Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XApr
le scienze.it – 31/4/2017
Le analisi condotte su un nuovo gruppo di cianobatteri non fotosintetici, i Sericytochromatia, indicano che la capacità di produrre ossigeno con la fotosintesi fu acquisita probabilmente grazie a un meccanismo di trasferimento di materiale genetico tra cellule, rendendo così possibile il grande evento di ossidazione avvenuto circa 2,4 miliardi di anni fa, che favorì lo sviluppo di forme di vita complesse.
Un nuovo articolo pubblicato su “Science” da Rochelle Soo, dell’Università del Queensland a St. Lucia, in Australia, e colleghi, dimostra ora che i cianobatteri acquisirono la capacità di svolgere la fotosintesi per trasferimento genico orizzontale, un meccanismo ben noto tra i batteri e diffuso anche in alcune specie di vegetali, che consiste nell’acquisizione di materiale genetico estraneo secondo meccanismi diversi da quelli legati alla replicazione cellulare. … http://www.lescienze.it/news/2017/03/31/news/origine_cianobatteri_fotosintesi_ossigenica-3477243/
http://science.sciencemag.org/content/355/6332/1436
Apr
la stampa.it – 3/4/2017, f. di todaro
Un gruppo di ricercatori italiani – Università Campus Bio-Medico, Centro Nazionale delle Ricerche e Fondazione Irccs Santa Lucia – ha aggiunto un altro tassello al percorso di disvelamento dei meccanismi fisiopatologici alla base della malattia. La scoperta è stata pubblicata sulla rivista «Nature Communications». Coordinati da Marcello D’Amelio, docente di fisiologia umana e neurofisiologia al Campus Bio-Medico, i ricercatori hanno scoperto il via alla perdita neuronale non avverrebbe nell’ippocampo, base di stoccaggio delle informazioni nel nostro cervello, ma nell’area tegmentale ventrale: una porzione del mesencefalo coinvolta nei meccanismi di regolazione del tono dell’umore. Il legame con l’ippocampo, comunque, esiste. Ed è determinato dalla stessa dopamina. Il neurotrasmettitore, sintetizzato nell’area tegmentale ventrale, viaggia infatti verso l’ippocampo. Nel momento in cui la sorgente è danneggiata, il mediatore risulta però insufficiente, se non del tutto assente. Da qui il danno alla memoria, provocato dal deficit che si determina a livello dell’ipotalamo. http://www.lastampa.it/2017/04/03/scienza/benessere/alzheimer-ricercatori-italiani-scoprono-i-meccanismi-allorigine-della-malattia YNWwJq63MaHsjBZHcZb6cJ/pagina.html
http://www.nature.com/articles/ncomms14727
la repubblica.it: http://www.repubblica.it/salute/ricerca/2017/04/03/news/alzheimer_ecco_i_meccanismi_all_origine_della_malattia-162080789/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P5-S1.8-T1
Mar
la stampa.it – 29/3/2017, n. panciera
Secondo gli autori del lavoro, apparso sul Journal of Diabetes Research, l’irisina può spiegare gli effetti positivi dell’esercizio sul metabolismo dell’organismo, in altre parole perché una giusta quantità di movimento allontana il rischio di diabete mellito, obesità e sindrome metabolica. Lo studio, tutto italiano, è stato condotto in collaborazione con il Policlinico San Donato IRCCS di Milano, l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi. … http://www.lastampa.it/2017/03/29/scienza/benessere/ecco-la-molecola-che-trasforma-lattivit-fisica-in-salute-PpGStbFpMGyqRAIqGvJvlI/pagina.html
https://www.hindawi.com/journals/jdr/2017/1039161/
le scienze.it – 29/3/2017
Per la prima volta un gruppo di ricerca è stato in grado di studiare in vitro le interazioni dei diversi tessuti del sistema riproduttivo femminile, ricreando in provetta il ciclo mestruale umano di 28 giorni.
L’impresa è stata portata a termine da un gruppo i ricercatori della Northwestern University a Chicago e del The Charles Stark Draper Laboratory a Cambridge, in Massachusetts, che firmano un articolo su “Nature Communications”. La tecnologia messa a punto potrà fornire una piattaforma utile alla scoperta di nuovi farmaci per la terapia dei disturbi dell’apparato riproduttivo femminile e nuove strategie anticoncezionali… http://www.nature.com/articles/ncomms14584
http://www.lescienze.it/news/2017/03/29/news/imitazione_su_chip_ciclo_mestruale-3472845/
Università di Tor Vergata