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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
Xla stampa.it – 21/7/2014, f. todaro
… l’allarme che studiosi e ambientalisti hanno lanciato in uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America. [...] http://www.pnas.org/content/early/2014/02/26/1313490111
Dalla ricerca, condotta dai ricercatori dell’International Center for Tropical Agriculture, è emerso come l’omologazione delle diete in corso da almeno cinquant’anni stia avendo conseguenze negative anche sulla nutrizione e la sicurezza globale dei prodotti alimentari. L’uniformazione alla dieta occidentale in corso in molti Paesi dell’Africa e dell’Asia sta infatti favorendo l’aumento delle malattie del benessere – dall’ipertensione al diabete, fino alla sindrome metabolica -, legate ai consumi eccessivi di cibi altamente lavorati. «Dovremmo portare più umanità a tavola», esordisce Eduardo Missoni, medico e ricercatore presso il Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale (Cergas) dell’Università Bocconi di Milano. http://www.lastampa.it/2014/07/21/scienza/ambiente/focus/la-globalizzazione-mangiamo-tutti-le-stesse-cose-zUz5Slr4NZGWvYQz7ne4YM/pagina.html
le scienze – 18/7/2014
La coltivazione del frumento, una delle più importanti del mondo per il ruolo che riveste nell’alimentazione umana, potrà essere ulteriormente migliorata in futuro grazie a nuove conoscenze sulla sua genetica. Un deciso contributo in questo senso sono i nuovi sequenziamenti del complesso genoma di questa cultivar pubblicati sulla rivista “Science” in tre diversi articoli.
Nel primo studio l’International Wheat Genome Sequencing Consortium (IWGSC) ha ottenuto una sequenza genomica draft di T. aestivum, cioè non una sequenza completa gene per gene, ma una sorta di “bozza” della composizione dei 21 cromosomi [...] http://www.sciencemag.org/content/345/6194/1251788
Nel secondo studio Frédéric Choulet e colleghi dell’IWGSC hanno prodotto una sequenza più completa, detta sequenza di riferimento, per il più grande dei cromosomi della pianta [...] http://www.sciencemag.org/content/345/6194/1249721
Il terzo articolo pubblicato da “Science”, firmato da Thomas Marcusseri della Norwegian University of Life Sciences a Oslo e colleghi di una collaborazione internazionale, è dedicato invece alla ricostruzione della storia filogenetica di T. aestivum, ottenuta confrontando tra loro i genomi di diverse specie di frumento più antiche da cui il frumento comune deriva [...] http://www.sciencemag.org/content/345/6194/1250092
http://www.lescienze.it/news/2014/07/18/news/frumento_segreti_genoma_complesso-2218258/
Jul
Building a map of the Immune System
Jul
la stampa.it- 17/7/2014
andrea ballabeni – harvard university
Un’indagine a Harvard sfata molti luoghi comuni “Queste le motivazioni autentiche degli studiosi”
… Sappiamo che la ricerca di base non è immediatamente collegabile ad applicazioni pratiche, ma che è necessaria (tanto da essere anche definita «ricerca fondamentale») per il loro sviluppo futuro attraverso le cosiddette ricerche translazionali ed applicate. Ma non sappiamo ancora bene se e quanto sia possibile stimare e modulare il potenziale applicativo delle stesse ricerche di base.
Con i colleghi David Hemenway (Harvard School of Public Health) ed Andrea Boggio (Bryant University) ho condotto uno studio su queste complesse tematiche dopo aver proposto un questionario di circa 20 domande ad oltre 300 scienziati di base dell’università di Harvard («Policies to increase the social value of science and the scientist satisfaction. An exploratory survey among Harvard bioscientists »). La nostra tesi è che il potenziale applicativo della ricerca di base non sia identico in tutti i progetti di ricerca e che sia quasi sempre possibile farne una stima approssimativa. Inoltre pensiamo che alcuni incentivi motivazionali «soft», che più o meno coincidono con il concetto di «nudge» dell’economia comportamentale, siano uno strumento efficace per aumentare tale potenziale. [...] http://www.lastampa.it/2014/07/17/scienza/tuttoscienze/a-che-cosa-serve-la-ricerca-di-base-a-migliorarci-la-vita-B5KbxVFrn5PX95fSVBonXL/pagina.html
Università di Tor Vergata