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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
Xla stampa.it – 15/6/2016, f. di todaro
http://www.lastampa.it/2016/06/15/scienza/tuttoscienze/anno-siamo-pronti-alla-ricerca-aperta-a-tutti-yz16ZKEnlBSBgtoVUeYIjK/pagina.html
«Entro il 2020 le pubblicazioni scientifiche dovranno essere gratuitamente accessibili a tutti», ha detto Carlos Moedas, commissario per la ricerca, la scienza e l’innovazione. L’appello, che vale come un orientamento politico per i 28 Stati membri, è riassumibile con due parole: «open access». [...] Secondo il fisico Jos Engelen, presidente del Consiglio nazionale di ricerca olandese, «il passaggio è ineludibile, vista la velocità con cui procede la scienza: il sapere deve circolare liberamente». Opinione che trova d’accordo Giuseppe Testa, direttore del laboratorio di epigenetica delle cellule staminali all’Istituto Europeo di oncologia e docente di biologia molecolare all’Università Statale di Milano. [...]
Resta da capire cosa si intenderà con «open access». Due le opportunità. Una prevede che le riviste scientifiche rendano gratuitamente disponibili i contenuti, non appena pubblicati. L’altra, più facile da realizzare, porterebbe università e laboratori a mettere a disposizione un archivio (online) con pubblicazioni liberamente consultabili, una volta scaduto l’«embargo» imposto dalle riviste stesse: finora quasi mai inferiore a sei mesi. Di fatto quello che già accade nei luoghi che aderiscono alla Lega dei centri di ricerca europei (Leru). Nella lista compare però un solo ateneo italiano: la Statale di Milano. …
radiotrescienza – 13/6/2016 pietro greco al microfono – 11.30
L’Unione Europea vuole l’accesso gratuito alle pubblicazioni scientifiche per tutti i suoi cittadini entro il 2020. Basta con i costosissimi abbonamenti alle riviste di settore per università, biblioteche e istituti di ricerca. Ma i grandi gruppi editoriali come reagiscono a questa idea? È un obiettivo davvero realizzabile in pochi anni? Lo chiediamo a Giovanni Destro Bisol, biologo molecolare all’università di Roma La Sapienza, e a Fabio Pulizzi, chief editor della rivista Nature nanotechnology. riascoltabile: http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-e0392da9-5f51-4a56-bbae-3732e9a0aeb2.html
sole 24ore – 30/6/2016, s. biagio
http://www.ilsole24ore.com/art/tecnologie/2016-05-30/l-ue-vuole-tutti-lavori-scientifici-liberi-e-gratuiti-entro-2020-113004.shtml?uuid=ADHvZHS
Jun
la repubblica.it, 9/6/2016
… Una nuova ricerca della Columbia University Medical Center, pubblicata su PLoS One, sostiene che una particolare lunghezza d’onda, gli UVC, riesca a uccidere batteri farmaco-resistenti nei topi, senza causare danni alla loro salute. [...] David J. Brenner, direttore del Centro per la ricerca radiologica della Columbia e autore principale dello studio. … http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2016/06/09/news/da_raggi_ultravioletti_arma_sicura_contro_batteri_resistenti-141633649/
http://journals.plos.org/plosone/article?id=info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0138418
Jun
la repubblica.it – 6/6/2016 – e. dusi
Il manifesto di alcuni genetisti americani per sintetizzarlo in laboratorio “Così creeremo cellule resistenti a virus e tumori e organi da trapiantare”
… Oggi un’iniziativa ancora più ambiziosa punta a riscrivere da zero – sintetizzandolo completamente in laboratorio – il codice della vita dell’uomo. L’iniziativa è stata battezzata “Human Genome Project-Write”. A lanciarla, dalle colonne di Science, sono stati 25 scienziati americani, che si sono dati 10 anni di tempo e non più di 3 miliardi di dollari di budget per raggiungere l’obiettivo di ricreare “l’intero genoma di cellule umane e altri organismi di interesse per l’agricoltura e la medicina”. [...] “Il nostro obiettivo”, scrivono su Science, è solo ottenere “linee cellulari” da coltivare e usare in laboratorio per studiare malattie, far crescere “organi umani” all’interno dei maiali “per usarli nei trapianti” e creare cellule con un Dna “fortificato” in grado di resistere a virus e tumori …
http://www.repubblica.it/scienze/2016/06/06/news/l_appello_degli_scienziati_fateci_riscrivere_il_dna_-141410938/
http://science.sciencemag.org/content/early/2016/06/01/science.aaf6850.full
Jun
le scienze.it – 7/6/2016
… un nuovo studio genetico dei resti di DNA di individui ritrovati in siti turchi e greci, confrontati con quelli di siti della penisola iberica, dell’Europa centrale e della Scandinavia, smentendo l’ipotesi che le nuove tecnologie agricole siano state adottate da popolazioni locali di cacciatori-raccoglitori [...] studio apparso sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” a firma di Joachim Burger Della Gutenberg University a Mainz, in Germania, e colleghi di un’ampia collaborazione internazionale, [...] Burger e colleghi hanno condotto estese analisi genetiche su campioni di DNA di cinque individui, due dei quali scoperti nel sito agricolo di epoca neolitica di Barcin, nella parte nordoccidentale della Turchia, e gli altri tre nei siti di Revenia, Paliambela, Kleitos, nella parte settentrionale della Grecia.
I risultati sono stati poi confrontati con quelli di analoghe analisi condotte su due campioni scoperti nel sito mesolitico di Theopetra, nel Peloponneso, e con un gran numero di campioni di epoche successive trovati in siti della penisola iberica, dell’Europa centrale e della Scandinavia, e risalenti all’epoca della prima diffusione dell’agricoltura nel continente europeo. … http://www.pnas.org/content/early/2016/06/01/1523951113 http://www.lescienze.it/news/2016/06/07/news/origine_anatolia_primi_agricoltori_europei-3115619/
Università di Tor Vergata