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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XNov
la stampa.it – tuttoscienze 19/11/2014
Dai farmaci intelligenti alle diagnosi super-veloci. La svolta non è più un’utopia, ma è ora di investire
ROBERTO CINGOLANI – ISTITUTO ITALIANO DI TECNOLOGIA
[...]Le nanotecnologie potrebbero rappresentare una grande opportunità offerta dalla scienza in questa direzione.
Potrebbero, infatti, portare profonde innovazioni nell’analisi e nella diagnosi precoce; nelle terapie personalizzate; nel rilascio selettivo di medicinali sulle singole cellule malate, senza effetti collaterali; nella creazione di nuovi materiali artificiali biocompatibili e anche nell’ingegneria tissutale e degli organi. Per esempio, le nanotecnologie potrebbero permettere diagnostiche portatili a basso costo, di tipo «usa e getta», [...]
Questi sensori sono pensati per effettuare screening di ampi campioni di popolazione in assenza di ospedali, per analizzare lo stato di conservazione e sofisticazione dei cibi che devono essere trasportati in giro per il mondo o per effettuare analisi rapide negli aeroporti, prevenendo la diffusione di malattie contagiose. Lo sviluppo di questa tipologia di sensori biologici e medicali ad altissima sensibilità – noti come «point of care technology» -, in grado di rilevare la presenza di una o più specie chimiche in un campione biologico in soluzione, è una sfida scientifica di capitale importanza[...]
riconoscere con grande accuratezza mutazioni genetiche, oltre a cellule malate e proteine, rappresenta quindi solo il primo passo. Le tecnologie di «intelligent drug delivery», cioè di rilascio mirato di medicinali, rappresenta ancora una frontiera della ricerca, anche se molti passi sono già stati fatti…
Nov
le scienze.it – 18/11/2014
Un gruppo di ricercatori della Carnegie Institution ha scoperto un meccanismo essenziale grazie a cui le piante mantengono elevata la loro efficienza fotosintetica in condizioni di luce fluttuante. La scoperta è descritta in un articolo su “Nature Communications”. [...]
Il cosidetto complesso antenna un sistema di proteine e pigmenti contenuti nel cloroplasto delle foglie, al cui interno avviene la fotosintesi – assorbe i fotoni della luce e ne trasferisce l’energia ai fotosistemi che portano alla sintesi di ATP, la molecola che serve da riserva di energia. Era già noto che se la concentrazione di fotoni è eccessiva entra in funzione un meccanismo di dissipazione e dunque di salvaguardia. [...] Ora Ute Armbruster e colleghi hanno scoperto che a questo meccanismo se ne sovrappone un altro, centrato su una molecola chiamata KEA3 (K+ efflux antiporter 3), in grado di velocizzare straordinariamente il passaggio del fotosistema dalla modalità di assorbimento a quella di dissipazione e viceversa. [...] http://www.lescienze.it/news/2014/11/17/news/fotosintesi_efficienza_luce_ombra-2378020/
http://www.nature.com/ncomms/2014/141113/ncomms6439/full/ncomms6439.html
Nov
la stampa.it – tuttoscienze, 14/11/2014
Un gruppo di ricercatori del Morgridge Institute for Research regenerative biology del Wisconsin, coordinati da James Thompson, è riuscito a rendere “immortali” le cellule staminali.
Gli scienziati sono riusciti a coltivare in provetta, per un tempo indefinito, delle cellule immature di un pugno di geni, facendole restare giovani e capaci di moltiplicarsi. Un risultato che è la chiave per fare nei laboratori future fabbriche di sangue e vasi sanguigni, spiega lo studio pubblicato sulla rivista Stem Cell Reports. [...]
http://www.lastampa.it/2014/11/14/scienza/trovato-come-rendere-immortali-le-cellule-staminali-rYGbSZYfqM4DV4NMoh4ftJ/pagina.html
le scienze.it – 14/11/2014
[...] È il risultato di una sperimentazione effettuata da ricercatori di Medimmune, azienda con sede a Gaithersburg, in Maryland, che hanno messo a punto un anticorpo ibrido a partire da due anticorpi monoclonali, ossia anticorpi dotati della capacità di legarsi a un “bersaglio” altamente specifico che possono essere creati con tecniche di ingegneria genetica e prodotti in notevoli quantità. In particolare, il nuovo anticorpo è stato ottenuto a partire da due distinti anticorpi monoclonali diretti contro Pseudomonas aeruginosa e ha dimostrato di essere [...]
Antonio DiGiandomenico – primo firmatario dell’ articolo pubblicato su “Science Translational Medicine” in cui è illustrata la ricerca -[...]
http://www.lescienze.it/news/2014/11/14/news/antocorpi_bispecifici_batteri_resistenza_antibiotici-2375492/
Università di Tor Vergata