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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XPanorama.it, 21/1/015 -m. buonadonna
Uno studio pubblicato su Science aggiorna la conta dei danni che potrebbero rendere la Terra inospitale o forse addirittura inabitabile
… [lo] studio, pubblicato sulla rivista Science, che verrà presentato in questi giorni a Davos, aggiorna quella triste conta aggiungendo un altro limite varcato: il cambiamento nell’uso del suolo, ovvero la deforestazione. [...]
Un team di 30 ricercatori che lavorano per 19 diverse realtà accademiche ha raccolto i dati che aggiornano la situazione e mandano un messaggio forte e chiaro ai decisori: stiamo raggiungendo un pericoloso “tipping point” oltre il quale i cambiamenti che potranno verificarsi saranno imprevedibili e forse irreversibili. Oltre ai limiti già superati (dalle 350 ppm di CO2 in atmosfera siamo passati a 400; dal tasso annuo di estinzione delle specie considerato “tollerabile”, che è 10, siamo arrivati a superare il 100 e così via), siamo tra l’altro pericolosamente vicini a infrangerne altri, come quello che riguarda il livello di acidificazione degli oceani, o il tasso annuo di consumo di acqua dolce per chilometro quadrato.
Steve Carpenter, dell’Università del Wisconsin, si è occupato in particolare dell’alterazione dei cicli dell’azoto e del fosforo. “Abbiamo modificato i cicli dell’azoto e del fosforo enormemente più di qualsiasi altro elemento”, spiega. “L’aumento è nell’ordine del 200-300%. Per contro il carbonio … http://www.sciencemag.org/content/early/2015/01/14/science.1259855.abstract?sid=dda155db-215b-46cc-bae5-068444673f24
http://www.panorama.it/scienza/green/ambiente-superati-4-dei-9-limiti-pianeta/
Jan
la stampa.it – 21/1/2014, n. panciera
…
La comprensione dei meccanismi biologici, così dinamici e contradditori, richiede inedite forme di collaborazione con altre discipline, già abituate a gestire la complessità. Ne è convinto Rudi Balling, direttore del Luxembourg Centre for Systems Biomedicine, che, in una lectio all’Università di Milano Bicocca, ha illustrato la sua visione del futuro della ricerca biomedica. [...] a differenza dei sistemi complessi artificiali, quelli naturali hanno una caratteristica: la non linearità [...] un caso è l’applicazione di questi metodi allo studio di una linea cellulare di neuroblastoma chiamata «sushi cell» per lo studio del Parkinson.
«Tramite il silenziamento o la sovraespressione di uno o più geni perturbiamo i modelli di colture cellulari neurali e analizziamo i processi fisiologici e patologici in atto. Con un percorso automatizzato di analisi estraiamo quindi i dati di una vasta gamma di funzionalità che caratterizzano i meccanismi cellulari e molecolari, oggi ancora sconosciuti, creando una “mappa” del Parkinson. [...] L’unione di modelli matematici e strumenti di «machine learning», integrati con le scienze «omiche» – come genomica e proteomica – e con le conoscenze biologiche «standard» diventerà, così, il cuore della nuova medicina, la «medicina dei sistemi». http://www.lastampa.it/2015/01/21/scienza/tuttoscienze/tra-proteine-e-neuroni-come-creer-la-prima-mappa-del-parkinson-Qz42HgYaQc5sYKnf4Q6aQO/pagina.html
Jan
le scienze.it – 16/1/2015
Ricostruire l’habitat di un luogo così com’era 50 milioni di anni fa è possibile, almeno per quanto riguarda la vegetazione: lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista “Science” da un gruppo di ricercatori dell’Università di Washington, che hanno sviluppato un modello per determinare la copertura vegetale e la densità degli alberi, degli arbusti e dell’erba analizzando la presenza nel suolo di fitoliti, minuscole particelle di silice che si trovano nelle cellule vegetali, che si depositano nel terreno con la caduta e la decomposizione delle foglie. [...]
http://www.sciencemag.org/content/347/6219/258 - http://www.lescienze.it/news/2015/01/16/news/modello_ricostruzione_antichi_habitat_coperture_vegetali-2446772/
Jan
le scienze.it 19/1/2015
Lo sfruttamento sempre più industrializzato delle risorse ittiche rischia di riprodurre sui mari l’ecatombe di specie animali avvenuta sulla terraferma con la distruzione di foreste e pascoli a partire dalla rivoluzione industriale. A lanciare l’allarme è un articolo apparso su “Science” che sottolinea però che ci sono buone speranze di recupero se saranno definite aree protette e pratiche efficaci di gestione sostenibile della pesca [...] è quanto affermano i ricercatori dell’Università della California a Santa Barbara guidati da Douglas McCauley [...]
http://www.sciencemag.org/content/347/6219/1255641 , http://www.lescienze.it/
la stampa.it 19/1/2015 – tuttogreen, a. bertaglio
Pesca eccessiva: le “Navi Mostro” stanno uccidendo i mari
… L’allarme, lanciato da diverse associazioni ambientaliste fra cui Greenpeace e Oceana, sembra essere stato ignorato fino al limite del possibile, anche dalle istituzioni. Che, dal primo gennaio di quest’anno, almeno nell’Unione europea un timido passo in avanti l’hanno fatto: vietare il discarding, pratica con cui si rigetta in mare gran parte del pescato in quanto non conforme alle più redditizie richieste di mercato. Secondo Greenpeace International, che in questi giorni sta monitorando la situazione nei mari del centro-nord europeo, il problema è legato soprattutto alle «Monster boats»: navi dalle enormi capacità di pesca che, in una singola spedizione, rigettano in mare quantità di pesce sufficienti a sfamare per una settimana una città di 250mila abitanti. [...] il rapporto «Monster boats. The scourge of the oceans» (Navi mostro. La piaga degli oceani) http://www.greenpeace.org/australia/PageFiles/643010/GP_monsterboats_report.pdf
Università di Tor Vergata