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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XJul
la repubblica.it – 31/7/2015
L’Agenzia spaziale statunitense ci aveva già provato con il progetto Veggie (Vegetable production system) con sei piante di lattuga romana spedite sulla Stazione spaziale internazionale e contenute in kit agricoli per iniziare a farle crescere in assenza di gravità. “La ricerca agronomica – afferma Eugenio Benvenuto, responsabile del laboratorio Biotecnologie dell’Enea – rende oggi possibile coltivare piante in luoghi estremi come la Stazione Spaziale Internazionale, grazie a colture ‘fuori suolo’ o idroponiche, che non hanno bisogno di suolo per crescere, ma solo di acqua e sostanze nutritive”.
Le ricerche, condotte nel centro Enea della Casaccia, nascono nell’ambito del progetto “BioXtreme”, finanziato dall’Agenzia Spaziale Italiana, ed analizzano il potenziale delle piante sia come fonte di elementi antiossidanti che antimicrobici, capaci di rafforzare le difese immunitarie degli astronauti rispetto alle condizioni di vita imposte dalla permanenza nei moduli spaziali, aggravate anche dalla proliferazione di microbi importati dalla Terra. Obiettivo è la costruzione di un “ideotipo” vegetale resistente alle condizioni extraterrestri …
http://www.repubblica.it/scienze/2015/07/31/news/le_piante_utili_per_il_sistema_immunitario_degli_astronauti_in_un_progetto_di_enea_studio-119983544/
Jul
la stampa, 29/7/2015 tuttoscienze, s. rizzato
Arrivano l’editing genomico e la cisgenesi e gli Usa preparano la deregulation: ora l’Italia sarà costretta a ripensare i suoi “no”
«Le regole attuali hanno protetto bene la salute pubblica e l’ambiente. Ma i progressi fatti da scienza e tecnologia dal 1992 a oggi hanno cambiato il panorama. Oggi per il pubblico è difficile capire come viene valutata la sicurezza delle biotecnologie. E per le piccole imprese può risultare troppo complesso ottenere le autorizzazioni per questo tipo di prodotti». Da queste parole inizia la prossima svolta nella partita degli Ogm. Parole che arrivano dalla Casa Bianca, scritte da John P. Holdren, consigliere scientifico di Barack Obama. Annunciano e spiegano una scelta che può essere epocale: dopo quasi 30 anni gli Stati Uniti sono pronti a rivedere le leggi che regolano metodi e tecnologie agricole. Aprendo a una deregolamentazione della genetica. E ponendo le basi e l’esempio per una rivoluzione globale.
http://www.lastampa.it/2015/07/29/scienza/tuttoscienze/le-nuove-tecnologie-genetiche-rivoluzionano-tutte-le-idee-sugli-ogm-wAH0Qb5MB4MyWmVhQrWPlO/pagina.html
le scienze.it 24/7/2015
Nei biofilm, grandi comunità di batteri hanno sviluppato una forma di “cooperazione metabolica” che permette ai batteri più interni di alternarsi con quelli più esterni per un migliore accesso ai nutrienti. E’ quanto emerge da un nuovo studio che ha dimostrato che si tratta di un fenomeno “emergente” che caratterizza i gruppi con molte cellule e che non può essere descritto in cellule singole [...]
Questa sorta di altruismo emerge spontaneamente in grandi comunità di batteri, secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista “Nature” da Jintao Liu, dell’Università della California a San Diego e colleghi di una collaborazione internazionale.
“È un chiaro esempio dei cosiddetti ‘fenomeni emergenti’: si tratta di processi che non possono essere rilevati né studiati negli individui, ma solo quando si studiano gruppi numerosi d’individui”, ha spiegato Gürol Süel, che ha guidato lo studio. … http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature14660.html
http://www.lescienze.it/news/2015/07/24/news/batteri_cooperazione_fenomeno_emergente-2703125/
Jul
la stampa.it – 22/7/2015 – n. panciera
La storia evolutiva svela un lato oscuro: c’è un nesso tra Alzheimer e complessità delle aree cerebrali?
… «La nostra specie si caratterizza per uno sviluppo molto marcato delle aree parietali, che si trovano nella zona superiore e posteriore del cervello. È un carattere evidente, presente soltanto nell’Homo sapiens e forse associato alle aree profonde della corteccia parietale. Ciò si accompagna con l’aumento di tutto il sistema vascolare di queste aree, che hanno un metabolismo estremamente elevato», ci spiega Emiliano Bruner, responsabile di ricerca del laboratorio di Paleoneurobiologia del Centro nazionale di ricerca sull’evoluzione umana di Burgos, in Spagna, invitato, la scorsa settimana, a tenere una lectio all’Università di Milano Bicocca. È proprio in queste aree, nelle fasi precoci della malattia di Alzheimer, che si osservano alcuni «difetti» metabolici: «Una strana coincidenza – spiega lo studioso – che andrebbe studiata più a fondo. È possibile, infatti, che tutta questa complessità delle aree parietali possa aumentare la vulnerabilità a certi processi degenerativi». http://www.lastampa.it/2015/07/22/scienza/tuttoscienze/come-siamo-diventati-troppo-intelligenti-per-il-nostro-cervello-snIH5kAYcOx0JtjwHv5AWJ/pagina.html
Università di Tor Vergata