Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XFeb
le scienze.it – 2/2/2017
Microscopici frammenti ben conservati di collagene, la principale proteina del tessuto connettivo, sono stati identificati in un fossile di dinosauro risalente a ben 195 milioni di anni fa. La scoperta è di un gruppo di ricercatori del National Synchrotron Radiation Research Center a Hsinchu, a Taiwan, e della National Central University, sempre di Taiwan, che descrivono il loro lavoro su “Nature Communications”.
Il collagene è stato ritrovato all’interno di un canale vascolare di una costola di Lufengosaurus huenei, un sauropode erbivoro lungo circa sei metri e alto tre, i cui resti sono stati scoperti nel deposito fossilifero di di Lu-feng, nella provincia cinese dello Yunnan. … http://www.nature.com/articles/ncomms14220
http://www.lescienze.it/news/2017/02/02/news/antica_proteina_conservata_collagene_dinosauro-3407933/
Feb
la stampa.it, 31/1/2017, tuttogreen – s. moraca
… habitat come la tundra, il deserto, la savana, la giungla si stanno riducendo sempre di più. Questo è quanto è emerso da uno studio pubblicato su Current Biology , coordinato da alcuni ricercatori australiani dell’Università del Queensland. Dal 1993 a oggi, sono scomparsi 3,3 milioni di chilometri quadrati, per una superficie pari a due volte quella dell’Alaska. Questi dati allarmanti riguardano per un terzo l’Amazzonia e per il 14% l’Africa centrale. [...] le aree dove non è ancora arrivata l’impronta umana costituiscono il 23% delle terre emerse, per una superficie pari a 30,1 milioni di chilometri quadrati. Queste zone si concentrano soprattutto nel Nord America, in Amazzonia, nell’Africa Sahariana, Africa Centrale, Siberia e Australia centrale. Questi dati sono confermati anche dal recente rapporto Fao sullo stato delle foreste mondiali. Ogni anno, solo nei Paesi tropicali, si perdono 7 milioni di ettari di foresta, [...] Uno studio pubblicato su Nature lo scorso agosto conferma i dati del Rapporto Fao: l’impronta ecologica umana non è cresciuta più rapidamente dell’aumento di popolazione, nel periodo compreso tra il 1992 e il 2009. Lo human footprint è però pesato maggiormente negli ambienti caratterizzati da un più alto livello di biodiversità e nei Paesi dove il reddito pro capite è medio-basso. Il 75% del pianeta sta attualmente subendo forti pressioni derivanti dall’impatto dell’impronta umana [...] spesso i programmi di riforestazione attuati da alcuni Paesi possono non bastare: uno studio recente, pubblicato su Nature , ha indagato l’impatto sulla biodiversità del più grande programma di riforestazione al mondo, il China’s Grain-for-Green Program (GFGP). [...] Buone notizie arrivano, invece, dal rapporto Fao sulle foreste: 12 Paesi sono riusciti ad aumentare di oltre il 10% la propria superficie forestale dal 1990, pur garantendo lo sviluppo di politiche agricole innovative. … http://www.lastampa.it/2017/01/31/scienza/ambiente/focus/negli-ultimi-anni-un-decimo-della-natura-selvaggia-sulla-terra-scomparso-43jYhSRYMcJtvLuV5UxJLJ/pagina.html
http://www.cell.com/current-biology/fulltext/S0960-9822(16)30993-9
rapporto FAO: http://www.fao.org/3/a-i5850e.pdf
http://www.nature.com/articles/ncomms12558
http://www.nature.com/articles/ncomms12717
Feb
la repubblica.it – scienze, 30/1/2017
…Si tratta di un microrganismo marino vissuto 540 milioni di anni fa, dalla fisiologia piuttosto particolare: aveva la forma di un sacchetto ed era privo di ano.scoperta è descritta in due articoli: uno pubblicato sulla rivista Nature dal gruppo della cinese Northwest University di Xìan coordinato da Han Han; l’altro pubblicato sulla rivista Nature Ecology and Evolution dal gruppo dell’università britannica di Cambridge coordinato da Thomas Harvey. Chiamato Saccorhytus proprio a causa del suo aspetto, è stato identificato da microfossili trovati nella Cina centrale, nella provincia dello Shaanxi, ed è l’esempio più primitivo di una più ampia categoria biologica, quella dei i cosiddetti deuterostomi, dalla quale si sono sviluppati i vertebrati … http://www.repubblica.it/scienze/2017/01/30/news/scoperto_il_piu_antico_progenitore_dell_uomo_piccolissimo_e_con_la_bocca_enorme-157233109/
le scienze.it, 30/1/2017
Grazie all’identificazione di 13 varianti geniche, o alleli, nel genoma del pomodoro, nel giro di pochi anni anche gli insipidi pomodori che troviamo al supermercato potrebbero tornare ad avere il loro vecchio, più spiccato sapore. A identificarle è stato un gruppo di ricercatori dell’Istituto di genomica agricola di Shenzhen, in Cina, e dell’Università della Florida a Gainesville, che firmano un articolo pubblicato su “Science”. … http://www.lescienze.it/news/2017/01/30/news/sapore_pomodoro_zuccheri_sostanze_volatili-3401562/
http://science.sciencemag.org/content/355/6323/391
Università di Tor Vergata