Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
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seminario – martedì 19 dicembre 2017
Dec
wired.it, 13/12/2017, g. dotti
Il numero che dovrebbe rappresentare le reazioni avverse ai vaccini dal 2014 al 2016 è un po’ gonfiato, ma soprattutto non è specificato che per oltre l’80% si tratta di reazioni non gravi, che i casi non sono accertati ma sospetti e che per il resto dei farmaci va molto peggio
“Vaccini: 21.658 reazioni avverse segnalate nel triennio 2014-2016 secondo i dati dall’Agenzia italiana del farmaco”: così dovrebbe essere letto l’enorme manifesto apparso lunedì a Pesaro e ideato dal Comitato salute e diritti, che nel corso del prossimo mese pianifica di affiggere altri cartelloni pubblicitari analoghi coinvolgendo anche la città di Fano. La conclusione, ovviamente critica nei confronti del decreto Lorenzin sull’obbligo vaccinale, è il solito motto del movimento FreeVax: “se c’è rischio deve esserci [libertà di] scelta”. (Che poi quasi sempre si traduce nella scelta di non vaccinare.)
Il Comitato ha esplicitato su Facebook “di non essere contro le vaccinazioni e di non esserlo mai stato”, secondo una retorica ormai nota. Nel caso di Pesaro non si può negare che il manifesto affisso nel parcheggio San Decenzio susciti timore e avversione nei confronti delle pratiche vaccinali… https://www.wired.it/scienza/medicina/2017/12/13/manifesti-obbligo-vaccinale-reazioni-vaccini/
di Annibale Biggeri, Franco Merletti, Benedetto Terracini, Paolo Vineis
scienza in rete – 13/12/2017
Con questa lettera gli epidemiologi ed esperti di cancerogenesi ambientale Benedetto Terracini, Paolo Vineis, Annibale Biggeri e Franco Merletti hanno voluto rispondere all’articolo che la senatrice Elena Cattaneo ha pubblicato lo scorso 1° dicembre su La Repubblica titolata “Gli equivoci sul glifosato”, (http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2017/12/01/gli-equivoci-sul-glifosato46.html?ref=search ) in cui la staminologa avanzava dubbi sulla classificazione dell’erbicida come “probabile cancerogeno” stabilita dalla IARC di Lione, adombrando non meglio precisati conflitti di interesse che avrebbero spinto alcuni componenti dell’agenzia OMS a nascondere dati. IARC è la struttura della Organizzazione Mondiale della Sanità deputata al riconoscimento dei rischi ambientali. Gode di grande prestigio su scala mondiale. Con l’Agenzia collaborano da decenni diversi centri di ricerca italiani. L’accusa alla IARC da parte di una parlamentare italiana rappresenta un fatto senza precedenti. [...]
La Senatrice Elena Cattaneo (La Repubblica, 1° dicembre) smentisce il giudizio dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro – IARC) che il glifosato è “probabilmente cancerogeno per la specie umana”. La senatrice dissente perché “due componenti (non meglio specificati ndr) del team di lavoro IARC sul glifosato” avrebbero omesso di palesare i loro conflitti di interesse e avrebbero celato alcuni dati scientifici in proprio possesso.
La Senatrice sorvola sul fatto che la IARC è la struttura dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) deputata alla valutazione dei rischi cancerogeni. Il programma IARC di valutazione dei rischi cancerogeni sulla base dell’evidenza scientifica è a noi famigliare e alcuni tra noi hanno avuto l’opportunità di parteciparvi direttamente. Conosciamo quindi – apprezzandoli – i criteri utilizzati dalla IARC per controllare … http://www.scienzainrete.it/articolo/lettera-elena-cattaneo-sul-glifosato/annibale-biggeri-franco-merletti-benedetto-terracini
Dec
Due nuove ricerche sembrano indicare che i virus cresciuti nelle uova subirebbero delle modifiche, producendo vaccini meno efficaci su alcuni ceppi di influenza
wired.it, 10/11/2017 – s. valesini
…
Ad attirare l’attenzione degli autori dei nuovi studi è stato però un particolare: il vaccino dello scorso anno conteneva proprio il ceppo di H3N2 (definito A/Hong Kong/4801/2014) che è risultato prevalente durante la stagione influenzale. Sfortuna a parte, quindi, il vaccino avrebbe dovuto funzionare egregiamente. E quando l’efficacia si è rivelata deludente, il microbiologo della University of Pennsylvania Scott Hensley e il suo team hanno deciso di approfondire la questione. E i risultati della loro ricerca, pubblicati sui Proceedings of the National Academy of Sciences, hanno svelato l’arcano: il virus contenuto nei vaccini era molto diverso da quello wild type, cioè quello effettivamente presente nella popolazione.
Scoprirlo non è stato poi così difficile: il ceppo in questione è caratterizzato da una mutazione emersa nel 2014, che ha prodotto lo sviluppo di una nuova molecola … (http://www.pnas.org/content/114/47/12578.abstract) [...]
Risultati simili, d’altronde, sono emersi anche dal secondo studio, pubblicato questa volta su Plos Pathogens. Anche in questo caso, i ricercatori si sono concentrati sull’emoagglutinina, analizzandone la struttura e svelando che nelle uova di gallina subisce specifiche mutazioni strutturali che migliorano la sua efficacia nell’invadere l’organismo ospite (l’uovo in questo caso), ma rendono al contempo molto più difficile (si parla di una differenza di tre ordini di magnitudine) il legame con gli anticorpi umani. (http://journals.plos.org/plospathogens/article?id=10.1371/journal.ppat.1006682) La verità è che queste problematiche si conoscono da decenni, ma fino a qualche tempo fa non aveva senso studiarle troppo perché mancavano le alternative all’utilizzo delle uova”, sottolinea Montomoli. “Oggi invece iniziano a essere disponibili diverse tecniche per crescere i virus, o creare direttamente le particelle di antigene, e quindi cominciano anche ad accumularsi gli studi che dimostrano i problemi legati alle uova”. [...] una nuova tecnica arrivata in fase 3 di sperimentazione (a un passo dalla commercializzazione quindi) permette per esempio di crescere i virus all’interno di organismi vegetali, in questo caso foglie di tabacco. Per ora sembra essere efficace, e molto più rapida delle tecniche tradizionali…. https://www.wired.it/scienza/biotech/2017/11/10/influenza-migliori-vaccini-uova/
Università di Tor Vergata