Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
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27/10/2014- le scienze
Sono i dendriti, le ramificazioni minori dei neuroni, a determinare quale esperienza debba essere ricordata e quale no. È quanto emerge da una nuova ricerca sperimentale condotta da Daniel A. Dombeck e Mark E. J. Sheffield della Northwestern University a Evanston nell’Illinois, i cui risultati sono riportati sulla rivista “Nature”. http://www.nature.com/nature/journal/vaop/ncurrent/abs/nature13871.html
http://www.lescienze.it/news/2014/10/27/news/dendriti_neuroni_cellule_luogo_memoria-2348727/
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le scienze- 24/10/2014
Una comunità di felci mantiene un ottimo equilibrio di maschi e femmine con un complesso sistema di comunicazione chimica che coinvolge l’ormone gibberellina: è questo è questo il risultato pubblicato sulla rivista “Science” da Junmu Tanaka e colleghi dell’Università di Nagoya, in Giappone. http://www.sciencemag.org/content/346/6208/469
[...] come fa la spora a “scegliere” il suo destino sessuale? Tutto dipende da un sistema di comunicazione mediato da segnali di tipo chimico chiamati anteridiogeni. In quest’ultimo studio, Tanaka e colleghi mostrano che nella felce rampicante giapponese Lygodium japonicum un ormone anteridiogeno denominato gibberellina svolge un compito ben più complesso della sola segnalazione chimica, promuovendo lo sviluppo degli organi maschili. http://www.lescienze.it/news/2014/10/24/news/felci_segnalazione_interindividuale_determinazione_sesso-2347657/
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le scienze.it – 22/10/2014
I primi incroci tra Neanderthal e umani anatomicamente moderni risalgono ad almeno 50.000-60.000 anni fa, nel corso della prima espansione dei nostri diretti antenati verso l’Asia e verso l’Europa, espansione che in seguito a questa scoperta andrebbe retrodatata di circa 20.000 anni rispetto a quanto ritenuto finora. E’ questo uno dei principali risultati dell’analisi genetica di campioni prelevati dal femore di un uomo vissuto circa 45.000 anni fa, quasi agli inizi del Paleolitico superiore, nelle pianure della Siberia occidentale.
Lo studio, pubblicato su “Nature”, è di un gruppo di ricercatori dell’Accademia cinese delle scienze e del Max-Planck-Institut a Lipsia, che – in collaborazione con altri centri di ricerca – hanno datato il reperto fossile con la tecnica del radiocarbonio per poi procedere a un’altra serie di analisi chimiche e genetiche. Il femore era venuto alla luce nel 2009 nel sito di Ust’-Ishim, lungo le rive del fiume Irtysh, uno dei più importanti affluenti dell’Ob’. http://www.lescienze.it/news/2014/10/22/news/incrocio_uomo_moderno_neanderthal_60_000_anni_fa-2341191/
http://www.nature.com/nature/journal/v514/n7523/full/nature13810.html
(foto Cortesia Bence Viola, MPI EVA – a le scienze)
Università di Tor Vergata