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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XMar
la repubblica.it – 26/3/2015, a. cianciullo
Il glifosato, meglio noto con il nome di battaglia Roundup, è un “probabile cancerogeno” come afferma lo Iarc (l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro di Lione) o è un erbicida non pericoloso per gli esseri umani, come sostiene la multinazionale che lo produce, la Monsanto? Lo scontro tra il colosso della chimica e il prestigioso istituto di ricerca è diventato incandescente quando lo Iarc ha reso noto il giudizio maturato su cinque pesticidi. Il glifosato e gli insetticidi malathion e diazinon sono stati classificati come “probabili cancerogeni” anche se “le prove sono limitate”. Mentre gli insetticidi tetrachlorvinphos et parathion sono stati considerati solo “possibili cancerogeni”.
Dei cinque prodotti indagati, quello con le vendite di gran lunga più importanti è il glisofato: è utilizzato in 750 prodotti per l’agricoltura e ha conosciuto un boom correlato con le piante ogm che hanno incorporato la resistenza a questo erbicida. È usato anche nei giardini. Secondo lo Iarc questa sostanza si può ritrovare nell’acqua, nell’aria e nei cibi, causando un’esposizione della popolazione nelle aree più vicine ai luoghi in cui viene utilizzato, anche se i livelli di esposizione osservati sono “generalmente bassi”. Il rischio ipotizzato è il linfoma non Hodgkin, una forma di tumore del sangue.[...]
“Per noi le valutazioni dello Iarc sono valide perché elaborate con metodo rigoroso e perché valutano studi indipendenti e pubblicati nella letteratura scientifica: quindi vanno tenute nella massima considerazione dalle autorità regolatorie”, ribatte Roberto Bertollini, direttore di ricerca dell’ufficio europeo dell’Oms. “Ciò non toglie che ulteriori studi siano benvenuti”.
Ma le associazioni dei consumatori e degli agricoltori sono già passate all’offensiva. In Francia Générations futures ha espresso soddisfazione per il giudizio dello Iarc. E il presidente di Aiab Vincenzo Vizioli ha chiesto che “l’Italia e l’Unione Europea considerino immediatamente le misure necessarie per proteggere agricoltori e consumatori dal glifosato …
http://www.repubblica.it/ambiente/2015/03/25/news/_quel_pesticida_e_un_probabile_cancerogeno_e_battaglia_tra_iarc_e_il_produttore_della_sostanza-110424637/
http://www.lastampa.it/2015/03/24/scienza/ambiente/focus/probabilmente-cancerogeno-il-glifosato-un-erbicida-diffusissimo-e-alla-base-del-round-up-di-monsanto-efY91VW5fsbdegygOM9miN/pagina.html
Mar
la stampa.it – tuttoscienze, 26/3/2015
Ci sono voluti 15 anni, ma ora è pronta la più grande banca dati del Dna umano di tutti i tempi. È il risultato del progetto visionario lanciato alla fine degli anni ’90 dal fondatore dell’azienda DeCode Genetics, Kari Stefansson, e che puntava ad ottenere la mappa del Dna degli Islandesi.
Pubblicati sulla rivista Nature Genetics, i dati consistono nella mappa del Dna di 2.636 Islandesi e sono una vera e propria miniera che permetterà di comprendere meglio l’origine di numerose malattie, da quelle del fegato all’Alzheimer. Ci sono gli elementi utili sia per capire le malattie legate ad un singolo gene, sia per conoscere meglio le malattie scatenate da più geni simultaneamente. Al momento sono state infatti identificate oltre 20 milioni di varianti genetiche, descritte in quattro articoli. Sono risultati che non riguardano soltanto gli Islandesi, ma che trovano riscontro in altre popolazioni europee e in quelle americane. Il risultato è un passo in avanti cruciale verso terapie “su misura”, tese a correggere i difetti genetici all’origine delle malattie. Come lo stesso Stefansson rilevava all’inizio del progetto, i dati raccolti sono utili anche per comprendere la diversità genetica umana. Isolare i meccanismi che la governano è infatti più semplice e chiaro studiando il Dna della popolazione di un’isola che, come l’Islanda, per secoli ha conservato il proprio patrimonio genetico intatto e omogeneo.
