Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XMay
la stampa.it – 30/5/2014 tuttoscienze
Controlla quanto sono attivi alcuni geni implicati in processi infiammatori e del sistema immunitario
Predire il rischio di morte per infarto con un test del sangue basato sull’esame di alcuni geni sarà la soluzione per chi è soggetto a problemi cardiovascolari, permettendo così di intervenire precocemente con programmi di prevenzione personalizzata per quei pazienti che risultano più a rischio.
Il test potrebbe un giorno anche essere messo a disposizione dei pazienti con un apparecchietto da usare a casa come quello che i diabetici usano per misurare la glicemia.
Il test viene presentato sulla rivista Genome Medicine ed è stato sviluppato e sperimentato su un primo gruppo di pazienti dal team di Gregory Gibson della Georgia Institute of Technology ad Atlanta. http://www.lastampa.it/2014/05/30/scienza/un-test-del-sangue-svela-il-rischio-di-morte-per-infarto-ruPJ8zwmOpbgd6UaBhfHyJ/pagina.html
la stampa.it – 30/5/2014, tuttogreen, v. ulivieri
Molte patologie dipendono da fattori ambientali, troppo spesso non considerati nella diagnosi medica. Se ne è parlato a Torino al 4° Workshop Nazionale Image
Un vaso di Pandora pieno fino all’orlo. La lista delle patologie correlate a fattori ambientali è lunghissima ma poco conosciuta.
“L’ambiente si comporta come uno specchio, riflettendo sull’uomo le sostanze ricevute, più o meno nocive, veicolate da tre principali vettori: l’acqua che beviamo, l’aria che respiriamo, il cibo con cui ci nutriamo. A sua volta, l’uomo-bersaglio può subire tutti quei malanni che formano la cosiddetta patologia ambientale”, ha detto il patologo ed ex docente all’università di Torino Giancarlo Ugazio, parlando al 4° Workshop Nazionale Image che si è chiuso il 23 maggio a Torino, dedicato quest’anno al tema “Medicina ambientale e salute: verso la smart health”. Il risultato è che “l’attesa di vita grezza sta aumentando grazie al progresso, ma, per gli stessi motivi, l’attesa di vita sana sta diminuendo in modo progressivo dal 2003”.
[...] in Italia mancano competenze, ma anche esami diagnostici specifici. La “medicina ambientale”, insomma, ha ancora molta strada da fare. “Sappiamo tutti che certe patologie, vedi per esempio il morbo di Parkinson, sono legate all’esposizione a coloranti, conservanti, pesticidi, metalli pesanti. Non si può più continuare a far finta di niente”, ha spiegato al Workshop Image Antonio Maria Pasciuto, medico fondatore di ASSIMAS (Associazione italiana medicina ambiente salute), che da anni studia le correlazioni tra salute e ambiente. http://www.lastampa.it/2014/05/30/scienza/ambiente/focus/sostanze-chimiche-e-salute-un-legame-a-doppio-filo-X3lLAs5ZvygmFvRgMz9sXM/pagina.html
May
Batteri che amano il gioco delle tre basi
le scienze.it – 26/5/2014
Alcune regole di codifica del genoma non sono affatto universali come finora creduto. A svelarlo è stata una massiccia analisi genomica condotta su 5600 miliardi di coppie di basi (i mattoni costitutivi del DNA: adenina, citosina, guanina e timina) relative a oltre 1700 microrganismi. La scoperta è stata realizzata da un gruppo di ricercatori del Department of Energy Joint Genome Institute (DOE JGI) a Walnut Creek, in California, che la descrivono in un articolo a prima firma Natalia N. Ivanova pubblicata su “Science”. http://www.lescienze.it/news/2014/05/26/news/codifica_proteine_non_canonica_genoma_codoni_stop_batteri_fagi-2157522/
May
la stampa.it, 27/5/2014
Sarebbe «possibile» una pandemia di Hiv provocata dall’aumento dei casi di resistenza ai farmaci. Un fenomeno potenzialmente in grado di «invertire i progressi compiuti dal 1980» nella lotta contro la malattia.
A scriverlo su Nature è Jeremy Farrar direttore della principale fondazione di ricerca britannica, il Wellcome Trust, secondo cui «lo spettro dell’Hiv farmaco-resistente potrebbe avere un impatto enorme nei prossimi 20 anni».
Per questo, una coalizione di scienziati di cui Farrar fa parte chiede che la resistenza antimicrobica venga considerata una delle più grandi minacce per l’umanità, alla stregua dei cambiamenti climatici. Secondo Farrar, è «inevitabile» che la resistenza dell’Hiv aumenti, perché si tratta di un virus che muta facilmente. Fino a oggi [...]
Università di Tor Vergata