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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
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le scienze.it – 27/2/2015
… Un nuovo studio pubblicato su “Current Biology” firmato da Kathryn Hunt e Lars Chittka della Queen Mary University di Londra ha ora dimostrato che anche il bombo (Bombus terrestris), un insetto della famiglia degli apidi, ha problemi di memoria. In particolari occasioni, può infatti fondere diversi ricordi in uno solo, in modo del tutto simile a quanto avviene per gli esseri umani. Lo studio, sottolineano gli autori, è il primo ad analizzare il fenomeno dei falsi ricordi in una specie diversa dalla nostra, suggerendo che potrebbe essere molto diffuso nel regno animale.
Il bombo è un insetto con buone capacità cognitive: può infatti ricordare forma, colore e profumo di vari tipi di fiori, il che gli permette per esempio di bottinare fiori molto lontani dal nido e ritrovare senza problemi la strada del ritorno. … http://www.lescienze.it/news/2015/02/27/news/bombo_memoria_fusione_ricordi-2502053/
http://www.cell.com/current-biology/abstract/S0960-9822(15)00025-1
Mar
le scienze.it – 27/2/2015
Durante lo sviluppo del feto, l’espansione della neocorteccia, la parte evolutivamente più recente della corteccia cerebrale, è controllata in gran parte da un gene denominato ARHGAP11B, comparso nel ramo filogenetico degli esseri umani dopo la separazione dagli scimpanzé. L’ipotesi è che proprio questo gene abbia avuto un ruolo importante nel differenziare ominidi ed esseri umani moderni dagli antichi progenitori comuni agli altri primati …
Un unico gene è responsabile dell’espansione fisica della neocorteccia cerebrale: è quanto afferma un nuovo studio apparso sulla rivista “Science” e firmato da Marta Florio, …
http://www.sciencemag.org/content/early/2015/02/25/science.aaa1975
http://www.lescienze.it/news/2015/02/27/news/unico_gene_espansione_neocorteccia-2503077/
la stampa.it – 27/2/2015 – tuttoscienze
Scovato uno dei geni che “disegnano” la corteccia cerebrale dell’uomo, lo strato più esterno e evolutivamente recente dove nascono le nostre capacità cognitive: è un gene che esiste solo nell’uomo ed è il “motore” che fa aumentare il numero di cellule della corteccia. A scoprirlo è stato il gruppo di ricerca tedesco guidato dall’italiana Marta Florio, dell’Istituto Max Planck di Dresda, i cui risultati sono stati pubblicati su Science. [...] La scoperta del gene, chiamato ARHGAP11B, è stato un lungo lavoro di ricerca partito dall’analisi delle differenze esistenti nella formazione del cervello umano e quello dei topi, in particolare nella regione della corteccia. …
http://www.lastampa.it/2015/02/27/scienza/trovato-uno-dei-geni-che-rende-unico-il-cervello-umano-fGkXoLeHUBvTioHQ99FglN/pagina.html
Mar
le scienze.it – 25/2/2015
In seguito ai cambiamenti climatici stiamo assistendo a uno spostamento delle aree di endemia di molte malattie infettive e al loro passaggio a nuovi ospiti, con un progressivo, parallelo aumento del rischio che nella popolazione umana si manifestino focolai ed epidemie a cui non siamo adeguatamente preparati.
E’ su questo fenomeno che richiamano l’attenzione Eric P. Hoberg, dell’Osservatorio di parassitologia del Dipartimento per l’agricoltura degli Stati Uniti, e Daniel R. Brooks, direttore del Laboratorio di parassitologia dell’Università del Nebraska a Lincoln, in un articolo pubblicato su un numero delle “Philosophical Transactions of the Royal Society B” interamente dedicato alle nuove emergenze infettive. …
http://rstb.royalsocietypublishing.org/content/370/1665/20130553
http://www.lescienze.it/news/2015/02/25/news/clima_diffusione_parassitosi_salto_specie-2498472/
Università di Tor Vergata