Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XSep
la stampa.ti, tuttoscienze 17/9/2014
umberto veronesi – ISTITUTO EUROPEO DI ONCOLOGIA
Diventa fondamentale ridurre il consumo mondiale di carne
La distribuzione del cibo sul nostro Pianeta non è compatibile con un mondo popolato da esseri evoluti ed intelligenti. Questo è il messaggio della 10ma Conferenza Mondiale sul Futuro della Scienza, che ha come titolo «The Eradication of Hunger – Per un mondo senza fame» ed è in programma a Venezia dal 18 al 20 settembre. E’ un tema che il nostro programma non poteva ignorare, perché senza un riequilibrio delle risorse alimentari non c’è futuro, non solo per chi soffre la fame, ma per tutti noi.
La popolazione mondiale attualmente è divisa in circa un miliardo di persone che muoiono di fame e soffrono di denutrizione, da un lato, e 2 miliardi che si ammalano e muoiono per eccesso di cibo – sprecandone una quota considerevole – dall’altro. Nei prossimi anni la situazione peggiorerà [...]
Lo scenario è da apocalisse: aumentano le persone, aumentano gli animali, mentre cibo e acqua scarseggiano. Bisogna, quindi, agire subito, affrontando il tema del cibo in modo nuovo, tema che riguarda contemporaneamente e sinergicamente gli ambiti della tecnologia, della genetica, dell’ambiente, della medicina e dell’economia. [...] http://www.lastampa.it/2014/09/17/scienza/tuttoscienze/la-doppia-apocalisse-c-chi-muore-di-fame-e-chi-di-troppo-cibo-0Nf5LtWtUsJnV4n6M5pLzJ/pagina.html
Sep
la stampa.it – tuttoscienze, 17/9/2014
Carne nel mirino, quella più “magra” aumenta il rischio del 24%
uno studio svedese condotto su quasi 27 mila persone “riabilita” i formaggi e i latticini ad alto contenuto di grassi, collegandoli a un rischio di sviluppare diabete ridotto del 23% in chi ne consuma di più rispetto a chi li limita drasticamente nel suo menù.
La nuova ricerca, presentata a Vienna in occasione del meeting annuale dell’Associazione europea per lo studio del diabete (Easd), è stata condotta da Ulrika Ericson e colleghi del Lund University Diabetes Center di Malmö (Svezia).
I grassi alimentari, spiegano gli scienziati, possono influenzare il metabolismo del glucosio e la sensibilità all’insulina e possono avere un ruolo cruciale nello sviluppo del diabete di tipo 2. E diversi studi epidemiologici suggeriscono che un elevato apporto di latticini può avere un effetto protettivo. [...] Gli scienziati puntano invece il dito contro la carne e i suoi derivati: dallo studio emerge che un elevato consumo è associato, indipendentemente dal contenuto di grassi, a un aumento del rischio. Ma questo incremento risulta a sorpresa più significativo per le carni a basso contenuto di grasso (+24%) rispetto a quelle più ”grasse” (+9%). http://www.lastampa.it/2014/09/17/scienza/la-scienza-promuove-i-grassi-del-formaggio-proteggono-dal-diabete-DmqhDfi8BhGEvrood4mHoI/pagina.html
Sep
the new york times.it, 15/9/2014 – CARINA STORRS
When Harsh Bais grows rice plants in trays of water in his greenhouse at the University of Delaware, he can easily spot the ones that have been exposed to arsenic: They are stunted (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23771154) , with shorter stems and shrunken, yellow-tinged leaves.
Dr. Bais is working to develop rice plants that take up less arsenic, a common contaminant in the fields of his native India and other Asian countries. Chronic exposure to arsenic has been linked to heart disease, diabetes and genetic damage associated with elevated risk for cancer.
But instead of trying to breed new strains of rice or alter its DNA, he and other scientists have set out in a surprising new direction. They are looking at the vast and untapped microbial community that lives near the rice’s roots (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23790204 )
These bacteria are the botanic equivalent of the human microbiome — the trillions of organisms that live in our guts, many performing beneficial tasks like digesting food and fighting off infection. [...] http://www.nytimes.com/2014/09/16/science/going-inside-the-rice-microbiome.html?ref=science&_r=0
Sep
le scienze.it – 15/9/2014
Per quale motivo alcuni anziani con placche amiloidi, uno dei principali segni organici della malattia di Alzheimer, mantengono una funzionalità cognitiva normale, mentre altri sviluppano una forma di demenza?
Lo hanno scoperto Jeremy A Elman del Lawerence Berkeley National Laboratory a Berkeley, in California e colleghi di altri istituti statunitensi: le scansioni di risonanza magnetica funzionale, la tecnica di imaging che permette di evidenziare le aree cerebrali che si attivano mentre un soggetto effettua determinati compiti, mostrano che il cervello è in grado di aggirare l’ostacolo delle placche, purché possa contare su un sufficiente livello di plasticità.
Lo studio, pubblicato su “Nature Neuroscience” [...] http://www.nature.com/neuro/journal/vaop/ncurrent/full/nn.3806.html
http://www.lescienze.it/news/2014/09/15/news/cervello_aggira_placche_amiloidi-2286976/
Università di Tor Vergata