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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XMar
Radiotrescienza – 10/3/2014
È così grande che qualcuno lo chiama ‘il sesto continente’. Si trova nel bel mezzo del Pacifico, eppure non se ne conoscono i confini. La great Pacific Garbage Patch è un immenso accumulo di plastica galleggiante: l’ha vista con i suoi occhi, e la racconta nel suo Come è profondo il mare (Chiarelettere, 2014), Nicolò Carnimeo, docente di diritto della navigazione all’università di Bari. Ma cosa succede alla plastica in mare? Ce lo descrive Eleonora Polo, ricercatrice dell’Istituto per la sintesi organica e la fotoreattività al Cnr di Ferrara. Marco Astorri, fondatore e amministratore delegato di Bio-on, ci spiega invece come produrre plastica biodegradabile a partire dalla barbabietola. http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-ddab8d4b-05c8-49b3-81cc-7284f311add0.html
Mar
Radiotrescienza, 7/3/2014 – ore 11.30
una ricerca fa il punto sul legame tra proteine animali e tumori, ma parla di prevenzione. Tra gli autori, Giuseppe Passarino, genetista dell’università della Calabria. http://download.cell.com/cell-metabolism/pdf/PIIS155041311400062X.pdf?intermediate=true
Ma con la genetica possiamo anche ripercorrere la storia della colonizzazione delle Americhe, come ci racconta Andrea Manica ricercatore in ecologia evolutiva all’università di Cambridge, insieme a Davide Domenici , archeologo del dipartimento di storia, culture e civiltà dell’università di Bologna. http://www.nature.com/nature/journal/v506/n7487/full/nature13025.html
Mar
La Stampa, 6/3/2014, green news, cristina gentile
Sono circa 55 miliardi solo in Italia ma non intasano il territorio, anzi. Le api sono tra i più significativi indicatori dello “stato di salute” di un ambiente e contribuiscono notevolmente anche al buon andamento economico del settore agricolo: gli alveari nostrani, un milione e 150mila quelli censiti, creano un indotto pari a 60 milioni di euro l’anno, con oltre 11mila produttori apistici e quasi 40mila apicoltori dediti all’autoconsumo.
La produzione del 2012 si è attestata sui 230mila quintali, mentre quella del 2013 appare in calo. Per il Sistema d’informazione sull’agricoltura biologica (Sinab) gli alveari in regime di controllo biologico ammontano a 128mila, mentre sarebbero più del doppio, per l’Unione nazionale apicoltori (Unaapi), quelli gestiti in modalità bio ma non certificati. “Sono certificati bio il 10 per cento degli alveari, la percentuale più elevata tra le zootecnie” dichiara Francesco Panella, presidente Unaapi, a margine del terzo simposio mondiale dell’apicoltura biologica, dal 4 al 7 marzo a Castel San Pietro, alle porte di Bologna. Appuntamento che poi prosegue con Apimell, alla fiera di Piacenza dal 7 al 9 marzo. “Ospitiamo il simposio perchè l’Italia si colloca fra i Paesi più significativi al mondo per l’apicoltura bio [...] http://www.lastampa.it/2014/03/06/scienza/ambiente/green-news/lapicoltura-biologica-mondiale-si-d-appuntamento-in-emilia-romagna-u69Um8o0ux1uVeGfaflWLK/pagina.html
Mar
La Stampa.it – 6/3/2014
L’annuncio di un’equipe Usa: 11 mesi dopo le cure antiretrovirali non c’è più traccia dell’infezione. I ricercatori: «Ma ora è sbagliato parlare di guarigione»
… il caso è il secondo che fa sperare in una remissione della malattia quando curata precocemente. [...] I medici hanno dato farmaci alla piccola appena quattro ore dopo la sua nascita da una madre sieropositiva e che non si curava e non hanno mai interrotto il trattamento, ha spiegato Yvonne Bryson, professore di pediatria presso la facoltà di medicina dell’Università della California a Los Angeles, uno dei consulenti che ha partecipato alla cura della piccola. I risultati sono stati presentati alla 21° Conferenza sui Retrovirus e le Infezioni Opportunistiche (CROI 2014) che si svolge a Boston. http://www.lastampa.it/2014/03/06/scienza/curata-una-bimba-sieropositiva-nuove-speranze-nella-lotta-allaids-MZp2KEzXDRSOG9w0TH5vVI/pagina.html
Università di Tor Vergata