Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
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la stampa.it – 26/11/2016 – tuttoscienze, f. di todaro
la ricostruzione della struttura tridimensionale del genoma umano, realizzata da cinque ricercatori, tra cui due della Sissa, la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati di Trieste: Marco Di Stefano e Cristian Micheletti.
La scoperta è considerata cruciale, «poiché la forma dei cromosomi può avere un’influenza decisiva sul loro funzionamento ed è fondamentale conoscerla», spiega Micheletti, che con il suo gruppo studia la cinetica di biomolecole quali gli acidi nucleici e gli enzimi. La forma del filo di Dna che rappresenta il «codice della vita», in effetti, può essere molto articolata. [...] Una prima ricostruzione emerge dal lavoro di Micheletti e Di Stefano, pubblicato dalla rivista «Scientific Reports» (http://www.nature.com/articles/srep35985). [...] Per ricavare quest’ultima, quindi, gli scienziati sono partiti dalle informazioni indirette sulle «coppie di prossimità» a loro disposizione. [...] «Più coppie si usano, più preciso sarà il modello tridimensionale ottenibile», aggiunge Di Stefano, oggi ricercatore al Centro Nazionale di Analisi Genomica «Cnag-Crg» di Barcellona. A rinsaldare le risultanze del lavoro sono stati alcuni nuovi dati sperimentali che riguardano proprio le «coppie di prossimità». … http://www.lastampa.it/2016/11/24/scienza/tuttoscienze/dalla-doppia-elica-alla-matassa-ora-il-genoma-si-studier-in-d-K2B6vOvxTiPk1T6NlIGwQN/pagina.html
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la stampa.it – 23/11/2016, n. quadri
Al Festival della Terra di Venezia la radiografia sullo stato dei mari: «La Rete ci aiuterà a prendere coscienza dell’emergenza globale»
l’Ue ha firmato con altre 24 nazioni extraeuropee un accordo per la creazione della più grande riserva marina del Pianeta: un milione e mezzo di km quadrati di oceano antartico, che saranno risparmiati dalla pesca e dalle trivellazioni petrolifere. La notizia arriva poco dopo la decisione dell’amministrazione Obama di estendere un’altra mega-riserva marina, alle Hawaii. Ma, mentre molti attivisti e scienziati festeggiano, c’è chi sottolinea i limiti di queste iniziative: ha osservato su «Science» Ray Hilborn, esperto di ecosistemi della University of Washington, che l’acronimo per «Area Marina Protetta» potrebbe significare anche «Muovere i Problemi Altrove».
La questione dei parchi marini è solo un esempio dei tentativi, ancora insufficienti, che la politica sta mettendo in atto per affrontare un’emergenza globale, quella degli oceani. A spiegarlo è Kenneth R. Weiss, che segue i problemi dei mari per «Science» e il «National Geographic» e che ha vinto, nel 2007, il premio Pulitzer proprio con un’inchiesta sulle alterazioni degli oceani provocate da noi umani: la scorsa settimana ospite al Festival della Terra, organizzato a Venezia dall’Università Cà Foscari, ha spiegato cosa significa l’Sos lanciato sulla dimensione liquida della Terra.
Mr. Weiss, perché ritiene che le riserve siano un palliativo?
http://www.lastampa.it/2016/11/23/scienza/tuttoscienze/stop-alla-pesca-intensiva-e-al-boom-di-co-non-troppo-tardi-per-salvare-gli-oceani-LszxAUGSEpIBCKVEGhI7tJ/pagina.html
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le scienze.it, 22/11/2016
Durante lo sviluppo embrionale il movimento apparentemente caotico delle cellule del tessuto cutaneo che serve a dargli la lunghezza e lo spessore corretto per ogni parte del corpo è orchestrato da una via di segnalazione che ha al suo centro una proteina, detta CDC-42 GTPasi. La scoperta è di un gruppo di ricercatori dell’Università del Wisconsin a Madison, che firmano un articolo pubblicato su “PLoS Genetics”. [...] i ricercatori sono riusciti a dimostrare che la CDC-42 ha effettivamente un ruolo centrale per la corretta conformazione dei tessuti, identificando anche altre molecole che concorrono a quella “ordinata coreografia” – come l’ha chiamata Hardin – che porta queste cellule ad assumere la loro forma e posizione definitiva. Il risultato, ricordano gli autori, va considerato valido sostanzialmente per tutto il mondo animale dato che la proteina in questione si è fortemente conservata in tutta la storia evolutiva, dal verme fino all’essere umano. http://www.lescienze.it/news/2016/11/22/news/sviluppo_forma_tessuti_embrione_cdc-42-3317089/
http://journals.plos.org/plosgenetics/article?id=10.1371/journal.pgen.1006415
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Dott. Simone FATTORINI – Università dell’Aquila, Dipartimento di Medicina clinica, sanità pubblica,scienze della vita e dell’ambiente
Biogeografia delle interazioni ospite-parassita
Aula presso il Laboratorio di Ecologia Sperimentale ed Acquacoltura
Via Cracovia 1, 00133 Roma
Mercoledì 23 novembre 2016 ore 15:00
Università di Tor Vergata