Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XMay
la stampa.it, salute – 24/5/2017 – e. forzinetti
Il legame tra orologio biologico, microbiota e risposta alla dieta è un ambito di ricerca ancora tutto da scoprire. Al Baylor College of Medicine hanno osservato su modelli animali che la soppressione a livello del fegato del gene Npas2, un fattore di trascrizione che incide sulla regolazione dei ritmi circadiani, porta a modifiche nella composizione della flora batterica intestinale. Ma non solo: nei topi modificati cambiava anche la risposta a una condizione di stress metabolico, in particolare a un’alimentazione ridotta.
Nonostante la ricerca sia stata pubblicata sull’American Journal of Obstetrics and Gynecology , una rivista settoriale che normalmente non tratta queste tematiche, l’argomento rimane molto interessante per gli interrogativi che pone e le possibili future implicazioni.
«Sappiamo che circa il 20% del nostro patrimonio genetico è circadiano-dipendente. Tenendo conto che possediamo 1014 batteri intestinali, ognuno con una sua connotazione circadiana, possiamo immaginare quanto il nostro orologio biologico possa condizionare il loro e viceversa» spiega Roberto Manfredini, direttore della Clinica medica dell’Università di Ferrara ed esperto di cronobiologia. [...]
http://www.lastampa.it/2017/05/24/scienza/benessere/dovete-sapere/cos-i-ritmi-circadiani-influenzano-lintestino-e-la-risposta-alle-diete-3HrY6Po8up8XK6vNfh0KqL/pagina.html
http://www.ajog.org/article/S0002-9378(17)30462-3/fulltext
May
le scienze.it, 22/5/2017
Quaranta nuovi geni associati allo sviluppo dell’intelligenza sono stati identificati da un gruppo di ricercatori della Vrije Univeristeit di Amsterdam, del King’s College di Londra e di altri centri di ricerca, che firmano un articolo su “Nature Genetics”.
L’intelligenza ha una significativa componente genetica – che attualmente si stima rappresenti il 54 per cento delle capacità intellettive sviluppate – che però è diffusa su un numero alquanto elevato di geni. Molti di questi geni concorrono alla plasticità sinaptica, ossia alla capacità dei neuroni di creare nuovi contatti con neuroni vicini e/o di eliminare i contatti inutili o ridondanti.
Tuttavia, osservano i ricercatori, questi geni sono coinvolti in numerosi altri processi cellulari, dalla regolazione dei processi metabolici e di sviluppo cellulare fino ai meccanismi di apoptosi, il processo che porta un cellula a “suicidarsi” quando ha subito danni troppo gravi o una mutazione potenzialmente pericolosa. Inoltre, un numero significativo di questi geni è risultato molto sensibile a fattori epigenetici, vale dire a fattori che influiscono sul livello di espressione di un gene. … http://www.lescienze.it/news/2017/05/22/news/intelligenza_nuovi_geni_sviluppo_cellulare-3535190/
https://www.nature.com/ng/journal/vaop/ncurrent/full/ng.3869.html
May
radiotrescienza 22/5/2017
Un tempo i moscerini si schiacciavano a decine sui nostri parabrezza. Vedere una lucciola non era un evento eccezionale, e i giardini erano pieni di farfalle anche in città. Non è lo sfogo di un anziano nostalgico, ma un’esperienza supportata anche dai dati scientifici. Le ricerche fotografano un calo indiscutibile del numero di insetti sul nostro pianeta. Con quali conseguenze? Ne parliamo con Alberto Zilli, entomologo al Museo di Storia Naturale di Londra. Proprio di insetti parla Sei zampe e poco più (Topipittori, 2016), uno dei titoli di PIccoli Naturalisti Osservatori, consacrata migliore collana di divulgazione dal Premio Andersen 2017. Lo sfogliamo con Martina Russo, della redazione di Andersen.
Where have all the insects gone?, da Science http://www.sciencemag.org/news/2017/05/where-have-all-insects-gone
Il premio Andersen http://www.premioandersen.it/edizione2012/il-premio/
le scienze.it, 19/5/2017 – Amy Maxmen/Nature
Due gruppi di ricerca sono riusciti a ottenere in laboratorio cellule staminali progenitrici di tutte le cellule del sangue, un obiettivo finora sfuggito ad anni di studi, che offre una speranza ulteriore a persone con malattie del sangue [...] Un gruppo diretto dal biologo di cellule staminali George Daley del Boston Children’s Hospital, in Massachusetts, ha creato cellule umane che agiscono come cellule staminali del sangue, anche se non sono identiche a quelle che si trovano in natura. Un secondo gruppo, guidato dal biologo di cellule staminali Shahin Rafii del Weill Cornell Medical College, a New York, ha trasformato cellule mature di topi in cellule staminali del sangue completamente sviluppate. …
http://www.lescienze.it/news/2017/05/19/news/staminali_ematopoietiche_laboratorio_indotte_topi-3533844/
http://www.nature.com/news/lab-grown-blood-stem-cells-produced-at-last-1.22000
Università di Tor Vergata