Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
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la repubblica.it, 25/11/2017 – c. cucciatti
Uno studio fa vedere come le cortecce frontali e parietali si attivino anche quando non siamo concentrati su uno stimolo esterno. Una scoperta che aiuterà l’analisi dello sviluppo del linguaggio
A sostenere che il cervello è pronto a pianificare un’azione che coinvolge un oggetto vicino, prima ancora che lo stabilisca la nostra volontà, uno studio condotto dai ricercatori dell’ospedale San Raffaele di Milano e pubblicato sul Journal of Neuroscience. “C’è un monitoraggio in tempo reale – spiega Marco Tettamanti, ricercatore del San Raffaele e prima firma della ricerca – i neuroni hanno una reazione agli stimoli esterni praticamente istantanea”. [...]
“Vogliamo conoscere meglio cosa succede quando un bambino, durante la crescita, impara a comunicare e a interagire con gli altri. E poi – conclude Tettamanti – agevolare la diagnosi di malattie come la demenza senile”. L’obiettivo degli studiosi è infatti quello di poter essere in grado di stabilire quanto, nello sviluppo di malattie degenerative, il cervello abbia il controllo delle informazioni che riceve. In altre parole, quale sia l’entità del danno”. http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2017/11/25/news/cervello_reagisce_oggetti_intorno_inconsciamente-181815395/
http://www.jneurosci.org/content/37/44/10712
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Wired.it – 20/11/2017, a. l. bonfranceschi
Uno studio internazionale, cui ha preso parte anche l’Italia, è riuscito a identificare le basi genetiche di malattie rare rimaste per anni senza una diagnosi.
Trent’anni per una diagnosi. Tanto ci è voluto perché Laura e Marco, oggi trentenni ma in cura sin da età pediatrica, ricevessero una diagnosi per i loro disturbi. Si tratta di due diverse forme di encefalopatie a base genetica, di cui oggi i ricercatori dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, in collaborazione con i colleghi del Policlinico Umberto I, sono riusciti a identificare i geni responsabili, come raccontano sulle pagine della rivista American Journal of Human Genetics. In entrambi i casi, spiegano i ricercatori – che hanno svolto lo studio in collaborazione con alcuni colleghi internazionali – le mutazioni che colpiscono i geni di Laura e Marco sono insorte al momento del concepimento. [...] Lo studio sui geni di Laura e Marco si inserisce all’interno di un contesto più ampio sullo studio delle cosiddette developmental and epileptic encephalopathies, encefalopatie a causa sconosciuta nella maggior parte dei casi, scrivono i ricercatori nel loro studio. [...] Ma l’identificazione dei geni malattia assume un senso più grande, non legato solo alla diagnosi. Permette di capire la patologia e in prospettiva di immaginare nuove strategie per contrastarle, conclude Marco Tartaglia, responsabile dell’area di ricerca genetica e malattie rare del Bambino Gesù, … https://www.wired.it/scienza/medicina/2017/11/20/malattie-genetiche-diagnosi/
http://www.cell.com/ajhg/fulltext/S0002-9297(17)30377-4
Università di Tor Vergata