Dipartimento di Biologia
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.

Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012

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approfondimenti

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News ed Eventi
28
Jun

I segnali elettrici che permettono al cervello di riconoscere i volti

Posted by elena in dai media.

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la stampa.it, 28/6/2017 – tuttoscienze e. forzinetti
Oggi sembra più chiaro quale sia il codice utilizzato da alcune popolazioni di neuroni per riconoscere i volti. In uno studio realizzato dal gruppo di Doris Tsao del California Institute of Technology e pubblicato recentemente sulla rivista Cell i ricercatori hanno preso in esame il sistema utilizzato dai macachi per identificare le facce delle persone.
Partendo soltanto da un gruppo di 200 neuroni e decodificandone l’attività in relazione alla risposta ad alcune caratteristiche facciali, gli studiosi sono riusciti a realizzare un algoritmo capace di risalire all’intero volto di un individuo sulla base dei soli segnali elettrici prodotti dai neuroni stessi. … http://www.lastampa.it/2017/06/28/scienza/benessere/i-segnali-elettrici-che-permettono-al-cervello-di-riconoscere-i-volti-nQwHfvam2l2nJQojyoaJvO/pagina.html
http://www.cell.com/action/showImagesData?pii=S0092-8674%2817%2930538-X

27
Jun

Addio ronzio

Posted by elena in dai media.

Macrophoto of a female yellow fever mosquito

radiotrescienza, 27/6/2017 – Al microfono Rossella Panarese, http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-8459854b-9b5b-4bec-b5cc-0caa1bab912b.html
Che cosa accadrebbe se le zanzare sparissero dalla faccia della Terra? Sembra un sogno. Non tanto per la liberazione da bolle e punture, ma perché le zanzare, con le malattie che trasmettono, hanno sulla coscienza un milione di morti l’anno. Una soluzione possibile è modificarle geneticamente per ridurne la fertilità, come ci spiega Andrea Crisanti, parassitologo molecolare all’Imperial College di Londra. Ma siamo sicuri di saper prevedere cosa accadrebbe in un mondo senza zanzare? Lo chiediamo a Gianumberto Accinelli, entomologo e autore di I fili invisibili della natura (Lapis Edizioni, 2017).

Scientific American - Dina Fine Maron
Uno nuovo studio vuole analizzare le basi genetiche che rendono alcune persone più attraenti per le zanzare rispetto ad altre. I risultati potrebbero aiutare a sviluppare un repellente naturale contro questi insetti, che in alcuni casi sono vettori di malattie pericolose. [...] James Logan, entomologo medico della London School of Hygiene and Tropical Medicine che dirige il lavoro.  http://www.lescienze.it/news/2017/06/22/news/genetica_attrazione_zanzare-3576735/
https://www.scientificamerican.com/article/are-you-a-magnet-for-mosquitoes/

26
Jun

La sorprendente plasticità del cervello delle api

Posted by elena in dai media.

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le scienze.it, 26/6/2017,
Per associare un odore a una ricompensa, il cervello delle api può fare a meno dei corpi fungiformi, che in quasi tutti gli insetti sovraintendono al controllo intelligente del comportamento, attivando vie neurali alternative. Lo rivela un nuovo studio condotto su un modello computazionale dei circuiti cerebrali delle api, dimostrando che la plasticità è una caratteristica anche dei cervelli più semplici.
…  pubblicato su “PLOS Computational Biology” da HaDi MaBouDi e colleghi della Queen Mary University di Londra, che hanno realizzato un modello computazionale realistico dei circuiti cerebrali usati dalle api per elaborare le informazioni olfattive. … http://www.lescienze.it/news/2017/06/26/news/cervello_api_corpi_fungiformi-3578422/
http://journals.plos.org/ploscompbiol/article?id=10.1371/journal.pcbi.1005551

26
Jun

La biodiversità oltre il numero di specie

Posted by elena in dai media.

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le scienze.it, 24/6/2017 – Rachel Chernansky/Nature
Sempre più ricercatori stanno adottando una nuova idea di biodiversità che non contempla solo il numero di specie in un habitat, ma anche una serie di loro tratti funzionali, come le dimensioni corporee caratteristiche di una specie. Ma non c’è ancora accordo su che cosa possa essere considerato un tratto e che cosa no e la realizzazione di ampi database di tratti relativi alle varie specie del mondo è solo all’inizio.
… Alcuni fanno risalire il nuovo modo di pensare gli ecosistemi – almeno nella ricerca formale – all’ecologo David Tilman dell’Università del Minnesota a St Paul.
Nel 1994, pubblicò un articolo considerato una pietra miliare [...] TRY, presso l’Istituto Max Planck per la biogeochimica a Jena, in Germania, è una rete internazionale di scienziati vegetali che dal 2007 sta realizzando una banca dati accessibile al pubblico dei tratti e delle funzioni. Essa contiene ora i dati di 100.000 specie di piante.
C’è anche il database di ReeFish, ora guidato da Mouillot, che mira a fornire tratti e informazioni geografiche per tutti i pesci tropicali. E il Reef Life Survey, iniziato in Tasmania nel 2007 da Stuart-Smith e dall’ecologo marino Graham Edgar, comprende registrazioni di tratti di più di 5000 specie provenienti da tutti i bacini oceanici.
Duffy, nel frattempo, sta coordinando il programma della Smithsonian Global Marine Earth Observatory, che egli sostiene essere una “grande opportunità per definire i collegamenti tra diversità e funzionamento degli ecosistemi marini su scala globale”. Attualmente ci sono dieci siti nella rete, che mira a stabilire presenza globale, da polo a polo
[...] nonostante l’ampio accordo sulla importanza di concentrarsi sui tratti funzionali tra gli ecosistemi, non sembra ancora esserci una chiara definizione di tratto. Trovare un accordo su una che possa estendersi al regno vegetali e a quello animale sarà difficile. Quanto dettagliato dovrebbe essere? È opportuno fermarsi a tratti visibili, come le dimensioni della foglia, o di approfondire fino alle sequenze di singoli geni? [...] I dati possono essere incompleti, ma i tratti funzionali potrebbero comunicare l’importanza degli ecosistemi alle persone al di fuori della comunità scientifica, politici ed economisti, in un modo più tangibile di quanto abbia mai fatto la ricchezza di specie. “Se si perdono una specie o due, è difficile capire che cosa significa”, dice Jetz. Invece, essere in grado di mostrare in modo esplicito come la perdita di una funzione può decimare un ecosistema potrebbe avere un impatto più significativo. … http://www.lescienze.it/news/2017/06/24/news/numero_specie_tratti_funzionali-3580282/
http://www.nature.com/news/biodiversity-moves-beyond-counting-species-1.22079
(L’originale di questo articolo è stato pubblicato su Nature il 31 maggio 2017. Traduzione ed editing a cura di Le Scienze.)

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