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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XApr
la stampa.it – tuttoscienze, 3/4/2014 -
A un anno dall’annuncio del presidente Usa Barack Obama sulla Brain Initiative, arrivano i primi frutti concreti di questo colossale sforzo – anche economico – per svelare i segreti del cervello umano.
Su Nature oggi vengono pubblicate, in due studi paralleli, le prime mappe complete dell’espressione genetica e delle reti neurali nel cervello dei mammiferi. Queste mappe, una nell’uomo e l’altra nel topo, «forniscono preziose risorse per studiare lo sviluppo del cervello umano e i circuiti neurali che sono alla base dei processi cognitivi in soggetti sani e malati».
Nel primo lavoro i ricercatori dell’Allen Institute for Brain Science hanno generato un modello ad alta risoluzione di cervello umano, con una mappa dettagliata dei punti in cui diversi geni vengono attivati e disattivati nel corso della gravidanza, con una risoluzione anatomica senza precedenti. Un risultato ottenuto grazie ai dati del BrainSpan Atlas (http://www.brain-map.org/ )del cervello umano in via di sviluppo.
I dati forniscono informazioni eccezionali per malattie come l’autismo, collegate allo sviluppo iniziale del cervello, e sull’origine dell’unicità della mente umana. Il set di dati, inoltre, è pubblico e disponibile a tutti i ricercatori, attraverso il portale Allen Brain Altas. http://www.lastampa.it/2014/04/03/scienza/pronta-la-prima-mappa-dei-geni-del-cervello-e-delle-reti-neurali-mDYR6ZRSeIJKeFTJSmg9lM/pagina.html
http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature13185.html
Apr
radiotrescienza, 31/4/2014
Oggi a Yokohama, in Giappone, gli scienziati dell’Ipcc, il panel delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, passano all’azione. Ecco le misure che i decisori di tutto il mondo dovrebbero prendere perché tutto il mondo sia preparato ad affrontare gli effetti di un pianeta che cambia. Ne parliamo con Stefano Caserini, docente di mitigazione dei cambiamenti climatici al Politecnico di Milano. http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/PublishingBlock-aaee447d-8a68-46e9-b13f-43525399e0d8-podcast.html
la stampa.it – tuttoscienze, 2/4/2014
«Brain Prize», conferito a studiosi che si sono distinti per un contributo straordinario alle neuroscienze europee.[...] istituito dalla «Grete Lundbeck European Brain Research Prize Foundation», che nella sua quarta edizione annuale l’ha assegnato a tre star del settore, Giacomo Rizzolatti, Stanislas Dehaene e Trevor Robbins.[...] Nell’insieme questi tre ricercatori sono stati dei veri pionieri nel tracciare la strada sui meccanismi neurali che sono alla base dei processi mentali. Le loro scoperte nascono dalla fusione di interessi diversi, tra le neuroscienze e la psicologia cognitiva, portando a una nuova frontiera che oggi viene definita «biologia della mente». [...] cerimonia di premiazione che si terrà a Copenaghen il prossimo 1° maggio.
corriere della sera.it – 31/03/2014 massimo spampani
Inseriti nanotubi di carbonio nei cloroplasti. Possibile controllare anche gli inquinanti ambientali
Un team di ricerca del Massachusetts Institute of Technology (Mit) ha ottenuto i primi risultati incorporando nei cloroplasti, gli organelli delle piante in cui avviene la fotosintesi, nanotubi di carbonio. Si è così riusciti a far catturare a una pianta il 30% in più di energia luminosa, oppure, con altri microtubi, a farle rilevare la presenza del monossido d’azoto. E i ricercatori stanno lavorando anche per incorporare dispositivi elettronici nelle piante. Si è aperto insomma un nuovo capitolo: quello delle piante nanobioniche. «Le piante sono molto attraenti come piattaforma tecnologica», spiega Michael Strano, professore di ingegneria chimica e capo della squadra di ricerca del Mit. «Il potenziale è davvero infinito. Possiamo per esempio immaginare di trasformare le piante in dispositivi fotonici, autoalimentati come rivelatori per esplosivi o armi chimiche». L’idea delle piante nanobioniche è nata da un progetto per costruire celle solari che si autoriparano sul modello delle cellule vegetali. [...] Juan Pablo Giraldo, biologo e primo autore del lavoro pubblicato su Nature Materials http://www.nature.com/nmat/journal/v13/n4/full/nmat3890.html
Università di Tor Vergata