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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XFeb
La Stampa.it, 3/2/2014
la direttrice di Agroinnova e presidente dell’ International Society of Plant Pathology (ISPP) , Maria Lodovica Gullino.
…L’innovazione introdotta dai ricercatori riguarda proprio la sostituzione o la riduzione degli agrofarmaci nel sacchetto a favore di componenti 100% naturali. Come l’olio essenziale al basilico con cui i semi vengono massaggiati. Il trattamento fa apparire le serre del polo di ricerca quasi una sorta di centro benessere per sementi malate ma risponde a una necessità di tutela dell’ambiente e del cibo che mangiamo. Già in fase di sperimentazione, questo massaggio naturale preverrebbe la diffusione di malattie aumentando le chance di recuperare partite di semi contagiati ma non del tutto compromessi. Gettare tonnellate di sementi ormai irrecuperabili, infatti, significa perdere migliaia di euro di potenziali colture.
Ripartire dalla concia
Secondo l’Associazione Italiana Sementi, nel 2007 «il 90% delle sementi di mais distribuite sul mercato italiano ha subito un trattamento conciante protettivo di base con prodotti fungicidi», mentre il 60% circa delle sementi già trattate con un fungicida viene poi conciato anche con un prodotto insetticida. Metodo, quest’ultimo, che alcuni ritengono non necessariamente nocivo per l’ambiente (come dimostrava una ricerca condotta tra il 2003 e il 2006 sulle sementi di mais in Veneto, conciate con insetticida) ma che nel 2008 ha subito una battuta d’arresto nell’applicazione perché sospettato di essere la causa di una elevata moria di api [...] Obiettivo fatto proprio anche dall’Autorità per la Sicurezza Alimentare dell’Unione Europea che sta puntando molto sulla concia naturale per ridurre il rischio di malattie e quindi la perdita di materia prima.
Il Corriere della sera.it – 31/1/2014 – Elena Mell
A seconda dei cibi che mangiamo si modificano le specie e il metabolismo dei batteri, con implicazioni sulla salute
Siamo davvero ciò che mangiamo, e pure i batteri che convivono con noi “sono” quel che mettiamo in bocca. Cambiare tipo di alimentazione modifica infatti velocemente, molto più velocemente del previsto anche la flora batterica intestinale, il cosiddetto “microbioma”: chi diventa vegetariano già dopo 24 ore ha nell’intestino batteri completamente diversi da quelli di quando era carnivoro, l’inverso succede a chi riporta in tavola la carne dopo un’alimentazione a base di vegetali. Un dato già noto per gli animali da esperimento, dimostrato ora anche nell’uomo grazie a una ricerca dell’università di Harvard pubblicata su Nature. http://www.corriere.it/salute/nutrizione/14_gennaio_20/flora-intestinale-come-varia-cambiando-dieta-41821106-81cd-11e3-8a88-1094d7bd0d52.shtml
http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature12820.html
New York Times – 29/1/2014, Carl Zimmer – http://www.nytimes.com/2014/01/30/science/neanderthals-leave-their-mark-on-us.html?ref=science&_r=0
La Stampa.it – 30/1/2013
Nei geni che influiscono sulla produzione di cheratina e ci aiutano a proteggerci dal freddo
Il genoma dell’uomo di Neanderthal, ancora presente fra l’1% e il 3% nel dna dei moderni esseri umani, ha aiutato i primi homo sapiens ad adattarsi alle fredde temperature europee fornendo loro una pelle più spessa, anche se li ha esposti a più alti rischi di contrarre il diabete o il lupus, malattia cronica della pelle.
Gli umani hanno acquisito il dna di Neanderthal a causa degli incroci avvenuti fra 40 mile e 80 mila anni fa e due diversi studi, uno pubblicato dal britannico Nature e l’altro dalla rivista americana Science, hanno rivelato che questi geni influiscono sulla produzione di cheratina, una proteina che risiede nella pelle, nei capelli e nelle unghie e potrebbero aver giocato un ruolo nelle migrazioni dell’homo sapiens dal nord dell’Africa verso il resto d’Europa. I ricercatori dell’università di Harvard guidato da David Reich hanno analizzato il patrimonio genetico di oltre mille individui, 846 dei quali di origine non africana e 176 provenienti dall’Africa sub-sahariana. http://www.lastampa.it/2014/01/30/scienza/tracce-delluomo-di-neanderthal-nel-nostro-dna-uykH8NR7DMatwJKqc368sJ/pagina.html
Il corriere della sera.it – 30/1/2014, margherita de bac
RAPPORTO DEL MINISTERO DELLA SALUTE ONLINE - Il San Raffaele al primo posto
… Stanziati 130 milioni: il 14% assegnato all’istituto milanese. Premiato il Nord. Calabria esclusa per errori tecnici
Su 4000 progetti presentati, 372 hanno ricevuto sostegno economico, con una decisa prevalenza di studi di base, cioè quelli che non riguardano il malato direttamente ma aprono la strada alla sperimentazione clinica. La maggior parte dei fondi è stata destinata allo studio di malattie oncologiche e neurologiche ma anche di disturbi metabolici e cardiovascolari. Al bando hanno partecipato tutti gli attori della nostra sanità, unica esclusa la Calabria che ha commesso errori tecnici nell’invio del materiale. Salta agli occhi la prevalenza dei centri del Nord (174 progetti) seguito dal Centro (132). Alle spalle del San Raffaele, con 44 progetti, si piazzano Toscana, Istituto superiore di sanità, Emilia Romagna. Dunque Santa Lucia di Roma, Ieo, Humanitas, Maggiore di Bologna e l’ospedale pediatrico Bambino Gesù. Una parte dei finanziamenti, circa 50 milioni, sono andati ai giovani ricercatori sotto i 40 anni [...] «È stato applicato il modello vincente della peer rewiew (valutazione tra pari, ndr )internazionale: ovvero il metodo della valutazione indipendente da parte di scienziati,in larga maggioranza stranieri, che giudicano la qualità degli studi senza conoscere l’autore. L’obiettivo del bando è promuovere l’applicazione clinica». [...] http://www.corriere.it/salute/14_gennaio_30/fondi-migliori-progetti-ricerca-san-raffaele-primo-posto-ebd85062-898d-11e3-be5b-d457abaa7165.shtml – http://www.corriere.it/Sistema%20Corriere/Il%20Corriere%20della%20Sera/CorriereWeb/2014/01/30/Salute/Articoli/pop_finanziamenti.shtml
Università di Tor Vergata