Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XMar
le scienze.it – 3/3/2017
In Amazzonia c’è la foresta vergine per antonomasia? Forse no, a giudicare da una nuova ricerca pubblicata sulle pagine di “Science” da Carolina Levis e colleghi del National Institute for Amazonian Research (INPA)in Brasile, secondo cui la foresta amazzonica è disseminata di specie vegetali domesticate dalle popolazioni indigene prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo, specie che continuano a rivestire un ruolo importate nella foresta attuale. “Per molti anni, gli studi di ecologia hanno ignorato l’influenza delle popolazioni precolombiane sulle foreste che vediamo oggi”, ha sottolineato Levis. “Grazie al nostro studio, si è scoperto che un quarto delle specie domesticate dell’Amazzonia è ampiamente distribuito nel bacino e domina ampie zone di foresta; [...]
Utilizzando i dati raccolti con oltre 1000 monitoraggi della flora condotti dall’Amazon Tree Diversity Network e la mappa di più di 3000 siti archeologici di tutta l’Amazzonia, Levis e colleghi hanno confrontato la composizione della foresta a varie distanze dai siti archeologici, realizzando così la prima “fotografia” di come le popolazioni precolombiane hanno influenzato la biodiversità dell’Amazzonia.[...]
Lo studio si è focalizzato in particolare su 85 specie di alberi, tra cui alcune ben note per la loro importanza commerciale come il cacao e la noce brasiliana, che sono state domesticate dalle popolazioni amazzoniche nell’arco di migliaia di anni. …
http://science.sciencemag.org/content/355/6328/925
http://www.lescienze.it/news/2017/03/03/news/amazzonia_piante_domesticate_popolazioni_precolombiane-3445553/
Mar
la stampa.it – 3/3/2017 – tuttoscienze, f. di todaro
L’importante risultato ottenuto da un team di scienziati dell’Università di Cambridge
… Per la prima volta un gruppo di ricercatori dell’università di Cambridge – finanziato dal Wellcome Trust e dal Consiglio europeo della ricerca – è riuscito infatti a creare una struttura simile a un embrione di topo, utilizzando due tipi di cellule staminali embrionali coltivate su un «ponteggio» tridimensionale: utile a farle crescere fuori dall’utero. I ricercatori hanno assemblato cellule staminali tradizionali modificate (ma non è chiaro con quale sistema) e cellule del trofoblasto (precursore della placenta) per ricreare e guidare le primissime fasi dello sviluppo dell’embrione. L’insieme ha iniziato ad assemblarsi e a crescere, con un’architettura descritta come molto vicina a quella dell’embrione naturale. «Abbiamo notato che sia le cellule embrionali sia quelle extraembrionali hanno iniziato a comunicare tra loro e si sono organizzate in una struttura simile, anche nei comportamenti, a un embrione», afferma Magdalena Zernicka-Goetz, ricercatrice del dipartimento di fisiologia, sviluppo e neuroscienze, che ha guidato la ricerca. …
http://www.lastampa.it/2017/03/03/scienza/creato-il-primo-embrione-artificiale-dalle-cellule-staminali-di-un-topo-OOkcQA1HWSI7T6wW7wNwfM/pagina.html
http://science.sciencemag.org/content/early/2017/03/01/science.aal1810
le scienze.it – 1/3/2017
La capacità di alcune proteine – come quelle prioniche – di ripiegarsi in modo anomalo può contribuire a spiegare la nascita della vita sulla Terra. Lo sostiene un gruppo di ricercatori della Emory University e del Georgia Institute of Technology di Atlanta, che illustrano il loro lavoro in due articoli pubblicati su “Nature Chemistry”. [...] Le condizioni fisiche e chimiche in cui ciò può avvenire sono illustrate nel primo articolo. L’aspetto più interessante, spiega Lynn è però che “questi polimeri proteici possono piegarsi in una serie apparentemente infinita di forme che [...]
Nel secondo articolo i ricercatori illustrano come hanno progettato un complesso di peptidi che si aggregano in polimeri proteici capaci di autoreplicarsi subendo alterazioni nel tipo di ripiegamento in base alle particolari condizioni ambientali in cui si trovano. [...] Se verranno confermate, queste nuove conoscenze potrebbero inoltre aiutare a comprendere meglio i meccanismi di molte malattie neurodegenerative, ma anche aprire nuove prospettive di sviluppo alla biologia sintetica. http://www.lescienze.it/news/2017/03/01/news/ripiegamento_proteine_prioni_malattie_origine_vita-3440640/
http://www.nature.com/nchem/journal/vaop/ncurrent/full/nchem.2737.html
http://www.nature.com/articles/nchem.2738.epdf?referrer_access_token=q1KDUaUtLQhzOuXnNaqlxdRgN0jAjWel9jnR3ZoTv0PvT-Me-RRgGACQHb2BfJ-ETJ81lo4hhiibaJeHIvUTxFYifjFdh5nM7UcSUQ767vWF9VO296gmBeDaqFPfD8rVcpT2roEJYB80rAFqUakz7_OSG5ybeuXVFZ800ombtRRUW4mVRt0yhCLYRdC6Qh_g3YeXhTbHaCKCXTrtFRV1sC9dYNU6hNPKTzgvztEQMPILQB_9xyM_kkRsZwo7CMXQedfxqlBwyfeOhqrfWOkfHTFOXMbrGAwMvyYNSWnsq_g%3D&tracking_referrer=www.lescienze.it
Università di Tor Vergata