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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XNov
le scienze, 7 nov. 2014
La percentuale di massa grassa che caratterizza la nostra costituzione corporea è determinata in buona parte dal patrimonio genetico attraverso la creazione di un ambiente intestinale che favorisce la proliferazione di alcuni ceppi batterici piuttosto che altri. E dato che la flora batterica intestinale controlla l’assorbimento e la metabolizzazione degli alimenti, i nostri geni determinano quindi – in modo indiretto – se saremo tendenzialmente più grassi o più magri. La correlazione è stata dimostrata da uno studio condotto da biologi genetisti della Cornell University a Ithaca, negli Stati Uniti, che firmano un articolo su “Cell”. http://www.lescienze.it/news/2014/11/07/news/batteri_intestinali_ereditabili_patrimonio_genetico_grasso-2365783/
http://www.cell.com/cell/abstract/S0092-8674(14)01241-0
Nov
I neuroni sono sempre “connessi” ad altri neuroni formando delle vere e proprie reti di forza variabile con il progredire dell’età
la stampa – tuttoscienze, 4/11/2014
Il cervello come i social network: analizzando le reti neurali allo stesso modo di quelle social i ricercatori guidati da Micaela Chan dell’Università del Texas a Dallas hanno individuato i punti deboli della rete di neuroni responsabile della memoria. La scoperta è stata pubblicata sulla rivista dell’Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (Pnas). «Le reti cerebrali – ha spiegato Gagan Wig, uno degli autori del lavoro – consistono in gruppi di nodi altamente interattivi, non molto diversi dai social network». [...] Sfruttando questa analogia, i ricercatori hanno scoperto un legame tra come si strutturano queste reti e la memoria di lungo periodo. http://www.lastampa.it/2014/11/04/scienza/il-cervello-analizzato-come-le-reti-dei-social-network-Gg4sfPPK0JyVvDynvYgrRM/pagina.html
http://www.pnas.org/content/early/2014/10/31/1415122111.abstract?sid=cbc40092-da4e-4949-8b9d-33a9f3dfe69f
Nov
radiotrescienza – 4/11/2014, in onda ore 11.30-12.00
Satelliti per monitorare dallo spazio la salute degli oceani, le variazioni di temperatura e l’innalzamento del livello medio. Ma anche fumarole che provocano l’acidificazione dei mari, che in futuro potrebbe verificarsi su scala globale. Ecco due strade insolite per capire come stanno le nostre acque. Al tema è dedicato uno degli interventi di Futuro Remoto, la manifestazione organizzata dalla Città della Scienza di Napoli, di cui saranno protagonisti Jerome Benveniste, oceanografo spaziale dell’Agenzia spaziale europea, e Vincenzo Saggiomo, direttore della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli.
riascoltabile: http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-1b475b50-f04b-4cd6-9e11-3f608937a188.html
L’esperimento a Harvard: si generano cellule Beta-pancreatiche per l’insulina
la stampa.it – tuttoscienze 30/10/2014, g. milano
Douglas Melton, che dirige l’«Harvard Stem Cell Institute», laboratorio nato all’interno del celebre campus di Cambridge, negli Usa. [...] ha pubblicato in questi giorni, sulla rivista «Cell»,
[...] , un articolo in cui spiega come sia riuscito a indurre in alcune cellule staminali umane la capacità di diventare cellule Beta-pancreatiche, [...] In Italia le persone con diabete di tipo 1 sono 300 mila e l’incidenza a livello mondiale di questa malattia, che colpisce di solito prima dei 20 anni e più frequentemente durante la pubertà, si aggira attorno al 3%.
Lo studioso racconta su «Cell» di essere riuscito a fare produrre insulina a staminali umane che, trapiantate in topi diabetici, hanno reagito al glucosio, producendo insulina, come fanno le cellule Beta del pancreas. «La tecnica è riproducibile, ma complessa», ammette Melton. Le staminali … http://www.lastampa.it/2014/10/31/scienza/tuttoscienze/dal-sogno-di-salvare-i-figli-diabetici-una-rivoluzione-con-le-staminali-fi583G9bFCcuTbek9m1NoM/pagina.html
http://www.cell.com/cell/abstract/S0092-8674(14)01177-5
Università di Tor Vergata