Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XNov
la stampa.it – tuttoscienze, 11/11/2014
…Questo studio, condotto in Australia, risolve un mistero che durava decenni e spiega come questi tumori assicurano la propria sopravvivenza. Ma la scoperta, descritta su Cancer Cell, ha anche identificato un potenziale obiettivo di un farmaco per il trattamento dei tumori che sono noti per ospitare queste molecole, soprannominate neocromosomi. [...]
La ricerca, firmata da studiosi del Peter MacCallum Cancer Centre, del Walter ed Eliza Sala Institute of Medical Research e del Garvan Institute of Medical Research, ha mostrato la formazione di “bombe” cromosomiche spontanee e le catastrofiche “esplosioni” che portano ai neocromosomi. [...]
I ricercatori, guidati da David Thomas e Tony Papenfuss, hanno mappato i neocromosomi dei liposarcomi, usando poi modelli matematici per ricostruire la sequenza di eventi che hanno causato la loro formazione.
«Abbiamo dimostrato che il cromosoma 12 si frantuma e dai suoi resti si forma un anello di Dna in maniera casuale», spiega Papenfuss. Un anello che cresce fino a diventare il gigantesco “Dna Frankenstein”. …
http://www.lastampa.it/2014/11/11/scienza/risolto-il-mistero-del-dna-frankenstein-alleato-dei-tumori-APeHtRrR0yIhnYktTakwoJ/pagina.html
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1535610814004176
Nov
la stampa 10/11/2014 – tuttoscienze
Il cervello ha neuroni dedicati a ciascuna delle cinque categorie del gusto: salato, amaro, acido, dolce e “umami”, che indica il sapore di glutammato, particolarmente presente in cibi come la carne, il formaggio ed altri alimenti ricchi di proteine.
È quanto emerge da una ricerca della Columbia University, negli Usa, pubblicata sulla rivista Nature, che secondo gli studiosi potrebbe risultare particolarmente utile per contribuire a limitare la perdita del gusto negli anziani. http://www.lastampa.it/2014/11/10/scienza/nel-cervello-neuroni-specializzati-per-ogni-gusto-rrfXi2J6GUCZgCo0rrz41K/pagina.html
http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/full/nature13873.html
Nov
le scienze, 7 nov. 2014
La percentuale di massa grassa che caratterizza la nostra costituzione corporea è determinata in buona parte dal patrimonio genetico attraverso la creazione di un ambiente intestinale che favorisce la proliferazione di alcuni ceppi batterici piuttosto che altri. E dato che la flora batterica intestinale controlla l’assorbimento e la metabolizzazione degli alimenti, i nostri geni determinano quindi – in modo indiretto – se saremo tendenzialmente più grassi o più magri. La correlazione è stata dimostrata da uno studio condotto da biologi genetisti della Cornell University a Ithaca, negli Stati Uniti, che firmano un articolo su “Cell”. http://www.lescienze.it/news/2014/11/07/news/batteri_intestinali_ereditabili_patrimonio_genetico_grasso-2365783/
http://www.cell.com/cell/abstract/S0092-8674(14)01241-0
Nov
I neuroni sono sempre “connessi” ad altri neuroni formando delle vere e proprie reti di forza variabile con il progredire dell’età
la stampa – tuttoscienze, 4/11/2014
Il cervello come i social network: analizzando le reti neurali allo stesso modo di quelle social i ricercatori guidati da Micaela Chan dell’Università del Texas a Dallas hanno individuato i punti deboli della rete di neuroni responsabile della memoria. La scoperta è stata pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas). «Le reti cerebrali – ha spiegato Gagan Wig, uno degli autori del lavoro – consistono in gruppi di nodi altamente interattivi, non molto diversi dai social network». [...] Sfruttando questa analogia, i ricercatori hanno scoperto un legame tra come si strutturano queste reti e la memoria di lungo periodo. http://www.lastampa.it/2014/11/04/scienza/il-cervello-analizzato-come-le-reti-dei-social-network-Gg4sfPPK0JyVvDynvYgrRM/pagina.html
http://www.pnas.org/content/early/2014/10/31/1415122111.abstract?sid=cbc40092-da4e-4949-8b9d-33a9f3dfe69f
Università di Tor Vergata