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APC-AM20130211_122420_9EAEF69F-TBJT--330x185[1]     Perdite di rete in media superiori al 35% (ma si arriva anche la 70%), rete fognaria che ancora non serve il 15% degli italiani, depuratori malgestiti, inadeguati o addirittura inesistenti per un italiano su tre, acqua che esce a singhiozzo dai rubinetti, soprattutto a sud, circa il 35% dei corpi idrici di superficie che non raggiunge gli standard di qualità ambientale. Proprio per individuare gli obiettivi concreti per tracciare la rotta corretta per proteggere questa risorsa, l’Assemblea Nazionale Acque, che si è svolta in preparazione degli Stati Generali della Green Economy 2013, ha lanciato quattro proposte che partono da questo quadro generale: in Italia sono disponibili 52 miliardi di m3 di acqua (circa l’80% effettivamente utilizzata) e di questa il 50% è utilizzata in agricoltura, il 15-20% per uso domestico, il 30-35% per uso energetico/industriale. http://www.lastampa.it/2013/09/18/scienza/ambiente/focus/acqua-proposte-per-prevenire-le-emergenze-e-per-una-qualit-doc-cVlYCkAsC8hVSgJ4WkvkqI/pagina.html
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La Repubblica - 17/09/2013 rosita rijtano Cresce la domanda di prodotti a basso impatto ambientale, si moltiplicano sul web piattaforme che mettono in contatto diretto produttori e consumatori grazie alla geocalizzazione. Da "L'orto in tasca" a "Cortilia.it", siti e app con un unico obiettivo: accorciare la filiera puntando sulla qualità [...] Rivela un'indagine di Coldiretti che nel 2011 frutta e verdura comprate dalle mani dei contadini sono aumentate del 53 per cento rispetto al 2010, mentre lo scorso anno il fatturato ha raggiunto i tre miliardi di euro e promette una crescita a due cifre entro fine 2013. http://www.repubblica.it/ambiente/2013/09/17/news/app_chilometri_zero-66245029/  
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dna-100-kyJI-U10204157150414AG-330x185@LaStampa.it[1]   Oltre 50 scienziati europei per il più grande studio di sequenziamento dell’Rna umano ... Provano a spiegare il perché di questa variabilità gli scienziati europei che hanno lavorato al maxi progetto “Geuvadis”, guidati da un team dell’università di Ginevra, e hanno delineato una mappa che indica le cause genetiche delle differenze tra le persone. Lo studio, pubblicato su Nature e Nature Biotechnology, offre il set di dati più grande mai raccolto che collega il genoma umano all’attività genica al livello di Rna. Capire come il genoma unico delle persone le rende più o meno suscettibili alle malattie è una delle più grandi sfide della scienza di oggi, spiegano gli esperti. I genetisti sono al lavoro per capire l’influenza dei diversi profili genetici sul modo in cui vengono attivati o disattivati alcuni geni in diversi soggetti, perché questo potrebbe essere alla base di una serie di malattie genetiche. Lo studio europeo è stato condotto da oltre 50 scienziati di 9 istituti del Vecchio Continente. Il team ha misurato l’attività genica sequenziando l’Rna nelle cellule umane di 462 individui. Le sequenze dell’intero genoma di questi soggetti erano già state pubblicate come parte del 1000 Genomes Project. http://www.lastampa.it/2013/09/16/scienza/una-mappa-delle-cause-genetiche-delle-differenze-tra-le-persone-T3dq2yRezHLlbtuVRk1RaM/pagina.html
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Il Sole 24 Ore - 15/09/2013 Francesca Cerati ... secondo i calcoli l'aspettativa di vita sale costantemente di 2,5 anni per decennio dal 1840. Sei ore al giorno! A questo ritmo nei paesi occidentali la maggior parte dei bambini nati nel Duemila festeggeranno i 100 anni nel 22esimo secolo. Fino a qui, è il risultato di un migliore tenore e stile di vita, una maggiore istruzione e un facile accesso alle cure mediche. In futuro, il rinvio della mortalità sarà alimentato dalla scoperta dei geni della longevità e il loro controllo (su questo fronte grandi contributi stanno venendo da due italiani, Paola Sebastiani, professoressa di biostatistica alla Boston University School of public health e Pier Giuseppe Pelicci, condirettore dell'Istituto europeo di oncologia di Milano), così come la medicina rigenerativa è una grande promessa per ringiovanire organi e tessuti. A mettere insieme e correlare questi fattori è la bio-demografia, un nuovo campo di ricerca che vede nel professor James W. Vaupel, direttore esecutivo dell'Istituto Max Planck per la ricerca demografica, uno dei suoi fondatori nonché fra i massimi esperti sulla ricerca dell'invecchiamento. The Lancet l'ha definito l'innovatore della demografia dell'invecchiamento, essendo stato il primo a proporre la plasticità della longevità. Vaupel ha dimostrato che non c'è un limite preciso all'aspettativa di vita dell'uomo e ha avanzato l'ipotesi che la durata della vita umana non è fissa, ma varia anche in funzione delle dimensioni della popolazione. Sempre suo il concetto di demografia evoluzionistica, che mette in relazione la mortalità specifica di ogni età con i processi evoluzionistici che la determinano. Per questo nel Duemila ha creato [...] http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2013-09-13/conseguenze-longevita-172118.shtml?uuid=AbsuORWI