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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XNov
radiotrescienza – 26/11/2014
Raccolta differenziata, smaltimento, sostenibilità ambientale. La situazione dei rifiuti in Italia non è ancora rosea, ma il nostro paese sta facendo passi da gigante. Da tre anni, per esempio, abbiamo il primato del numero di azioni durante la Settimana europea per la riduzione dei rifiuti, in corso fino al 30 novembre. Ma come si fa a passare davvero dalle buone intenzioni ai fatti? Ne parliamo con Alessio Ciacci, amministratore di Messinambiente. A Paolo Tamborrini, professore di Architettura e Design al Politecnico di Torino, chiediamo invece se è possibile minimizzare i rifiuti alla radice, per esempio con un design delle confezioni dei prodotti più intelligente e sostenibile.
Al microfono Elisabetta Tola, riascoltabile: http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-1b475b50-f04b-4cd6-9e11-3f608937a188.html
la stampa.it – tuttoscienze 24/11/2014
Merito di un’alterazione naturale, possibile strada per nuovi trattamenti
Un nuovo studio rivela il segreto per cui alcune persone sono immuni al virus Hiv-1. La ricerca dell’Università del Minnesota (Usa), pubblicata su PLOS Genetics, ha stabilito che il merito è di una variazione genetica naturale di un enzima antivirale. La scoperta potrebbe aprire promettenti aspettative per nuove terapie. [...]
I ricercatori, utilizzando una tecnica sperimentale, hanno scoperto che alcune persone hanno delle variazioni genetiche dell’APOBEC3s in grado di limitare la capacità dell’Hiv-1 di replicarsi. «Questo lavoro dimostra che la competizione tra il virus e l’ospite è ancora in corso – afferma Reuben Harris, coautore della ricerca - Il virus non ha ancora completamente perfezionato la sua capacità di replicarsi negli esseri umani».
http://www.plosgenetics.org/article/info:doi/10.1371/journal.pgen.1004761
http://www.lastampa.it/2014/11/24/scienza/nel-dna-il-segreto-dellimmunit-allhiv-eJH4HdCwi7sxEow8Yls8tI/pagina.html
Nov
radiotrescienza – 21/11/2014
Ormai lo diamo per scontato, la biodiversità è un patrimonio da tutelare. Ma perché la varietà delle specie è tanto importante? Per esempio perché è essenziale per proteggere gli ecosistemi, come hanno dimostrato gli studi sul campo di David Tilman, ecologo delle piante all’università del Minnesota e all’università della California a Santa Barbara, (http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/abs/nature13959.html)
appena insignito del premio Balzan. “Per i suoi decisivi contributi teorici e sperimentali all’ecologia delle piante, contributi che sono alla base della comprensione attuale di come le comunità vegetali si strutturano e interagiscono con il loro ambiente.” http://www.balzan.org/it/premiati/g-david-tilman
Oggi esistono molti modi per promuovere la conservazione della biodiversità: il progetto europeo Life Mipp coinvolge i cittadini nella conservazione di alcune specie di insetti, come ci spiega Paolo Audisio, docente di zoologia all’università La Sapienza di Roma. (http://lifemipp.eu/mipp/new/index.jsp)
riascoltabile: http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-1b475b50-f04b-4cd6-9e11-3f608937a188.html
Nov
la stampa.it – tuttoscienze, 19/11/2014, g. beccaria
La ricercatrice della Fondazione Isi: si fa il gioco del virus, che si moltiplica in Africa
[...] È il momento di ribaltare la prospettiva di fronte a Ebola e colpirlo – adesso – nelle comunità dove ha già infettato oltre 10 mila africani, soprattutto in Guinea, Liberia, Sierra Leone e Mali. [...]
È una questione matematica e l’allarme si affronta anche attraverso gli strumenti del Big Data. L’ha spiegato mercoledì scorso Vittoria Colizza al «Better Decisions Forum» di Roma, l’evento organizzato dalla società Iconsulting e dedicato a un tema sempre più «virale» (proprio in stile Ebola): come si generano decisioni che coinvolgono le esistenze di milioni di individui, «elaborando sulla base di gigantesche masse di dati – dice il responsabile innovazione Piergiorgio Grossi – la strategia migliore». Fisico di formazione, ricercatrice alla Fondazione Isi di Torino e all’Inserm di Parigi (il centro dedicato alla scienza della complessità e l’altro focalizzato sulla salute pubblica), Colizza ha guidato un team internazionale [...] «Le restrizioni decise da molti Paesi, in realtà, hanno avuto conseguenze diverse rispetto alle attese». La riduzione dei contagi si è fermata sulla soglia del 60% e in compenso i blocchi sulle reti di comunicazione hanno avuto contraccolpi seri per diverse aree dell’Africa: strangolando il flusso di medicinali e personale specializzato, hanno aggravato la crisi. Ed Ebola si è rafforzato. Mentre l’Onu e l’Oms chiedevano un’inversione di tendenza, i rivoli dell’infezione hanno continuato a scorrere.[...] http://www.lastampa.it/2014/11/19/scienza/tuttoscienze/frontiere-chiuse-contro-ebola-il-big-data-svela-che-unerrore-u6QdundG95pSke4jsbNQEO/pagina.html
Università di Tor Vergata