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image-8262 Pubblicato su Nature Biotechnology uno studio sui sensori a nanoporo che potranno permettere di analizzare le proteine di cellule e tessuti. Un fenomeno nanofluidico è stato usato per estendere tecnologie di sequenziamento a nanoporo utilizzate per il DNA al mondo delle proteine. I sensori a nanoporo sono alla base di dispositivi portatili per sequenziare il DNA e hanno permesso notevoli sviluppi nel sequenziamento di tutto il materiale genico, come ad esempio nella mappa del primo Pangenoma. Ora la prossima sfida è l’analisi delle proteine. Un drastico aumento di complessità e potenzialità: dal momento che le proteine svolgono effettivamente le funzioni basilari di cellule, tessuti e organismi, riuscire grazie ai sensori a nanoporo a studiare le loro sequenze e le loro alterazioni che sono spesso associate a fenomeni di regolazione e di insorgenza di patologie avrebbe implicazioni di vasta portata anche per la diagnosi e la cura dei pazienti. Ma le proteine sono molto più complesse del DNA. Secondo la ricerca pubblicata nell’ultimo numero di Nature Biotechnology, che vede come autori due ricercatori dell’università di Roma Tor Vergata Mauro Chinappi del dipartimento di Ingegneria Industriale e Blasco Morozzo della Rocca del dipartimento di Biologia, sarebbe possibile utilizzare i sensori a nanoporo per analizzare anche le proteine. Uno dei problemi principali che hanno affrontato gli scienziati è che, a differenza del DNA (carico negativamente), le proteine non hanno una carica elettrica uniforme e quindi non è possibile usare efficacemente un campo elettrico esterno per controllare il loro movimento nel nanoporo. La ricerca, svolta in collaborazione con il gruppo di ricerca guidato da Giovanni Maglia dell’università di Groningen in Olanda, ha mostrato come ingegnerizzando un nanoporo biologico chiamato CytK (tossina secreta dal batterio Bacillus Cereus), sia possibile catturare proteine grazie a un meccanismo noto come flusso elettro-osmotico. In particolare, la superficie interna di CytK può essere alterata aggiungendo cariche negative. Queste cariche superficiali danno luogo a un forte accumulo di ioni positivi all’interno del poro che, sotto l’azione di un campo elettrico esterno, risultano in una forza che mette in moto il fluido. Lo studio ha dimostrato che è possibile ottenere un flusso elettro-osmotico così intenso da permettere la cattura e il trasporto di proteine attraverso il poro, indipendentemente dalla loro carica. Un tassello importante per lo sviluppo di sensori a nanoporo per proteine. A cura dell'Ufficio Stampa di Ateneo.
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BANDO CONTO-TERZI AFFIDAMENTO
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380279537_282570464531757_4856155250376338651_n Il Dipartimento di Biologia dell'Università degli Studi di Roma Tor Vergata è sempre più impegnato sul piano della ricerca mirata al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile nel programma dell' #Agenda2030. Pubblicati su Nature Npj Clean Water i risultati di un progetto che ha avuto come obiettivo quello di dimostrare la fattibilità del riciclo di acque reflue derivanti da lavastoviglie, per un riutilizzo come irrigazione e fertilizzazione di piante alimentari in un giardino verticale indoor, tramite un sistema chiamato Zero Mile. https://www.nature.com/articles/s41545-023-00280-8.pdf
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Qualche giorno fa è scomparso il prof Pier Lorenzo Marchiafava ordinario di Fisiologia Umana prima e poi di Biofisica presso l’Università di Pisa. Il Prof. Marchiafava era un uomo di grande cultura, tra i suoi interessi più grandi c'era la botanica. Aveva una passione per le gimnosperme esotiche che aveva avuto modo di conoscere nelle sue lunghe permanenze di studio all'estero.  Ripetendo antiche consuetudini, il Prof. Marchiafava  ha tentato con  successo di ambientare nel nostro Paese numerose specie, curandone la nascita e la crescita per decenni. Nel 2016, ha donato al nostro Orto Botanico una collezione di 40 specie incluse in 7 generi: il più numeroso dei quali è il genere Pinus. Fra le diverse specie di pini presenti nella collezione ci sono 18 specie estremamente rare, inserite in programmi di protezione e conservazione, come il Pinus torreyana var. torreyana Kral che conta circa 3000 individui totali nel suo habitat di origine, o il pino loricato (Pinus heldreichii H. Christ), una delle più spettacolari specie europee, dichiarato Vulnerabile dall’IUCN. Quale segno di riconoscenza, dedicheremo la nostra intera collezione al Prof. Marchiafava a memoria della grande opera di introduzione e diffusione di specie esotiche rare in vari Orti Botanici. pinus copia