneticamente modificati più adatti a produrre la carta, nei quali cioè la quantità di lignina, che è un impedimento nel processo di produzione, sia inferiore e più «malleabile», in modo che la carta sia prodotta in modo più facile, economicamente vantaggioso e con minor inquinamento ambientale durante il processo di lavorazione. I risultati più recenti sono stati ottenuti da uno studio condotto in collaborazione tra ricercatori delle Università della British Columbia, di Wisconsin-Madison e del Michigan, pubblicati sulla rivista Science: https://www.sciencemag.org/content/344/6179/90.abstract [...] Gli oppositori però obiettano che i pollini Ogm possono diffondersi e infestare le foreste naturali. [...] Da qui l’esigenza di interrogarsi sugli aspetti della biosicurezza, cioè di comprendere gli effetti ambientali derivanti dall’utilizzo di queste piante, stabilendo specifiche pratiche a tutela dell’ambiente. Tra gli obiettivi del progetto rientra la messa a punto di un database degli alberi Ogm esistenti in ambito Ue ed extra-Ue e, per la prima volta, sono state riunite le informazioni su caratteristiche e luogo di coltivazione di oltre 200 tipologie di piante.  http://www.corriere.it/scienze/14_aprile_22/alberi-geneticamente-modificati-rischio-carta-ogm-7255425e-ca3d-11e3-8cc9-41ed99739e20.shtml
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la repubblica.it - 22/4/2014, a. d'amico Al simposio di Londra l'interrogativo dominante è sul dilemma dei costi e della sostenibilità dei sistemi sanitari. Finanziare globalmente la terapia antiepatite prosciugherebbe i fondi destinati ad altre patologie. La questione dell'accessibilità tra Regioni e in Europa per limitare i viaggi della speranza ... l'International Liver congress di Londra della scorsa settimana. [...] La svolta quest'anno quando diventa disponibile negli Usa il sofosbuvir, il primo farmaco della nuova generazione e qui a Londra sono illustrati i risultati dei nuovi farmaci simili. Guariscono il 96-100% dei casi a seconda del ceppo virale ...  http://www.repubblica.it/salute/medicina/2014/04/22/news/epatite_c_arriva_la_cura-84193205/?ref=HRLV-23
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Quinoa   la stampa.it - tuttogreen, 19/4/2014, f. di todaro l’allarme che studiosi e ambientalisti hanno lanciato in uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America ( Increasing homogeneity in global food supplies and the implications for food security - http://www.pnas.org/content/early/2014/02/26/1313490111 ).  In un mercato unico in cui prevalgono alimenti ad alta densità energetica, abbondanti in proteine e grassi, le colture si stanno progressivamente omogeneizzando e molti Paesi stanno perdendo le loro identità.    Grano, riso e soia: queste le poche specie su cui l’umanità fa sempre più affidamento, seguite dalle coltivazioni di piante ad alto contenuto energetico: come le palme da olio e i girasoli, i cui derivati risultano utilizzati massicciamente a livello industriale. Sempre meno di frequente, invece, capita di imbattersi in campi di sorgo, miglio e segale: per citare gli esempi più eclatanti di alimenti meno diffusi alle nostre latitudini, fino a pochi anni fa considerati però un must tra le popolazioni africane. Questo cambiamento di abitudini sta generando gravi conseguenze per i terreni: impoveriti dall’assenza di rotazione e dallo sfruttamento intensivo e industriale. Un problema non di poco conto anche per le piante: in caso di infestazioni alle colture principali, le alternative diverrebbero davvero contate. Dalla ricerca, condotta dai ricercatori dell’International Center for Tropical Agriculture, è emerso come l’omologazione delle diete in corso da almeno cinquant’anni stia avendo conseguenze negative anche sulla nutrizione e la sicurezza globale dei prodotti alimentari. L’uniformazione alla dieta occidentale in corso in molti Paesi dell’Africa e dell’Asia sta infatti favorendo l’aumento delle malattie del benessere - dall’ipertensione al diabete, fino alla sindrome metabolica -, legate ai consumi eccessivi di cibi altamente lavorati... http://www.lastampa.it/2014/04/19/scienza/ambiente/inchiesta/effetto-globalizzazione-mangiamo-tutti-gli-stessi-cibi-5t2J5IOaeY6GYqLtEhhuaL/pagina.html  
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carocci 2014 (2)   in libreria:   Sei milioni di anni fa la linea evolutiva dell’umanità si è divisa da quella che ha portato agli scimpanzé. Gli autori ripercorrono le tappe del processo che ci ha resi ciò che siamo illustrando il nostro albero evolutivo attraverso i resti fossili delle forme che si sono succedute ed esponendo i risultati delle ricerche sul DNA mitocondriale e nucleare. Ci svelano, così, l’origine recente e africana dell’uomo moderno, l’appartenenza a specie diverse dell’umanità attuale e dei neandertaliani, l’assenza delle razze nella nostra specie e l’origine evoluzionistica della morale.