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LA STAMPA.IT - 14/7/2016, TUTTOSCIENZE, V. ARCOVIO
Dagli australopitechi ai Sapiens, tante avventure inattese - Intervista a Olga Rickards
... «Grazie ai progressi nello studio del Dna antico e nella biologia molecolare possiamo cogliere l’evoluzione con le mani nel sacco proprio mentre sta operando e riscrivere la storia dell’uomo e dei suoi antenati». [...] Olga Rickards, scienziata a capo del Centro di antropologia molecolare per lo studio del cosiddetto «aDna» dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, dove si estrae e si analizza solo ed esclusivamente il Dna di epoche remote. [...] dall’analisi del genoma mitocondriale di reperti umani ritrovati nell’area megalitica di Saint-Martin de Corleans ad Aosta, siamo riusciti a risalire all’aplogruppo di appartenenza delle varie sequenze e alla loro probabile origine geografica. [...] dal sequenziamento del genoma dell’uomo di Neanderthal si è scoperto che l’Homo sapiens proveniente dall’Africa non ha sostituito i cugini neanderthaliani nell’Eurasia occidentale, ma che c’è stato un mescolamento: sono state riscontrate tracce di Dna di Neanderthal nelle popolazioni attuali dei continenti asiatico ed europeo, nonché tracce del nostro genoma in un neanderthaliano». [...] «Grazie al Dna possiamo risalire alle caratteristiche fenotipiche dei popoli del passato, cioè al colore della pelle, degli occhi e dei capelli. Possiamo anche sapere, da un solo frammento di ossa, se ci sono state malattie genetiche e risalire ai rapporti di parentela e al sesso degli individui... http://www.lastampa.it/2016/07/14/scienza/tuttoscienze/la-nostra-storia-prima-della-storia-io-la-scopro-nel-dna-pi-antico-qtQGMXumWVsLWS2gGsl4oJ/pagina.html

progetto brain diet
Premessa La neurodegenerazione è un processo patologico di tipo cronico a carico delle cellule del sistema nervoso. I neuroni interessati da questo fenomeno sono soggetti ad alterazione delle loro funzioni biologiche e selettivamente indotti a morte cellulare. A seconda del […]:
la stampa.it - 13/7/2016
Massimi esperti riuniti al congresso di NeuroMi 2016. L’incidenza della malattia è in declino, ma il progressivo invecchiamento della popolazione non ne arresta l’ascesa
... Genetisti, biologi molecolari, nanotecnologi, neurologi e scienziati cognitivi, massimi esperti nella lotta alle demenze, si sono riuniti a Milano-Bicocca in occasione del secondo Simposio internazionale di NeuroMi 2016, «Prediction and prevention of dementia: a new hope». [...] fondamentale anticipare la diagnosi prima che i danni siano irreversibili. E così la ricerca punta oggi all’identificazione di biomarcatori genetici, biochimici e neuropsicologici capaci di indicare i pazienti a rischio di demenza molti anni prima della comparsa dei sintomi clinici. [...] «Oggi, grazie alla PET con tracciante per amiloide, possiamo osservare l’accumulo progressivo di A beta nel cervello [...] Carlo Ferrarese direttore Scientifico di NeuroMi, il Centro di Neuroscienze di Milano. In caso di PET positiva, non è ancora possibile sapere se e quando la malattia si manifesterà. Ora, però, due possibili strade terapeutiche si stanno aprendo proprio per combattere la deposizione della proteina, «nuovi farmaci in grado di bloccarne la produzione – inibitori della secretasi - oppure anticorpi monoclonali in grado di rimuoverla» [...] «Sappiamo che specifiche alterazioni della funzione cognitiva, chiamate disturbo cognitivo lieve (MCI), spesso precedono di molti anni la demenza vera e propria» spiega Ferrarese. Predire la lunga marcia della malattia sarà più facile anche grazie a nuovi test diagnostici neuropsicologici, presentati a NeuroMi, che permettono di delineare con precisione il profilo cognitivo specifico del paziente con Alzheimer. http://www.lastampa.it/2016/07/13/scienza/benessere/alzheimer-le-speranze-negli-immunoterapici-3aXc4xoCKw1MzIBrHPWCzK/pagina.html

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le scienze.it - 11/7/2016
Da un'analisi di un campione di cittadini statunitensi è emerso che la selezione naturale non ha mai smesso di operare sulla nostra specie, influendo su una serie di tratti regolati anche dall'attività di numerosi geni. Il risultato dimostra inoltre che la velocità di cambiamento delle società moderne è tale da oscurare gli effetti della selezione naturale [...]
I recenti progressi nella genetica molecolare hanno reso più rigorosa la ricerca degli effetti della selezione naturale sugli esseri umani, perché consentono di studiare direttamente le varianti genetiche in una popolazione e la loro espressione fenotipica, cioè in termini di tratti funzionali e morfologici.
Sulla base di questi risultati di genetica molecolare, Jonathan P. Beauchamp della Harvard University ha effettuato uno studio, pubblicato sui "Proceedings of the National Academy of Sciences”. Il campione era composto da soggetti di origine europea nati tra il 1931 e il 1953 che parteciparono all'Health and Retirement Study, un ampio progetto di studio della salute della popolazione statunitense. ...
http://www.pnas.org/content/early/2016/07/06/1600398113
http://www.lescienze.it/news/2016/07/11/news/selezione_naturale_esseri_umani-3157269/
Università di Tor Vergata