Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XJan
Il Corriere.it – 21/1/2014, cesare peccarisi
Ma le cose cambiano per le donne: quelle che bevono moderatamente stanno meglio di quelle che non bevono affatto
Sei un maschio con almeno 44 anni e non più di 69? Quanti alcolici, birre o bicchieri di vino bevi alla settimana? Secondo uno studio condotto per 12 anni su oltre 7mila persone (5.054 uomini e 2.099 donne) dai ricercatori delle Università di Londra e di Parigi e appena pubblicato sulla rivista Neurology, se il tuo consumo di alcol supera i 36 grammi al giorno, cioè se non sai rinunciare al tuo “cicchetto” quotidiano e spesso vai anche oltre, in 10 anni acceleri di 2,4 anni il normale declino cognitivo da invecchiamento, di 5,7 quello della memoria e di 1,5 quello delle cosiddette funzioni esecutive, quelle che usiamo in compiti complessi dove è implicato un processo decisionale (il cosiddetto decision making). La somma di questi effetti porta a un’accelerazione media del deficit cognitivo globale di 9,6 anni cosicché, se hai alzato a lungo il gomito, nel gennaio 2024 per il tuo cervello sarà già il giugno del 2033. http://www.corriere.it/salute/nutrizione/14_gennaio_21/per-bicchiere-alcol-perdi-quasi-10-anni-cervello-ma-il-pesce-ne-recuperi-paio-3314bd76-8277-11e3-9102-882f8e7f5a8c.shtml
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Il fatto alimentare.it – 16 gennaio 2014, beniamino bonardi
Danni alimentari e finanziari dovuti alla morìa di api: sono queste le conseguenze della politica europea sui biocombustibili e della mancata protezione degli habitat. In Europa ci sono solo due terzi delle colonie di api che sarebbero necessarie per impollinare adeguatamente le coltivazioni: ne occorrerebbero 13,4 milioni in più, pari a circa sette milioni di api. [...] Secondo uno studio dell’Università britannica di Reading, pubblicato dalla rivista PLoS One, la carenza di api riguarda più della metà dei 41 paesi europei presi in considerazione, tra cui Italia, Francia, Germania. Molto critica la situazione in Gran Bretagna, ad esempio, dove c’è solo un quarto delle api che sarebbero necessarie per impollinare le coltivazioni. http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0082996
http://www.ilfattoalimentare.it/danni-api-biocombustibile.html
Il Corriere della Sera.it – 20/1/2014, elisabetta curzel
Il Paese arcobaleno: Italia ricca di diversità genetica
Esaminate 57 minoranze linguistiche: a pochi km di distanza patrimonio genetico più vario che tra i poli opposti del continente
Se l’identità genetica di una popolazione fosse un colore, la mappa dell’Italia sembrerebbe a un caleidoscopio. È questo il risultato di uno studio coordinato dall’Università La Sapienza di Roma (http://www.isita-org.com/jass/Contents/2014vol92/Capocasa/Capocasa.pdf ) , condotto assieme agli atenei di Pisa, Bologna e Cagliari, che per la prima volta ha preso in esame 57 minoranze linguistiche, sparse sull’intera penisola, per verificarne la biodiversità.[...] spiega l’antropologo Giovanni Destro Bisol, coordinatore della ricerca: «… esiste in Italia una grande biodiversità. Sinora, però, le varie popolazioni italiane [...] erano state oggetto di studi singoli, sporadici e non confrontabili. Noi abbiamo voluto verificare se alla ricchezza linguistica di queste comunità corrisponde una diversità a livello genetico». http://www.corriere.it/scienze/14_gennaio_19/paese-arcobaleno-italia-ricca-diversita-genetica-bf158fe4-8119-11e3-a1c3-05b99f5e9b32.shtml
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La Stampa.it – 20/1/2014
La scoperta ci potrebbe fornire un nuovo approccio per la prevenzione e il trattamento della malattia
I ricercatori della Cleveland Clinic (Usa) hanno identificato una proteina del cervello che svolge un ruolo chiave nella perdita di memoria che si osserva nella malattia di Alzheimer. Lo studio è pubblicato su Nature Neuroscience. La proteina identificata, neuroligina-1 (Nlgn1), è nota per avere un ruolo nella formazione della memoria. Ma questa è la prima volta che la sua azione è stata associata alla perdita di memoria che si verifica nell’amiloidosi [...]
Università di Tor Vergata