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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
X
le scienze.it – 19/9/2014
Sono almeno tre le popolazioni ancestrali da cui hanno origine gli europei moderni, ma il quadro potrebbe essere addirittura più intricato, come emerge da analisi genetiche effettuate da gruppo internazionale di ricerca. Secondo i risultati pubblicati su “Nature”, l’ipotesi più accreditata dell’origine degli europei – secondo cui gli attuali abitanti del Vecchio Continente deriverebbero dal mescolamento dei primi agricoltori provenienti dal Vicino oriente con gruppi preesistenti di cacciatori-raccoglitori – va sostituita con uno scenario che contempla migrazioni più grandi e complesse. In particolare, i dati ottenuti dagli scienziati indicano che al patrimonio genetico degli europei attuali ha concorso anche un gruppo etnico originario delle steppe dell’Eurasia settentrionale che arrivò in Europa qualche tempo dopo l’introduzione dell’agricoltura. A questo gruppo originario delle steppe appartenevano anche gli antenati dei nativi americani. Per quanto sorprendente, è uno scenario con una conferma statistica molto solida, ha sottolineato David H. Reich della Harvard Medical School e coordinatore della ricerca insieme a Johannes Krause, dell’Università di Tübingen e a Svante Pääbo, del Max-Planck Institut per l’antropologia evoluzionistica a Lipsia [...][...] http://www.lescienze.it/news/2014/09/18/news/origine_popoli_europei_mescolanza_eurasiatici_nativi_americani-2294327/
http://www.nature.com/nature/journal/v513/n7518/full/nature13673.html
le scienze.it, 16/9/2014
La capacità del fitoplancton di adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente marino causati dal riscaldamento globale è superiore al previsto. L’elevata flessibilità evolutiva di questi organismi è stata dimostrata da un gruppo di biologi del centro di ricerche oceanografiche GEOMAR, emanazione della Helmholtz Gesellschaft, che firmano un articolo su “Nature Climate Change” [...]
http://www.nature.com/nclimate/journal/vaop/ncurrent/full/nclimate2379.html
http://www.lescienze.it/news/2014/09/16/news/evoluzione_plancton_cambiamento_clima_ciclo_carbonio-2288701/
Sep
la stampa.ti, tuttoscienze 17/9/2014
umberto veronesi – ISTITUTO EUROPEO DI ONCOLOGIA
Diventa fondamentale ridurre il consumo mondiale di carne
La distribuzione del cibo sul nostro Pianeta non è compatibile con un mondo popolato da esseri evoluti ed intelligenti. Questo è il messaggio della 10ma Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza, che ha come titolo «The Eradication of Hunger – Per un mondo senza fame» ed è in programma a Venezia dal 18 al 20 settembre. E’ un tema che il nostro programma non poteva ignorare, perché senza un riequilibrio delle risorse alimentari non c’è futuro, non solo per chi soffre la fame, ma per tutti noi.
La popolazione mondiale attualmente è divisa in circa un miliardo di persone che muoiono di fame e soffrono di denutrizione, da un lato, e 2 miliardi che si ammalano e muoiono per eccesso di cibo – sprecandone una quota considerevole – dall’altro. Nei prossimi anni la situazione peggiorerà [...]
Lo scenario è da apocalisse: aumentano le persone, aumentano gli animali, mentre cibo e acqua scarseggiano. Bisogna, quindi, agire subito, affrontando il tema del cibo in modo nuovo, tema che riguarda contemporaneamente e sinergicamente gli ambiti della tecnologia, della genetica, dell’ambiente, della medicina e dell’economia. [...] http://www.lastampa.it/2014/09/17/scienza/tuttoscienze/la-doppia-apocalisse-c-chi-muore-di-fame-e-chi-di-troppo-cibo-0Nf5LtWtUsJnV4n6M5pLzJ/pagina.html
Sep
la stampa.it – tuttoscienze, 17/9/2014
Carne nel mirino, quella più “magra” aumenta il rischio del 24%
uno studio svedese condotto su quasi 27 mila persone “riabilita” i formaggi e i latticini ad alto contenuto di grassi, collegandoli a un rischio di sviluppare diabete ridotto del 23% in chi ne consuma di più rispetto a chi li limita drasticamente nel suo menù.
La nuova ricerca, presentata a Vienna in occasione del meeting annuale dell’Associazione europea per lo studio del diabete (Easd), è stata condotta da Ulrika Ericson e colleghi del Lund University Diabetes Center di Malmö (Svezia).
I grassi alimentari, spiegano gli scienziati, possono influenzare il metabolismo del glucosio e la sensibilità all’insulina e possono avere un ruolo cruciale nello sviluppo del diabete di tipo 2. E diversi studi epidemiologici suggeriscono che un elevato apporto di latticini può avere un effetto protettivo. [...] Gli scienziati puntano invece il dito contro la carne e i suoi derivati: dallo studio emerge che un elevato consumo è associato, indipendentemente dal contenuto di grassi, a un aumento del rischio. Ma questo incremento risulta a sorpresa più significativo per le carni a basso contenuto di grasso (+24%) rispetto a quelle più ”grasse” (+9%). http://www.lastampa.it/2014/09/17/scienza/la-scienza-promuove-i-grassi-del-formaggio-proteggono-dal-diabete-DmqhDfi8BhGEvrood4mHoI/pagina.html
Università di Tor Vergata