Per il genetista Giuseppe Novelli, dell’università di Roma Tor Vergata, i dati appena pubblicati sono «il risultato del primo laboratorio sperimentale di genetica delle popolazioni su larga scala». Ha aperto una strada che nel tempo è stata «imitata da molti altri gruppi di ricerca e che ha portato a risultati straordinari». … http://www.lastampa.it/2015/03/26/scienza/pronta-la-pi-grande-banca-dati-dna-umano-di-tutti-i-tempi-chUY0HfzDDS8tLalFOX6eN/pagina.html
le scienze.it – http://www.lescienze.it/news/2015/03/25/news/genomi_popolo_islandese-2538569/
Mar
il corriere della sera – 26/3/2015, p. foschini (estratto da p. 30)
Oltre i padiglioni: 5 grandi aree tematiche per riflettere
Ortaggi coltivati su fattorie-piattaforma in mezzo al mare. Maxischermi in cui calarsi come dentro un’astronave-laboratorio per vedere le ultime ricerche sui virus. Serre oceaniche galleggianti che si autoproducono l’acqua dolce con dissalatori solari da centinaia di litri al giorno. E poi le proteine che ci salveranno la vita in futuro, quando alleveremo a dovere le quasi duemila specie di vermi, larve e insetti commestibili presenti sulla terra. [...] E’ solo un anticipo di quel che forse tra alcuni anni non ci stupirà neanche più, ma che già ora sarà messo in mostra nella Exibition Area del distretto del futuro: una delle cinque «aree tematiche» le quali, probabilmente più di ogni altra realizzazione tra le tante messe in cantiere, davvero rappresentano l’idea per cui l’Expo 2015 aspira a essere molto altro che non una pura antologia di padiglioni e ristoranti. [...] Il primo spazio di questo genere è il Padiglione Zero pensato da Davide Rampello e Michele De Lucchi. È quello che farà da introduzione all’intera esposizione, raccontando la storia dell’uomo dalla caccia primordiale per sopravvivere sino ai grandi squilibri del mondo attuale.
Il secondo è il Future Food District [...] Il terzo è il Biodiversity Park, realizzato in collaborazione con BolognaFiere e FederBio oltre ai ministeri dell’Agricoltura e dell’Ambiente: un parco di 8.500 metri quadri comprendente un teatro più due padiglioni, uno sul tema del biologico e l’altro contenente una mostra sulla biodiversità.
Parco e mostra sono una antologia di specie diverse, sia a livello mondiale sia soprattutto italiano dopo che l’Unione Europea ha indicato in un Paese che solo in Sicilia – per dire – ha 23 tipi diversi di olive un possibile modello ideale cui tendere. Appendice naturale di questa area sarà la Collina mediterranea, alta 15 metri,dove attraverso Slowfood il tema della biodiversità sarà trattato non più sul fronte agricolo bensì di un prodotto derivato come i formaggi. …
Mar
la repubblica.it – 23/3/2015, a. cianciullo
… Una ricerca promossa da università di Firenze, Regione Marche, Navdanya International e Firab per trovare varietà resistenti al cambiamento climatico. Anche l’Aiab propone l’uso di varietà come il farro Monococco, il grano del Faraone e il Gentil Rosso
… il progetto LIFE SEMENte parTEcipata promosso dal dipartimento di Scienze delle produzioni agroalimentari e dell’ambiente dell’Università di Firenze, da Navdanya International (http://www.navdanyainternational.it/) , da Firab (Fondazione Italiana per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica), dalla Provincia di Grosseto e dalla Regione Marche.
Il progetto mira a ottenere varietà capaci di resistere meglio al cambiamento climatico utilizzando un pool genetico in costante evoluzione, quindi in grado di fronteggiare con più efficacia gli estremi meteo che si vanno intensificando. Inoltre molti dei semi antichi richiedono minori input energetici e aiutano a mantenere la fertilità del suolo, stabilizzando le produzioni nel tempo.
“La selezione delle sementi”, spiega Mariagrazia Mammuccini, vicepresidente di Navdanya International, “sarà fatta assieme agli agricoltori che potranno poi mantenere e riprodurre autonomamente i semi, diventando così custodi attivi della biodiversità. Queste innovazioni incideranno positivamente sul reddito degli agricoltori perché i costi diminuiranno e aumenterà il valore dei prodotti ottenuti da una filiera integrata locale”. [...]http://www.repubblica.it/ambiente/2015/03/23/news/_dai_semi_antichi_la_risposta_a_siccita_e_intolleranze_alimentari_-110256328/
Università di Tor Vergata