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la stampa 12/10/2017 - tuttoscienze, a.mondo È stata una caccia durata molti anni che ha portato a identificare un nuovo recettore della proteina NoGo-A, noto regolatore di tutte le forme di plasticità nel sistema nervoso centrale: in pratica, la capacità del cervello di adattarsi e ripararsi in seguito a un danno. La ricerca, pubblicata sulla prestigiosa rivista Developmental Cell, è stata coordinata dall’équipe di Martin Schwab del Brain Research Institute-Università di Zurigo in collaborazione con il gruppo di ricerca della prof.ssa Annalisa Buffo del NICO-Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi (con sede a Orbassano, presso il comprensorio dell’Ospedale San Luigi Gonzaga) e Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino, che studia le forme di plasticità cerebrale ormai da 20 anni. ... http://www.lastampa.it/2017/10/12/cronaca/scoperto-un-nuovo-interruttore-della-proteina-che-regola-la-capacit-del-cervello-di-ripararsi-evxjM1AIeOVrQ4JjDdkYoJ/pagina.html http://www.cell.com/developmental-cell/fulltext/S1534-5807(17)30674-3
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Wired, 12/10/2017, s. valesini Uno studio sul Bmj punta il dito sui meccanismi di approvazione dei nuovi antitumorali: per quasi metà mancherebbero prove di una reale efficacia sulla sopravvivenza o la qualità di vita dei pazienti [...] Le nuove molecole in questione sono 48, approvate con 68 indicazioni terapeutiche. Solo 18 di queste 68 richieste di autorizzazione sono state presentate con a supporto studi che avevano indagato la sopravvivenza generale dei pazienti, e solo 35 avevano informazioni sulla qualità di vita. [...] a Wired Silvio Garattini, fondatore e direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri. “I dati che emergono dallo studio mi sembrano rappresentativi della situazione attuale – commenta Garattini – abbiamo approvato con troppa fretta troppi nuovi farmaci, e per molti di questi ci troviamo a non conoscere bene l’efficacia, [...] Un parere più ottimista è invece quello di Alberto Sobrero, direttore dell’Oncologia medica 1 dell’ospedale policlinico San Martino di Genova [...] “Se nell’81 abbiamo avuto una tappa fondamentale con lo sviluppo della prima chemioterapia, e nel ‘98 la seconda grande rivoluzione con l’arrivo dei farmaci biologici, possiamo dire che il 2016 è stato l’anno della terza rivoluzione: l’immunoterapia”. ... https://www.wired.it/scienza/medicina/2017/10/12/tumori-quanti-farmaci-funzionano-realmente/ http://www.bmj.com/content/359/bmj.j4530
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la stampa.it - 9/10/2017 v. sabadin ... Un gruppo di scienziati che partecipavano negli Stati Uniti a un congresso dell’American Society for Microbiology ha lanciato un allarme che i governi e i responsabili dei sistemi sanitari nazionali non dovrebbero sottovalutare. Un batterio contenente un gene chiamato Mcr-1 si sta diffondendo nel mondo a una velocità impensabile: scoperto 18 mesi fa, è già presente nel 25% dei pazienti ricoverati in ospedale in alcune aree della Cina, ed è stato individuato anche negli Stati Uniti e in altri 20 paesi. L’Mcr-1 è resistente alla Colistina, l’antibiotico che era rimasta l’unica arma a disposizione dei medici dopo che la diffusione globale di batteri multi-resistenti sta rendendo inutili gran parte degli antibiotici normalmente in uso Il governo britannico, le Nazioni Unite, il Wellcome Trust e i governi di altri paesi hanno organizzato questa settimana a Berlino una conferenza per discutere del problema e spingere le case farmaceutiche ad accelerare la ricerca in modo da trovare presto una soluzione. [...] Il governo britannico, le Nazioni Unite, il Wellcome Trust e i governi di altri paesi hanno organizzato questa settimana a Berlino una conferenza per discutere del problema e spingere le case farmaceutiche ad accelerare la ricerca in modo da trovare presto una soluzione. [...] http://www.lastampa.it/2017/10/09/italia/cronache/il-batterio-che-spaventa-gli-scienziati-super-resistente-agli-antibiotici-xWDgdoZO2POf7uixfZgHzH/pagina.html
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103834748-d3e9f3bc-d71b-475a-a38c-5f8b985075bf la scienze.it - 9/10/2017 Nel 75 per cento dei campioni di miele prelevati in tutto il mondo da un gruppo di ricercatori sono state trovate tracce di pesticidi neonicotinoidi che, pur essendo nella quasi totalità dei casi ben al di sotto delle soglie di sicurezza per la tollerabilità umana stabilite dall'Unione Europea, destano preoccupazioni per la salute delle popolazioni di insetti impollinatori. A stabilirlo è una ricerca di biologi, tossicologi e chimici dell'Università di Neuchâtel, in Svizzera, che firmano un articolo pubblicato su "Science". Nei 198 campioni complessivi la frequenza di contaminazione è risultata più elevata in quelli provenienti da Nord America (86 per cento), Asia (80 per cento) ed Europa (79 per cento), e più bassa in quelli originari del Sud America (57 per cento). Inoltre il 30 per cento dei campioni esaminati conteneva un singolo neonicotinoide, il 45 per cento ne conteneva due o più, e il 10 per cento addirittura quattro o cinque. E nel 34 per cento dei campioni di miele sono state rilevate concentrazioni di neonicotinoidi dannose per le api. [...] I mieli campionati sono stati collezionati tra il 2012 e il 2016, e gran parte di quelli provenienti dall'Unione Europea sono stati prelevati prima che l'uso di neonicotinoidi sulle colture visitate dalle api venisse vietato. Per questo saranno necessarie ulteriori indagini sui mieli prodotti dopo il 2014 per valutare l'effetto dei percorsi di esposizione secondari, come per esempio il passaggio dei residui di neonicotinoidi da un terreno su cui erano stati usati ai fiori selvatici adiacenti, o a una nuova coltivazione frequentata dalle api. ... http://science.sciencemag.org/content/358/6359/109 http://www.lescienze.it/news/2017/10/09/news/miele_concentrazione_pesticidi_neonicotenoidi_api-3697955/