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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XLa Stampa.it – tuttoscienze 7/11/2013
Porta a un migliore sviluppo di importanti aree del cervello
Parlare una seconda lingua può ritardare l’insorgenza di tre tipi di demenze. Lo dimostra il più grande studio mai realizzato su questo argomento, pubblicato on line su Neurology, la rivista dell’American Academy of Neurology.
L’indagine ha rilevato che le persone che “padroneggiano” due o più lingue sviluppano una demenza in media quattro anni e mezzo più tardi rispetto alle persone che parlano una sola lingua.[...]
l’autore dello studio Suvarna Alladi dell’Institute of Medical Sciences di Hyderabad, India…
Nov
La Stampa.it – 6/11/2013, tuttoscienze
daniela berretta
Cosa «vede», cosa «odora», cosa «prova» una pianta? Daniel Chamovitz, biologo dell’Università di Tel Aviv, sta gettando una nuova luce sull’universo del regno vegetale.
Professore, è vero che le piante posseggono percezioni simili a quelle dell’uomo?
«Io ho cercato di capire come una pianta utilizzi un segnale luminoso per capire quando dispiegare le foglie. La sorpresa è arrivata nel momento in cui ho clonato i geni responsabili del modo con cui risponde alla luce…
Nov
Focus.it – 5/11/2013
fabrizia sacchetti
Il super-pedigree comprende 13 milioni di individui ed è stato realizzato con i dati di 43 milioni di profili di un social network dedicato alla genealogia. Lo scopo? Raccogliere informazioni per analizzare l’ereditarietà genetica di generazione in generazione.
Adesso, nell’era dei Big Data, c’è anche il più grande albero genealogico del mondo a scopo scientifico: unisce più di 13 milioni di persone con un patrimonio di dati che risale addirittura al XV secolo. Secondo gli autori dello studio, le informazioni raccolte potranno fornire indizi sull’ereditarietà genetica, rivelando quanto i geni del DNA influiscono su malattie, longevità o fertilità.
Questo albero da record presentato da Yaniv Erlich alla riunione annuale dell’American Society of Human Genetics di Boston si chiama FamiLinx (http://erlichlab.wi.mit.edu/familinx/faq.html) ed è stato realizzato assemblando le informazioni di più di 43 milioni di profili pubblici presi da Geni.com (http://www.geni.com/) , social network di genealogia.
http://www.focus.it/scienza/l-albero-genealogico-piu-grande-del-mondo_C12.aspx
Università di Tor Vergata