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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XSep
la stampa.it – 9/9/2014,
Ricercatori del Sanford-Burnham Medical Research Institute (Usa) hanno sviluppato una nuova tecnica per promuovere la riparazione e la “rinascita” dei tessuti muscolari danneggiati. La metodica consente anche di creare la riserva di cellule staminali necessaria per supportare i vari cicli di riparazione del muscolo.
Lo studio, pubblicato su Nature Medicine, rappresenta un approccio promettente per trattare i milioni di persone che nel mondo soffrono di malattie muscolari, comprese le distrofie e le atrofie. [...]
«Il nostro studio ha rilevato che utilizzando un inibitore della proteina Stat3 potremmo alternativamente ricostituire la riserva di cellule satelliti e promuovere la loro differenziazione in fibre muscolari», assicura Alessandra Sacco, una delle autrici dello studio. http://www.lastampa.it/2014/09/09/scienza/staminali-scoperta-la-chiave-per-creare-nuovi-muscoli-JHhXrec3yac0dtjUprZatK/pagina.html
le scienze.it – 8/9/2014
È in grado di muoversi e cambiare forma in modo autonomo il modello di cellula artificiale descritto in un articolo sulla rivista “Science” e realizzato da una collaborazione internazionale guidata da Andreas Bausch della Technische Universität di Monaco (TUM), a cui partecipa la Scuola internazionale superiore di studi avanzati di Trieste (SISSA).
La cellula artificiale è uno degli obiettivi più ambiziosi della biologia sintetica. Riuscire a sintetizzarne una con le conoscenze e le tecniche attuali è assolutamente fuori dalla portata dei ricercatori, ed è per questo che si cerca di di produrre sistemi biologici che imitano le prime cellule comparse sulla Terra primordiale, costituite solo da qualche molecola inglobata in una membrana.
http://www.lescienze.it/news/2014/09/08/news/modello_cellula_artificiale_primordiale-2275965/
http://www.sciencemag.org/content/345/6201/1135
new york times – 8/9/2014, JAMES GORMAN
A study found that though an elite 20 percent of foragers did half of a hive’s foraging, once they were removed, other bees increased their activity.
The honeybee hive would not seem to be the place to look for individuality, flexibility in job duties and social mobility. But by using new techniques for analyzing bee behavior, researchers at the University of Illinois at Urbana-Champaign, recently found that the life of a bee is less rigidly determined than had been thought.[...] Gene E. Robinson, the director of the Institute for Genomic Biology at the university, said he and other researchers set out to look at the behavior of bees in a new way partly because of “an increasing appreciation of the role of the individual in social insects.” [...] The results, which the team of scientists reported in the September issue of Animal Behaviour, showed first that there was an elite group among the foraging bees.[...]
http://www.nytimes.com/2014/09/09/science/no-glass-ceiling-for-worker-bees.html?ref=science
Sep
la repubblica.it- 5/9/2014
SCLEROSI multipla e lupus eritematoso sistemico, sono due malattie autoimmuni provocate cioè da un’alterazione del sistema immunitario. Ora gli scienziati hanno trovato l’interruttore molecolare per “spegnere” questo tipo di malattie e trasformare le cellule “anarchiche” in angeli custodi. A farlo sono stati ricercatori britannici dell’Università di Bristol il cui studio, pubblicato su Nature Communication, apre la strada a un nuovo tipo di immunoterapia contro queste patologie. Ispirandosi ai successi ottenuti nella lotta contro alcune forme di allergie, una tecnica nota come desensibilizzazione allergica, i ricercatori hanno scoperto un metodo per “educare” le cellule “anarchiche” del sistema immunitario utilizzando frammenti di proteine. [...]
Università di Tor Vergata