-
-
-
Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
-
Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
-
Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XJan
La stampa.it – 27/1/2014 – tuttoscienze
Studio pubblicato su Nature. Ricostruiti i tratti somatici analizzando il Dna
di un uomo vissuto nel Mesolitico in Spagna. Il colore della pelle e degli occhi sarebbero variati negli anni in conseguenza dei cambiamenti di alimentazione
[...il] gruppo coordinato da Carles Lalueza-Fox, dell’Istituto di Biologia Evolutiva a Barcellona.
I resti dell’uomo sono stati scoperti nel 2006 insieme con un altro scheletro maschile nel sito La Brana – Arintero in Valdelugueros, nel Nord della Spagna. Entrambi gli uomini sono vissuti nel Mesolitico, compreso fra 10.000 a 5.000 anni fa (tra il Paleolitico e Neolitico), che si conclude con l’avvento dell’agricoltura e l’allevamento, pratiche arrivate dal Medio Oriente.
Il lavoro è stato condotto sul Dna estratto da un dente di uno dei due uomini indicato con La Brana 1. L’analisi mostra come alcune nuove abitudini introdotte dall’agricoltura hanno influenzato le popolazioni facendo emergere nuovi geni associati con il sistema immunitario e la dieta.[...] http://www.lastampa.it/2014/01/27/scienza/gli-europei-di-anni-fa-avevano-occhi-blu-e-pelle-scura-Wt1rpjF0N6LofagVWPM2QL/pagina.html
il corriere della sera.it -24/1/2014, massimo spampani
Vecchi ma in forma. Una ricerca capovolge un punto di vista diffuso, quello cioè che i grandi vecchi alberi, vista la veneranda età, crescano poco o niente, sopravvivano nel tempo ma siano improduttivi. E invece no: gli scienziati hanno appurato che nella maggior parte delle specie gli alberi invecchiando aumentano i tassi di crescita e sequestrano più carbonio dall’atmosfera. Un gruppo di ricerca internazionale – come riferisce la rivista Nature ( http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature12914.html ) - afferma che il 97 % delle 403 specie tropicali e temperate oggetto dello studio cresce più velocemente man mano che invecchia. Lo studio è stato guidato da Nate L. Stephenson del U.S. Geological Survey Western Ecological Research Center. I ricercatori hanno preso in considerazione i dati provenienti da studi condotti in tutti i continenti. Le conclusioni sono basate su misurazioni ripetute su 673.046 singoli alberi, alcune risalenti a più di 80 anni fa. http://www.corriere.it/scienze/14_gennaio_24/alberi-piu-invecchiano-piu-crescono-13f683fa-850d-11e3-a075-38de66619eb5.shtml
Le Scienze – 23/1/2014
La divisione delle staminali ematopoietiche, da cui hanno origine le cellule del sangue, è stimolata da elevati livelli di ormoni femminili nel sangue. Questo meccanismo di proliferazione delle staminali legato ai livelli ormonali serve a soddisfare il fabbisogno maggiore di sangue delle femmine durante la gravidanza. La scoperta, avvenuta grazie a uno studio su topi, potrebbe avere ricadute cliniche.
Le cellule staminali ematopoietiche, che danno origine a tutti i tipi di cellule del sangue, si comportano in modo differente nei maschi e nelle femmine. In particolare, nelle femmine hanno una capacità di dividersi molto più frequentemente rispetto ai maschi. A dimostrarlo è una ricerca su topi effettuata da Sean Morrison dello University of Texas Southwestern Medical Center di Dallas e colleghi, che firmano un articolo pubblicato su “Nature”.
http://www.nature.com/nature/journal/v505/n7484/full/nature12932.html
Jan
La Stampa.it – 24/1/2014 – tuttoscienze
Più si possiede memoria e più ci vuole tempo per ricercare le cose
[...] A dirlo un nuovo studio di Michael Ramscar e colleghi della Università di Tubingen in Germania pubblicato sula rivista Topics in Cognitive Science.
«Il cervello umano – ha spiegato Ramscar – lavora più lentamente nella terza età solo perché ha accumulato più informazioni nel corso del tempo».
L’errore di fondo dei quiz cognitivi e dei test linguistici sarebbe che «inavvertitamente favoriscono le persone giovani e non tengono conto dell’esperienza accumulata da chi è più vecchio. Il sapere di più induce una differente analisi, scelta di parole e interpretazioni» spiega Ramscar. [...]
«È tempo di ripensare a cosa si intende per declino cognitivo prima che false conclusioni siano poi usate per decisioni che mettono ai margini i vecchi o che cerchino di rimediare a problemi che non esistono» commentano Wayne Gray e Thomas Hills del dipartimento di scienze cognitive e psicologia dell’università di Warwick, editori della rivista.
http://www.lastampa.it/2014/01/24/scienza/il-cervello-degli-anziani-rallentato-da-troppe-informazioni-BarcrfLZm6KGIggpOEYpsJ/pagina.html
Università di Tor Vergata