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Artificial muscle cross-section:
laminin (green)
Myosin (red)
Dapi (blue)Neuromuscular plaque in
artificial muscle section:
neurofilament (green)
bungarotoxin (red) -
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Lab. of Neurochemistry
Studio dei meccanismi
molecolari delle malattie
neurodegenerative -
Anemone apennina
Monti SimbruiniFoto di Letizia Zanella -
Studio delle comunità
di batterioplankton nella
Riserva Naturale Regionale
Macchiatonda -
Astrobiologia e biologia
molecolare di......cianobatteri di
ambienti estremi -
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Il Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” orienta la sua missione formativa e di ricerca su tematiche all’avanguardia degli studi sulla vita in tutti i suoi livelli di organizzazione e varietà. Le diverse aree di ricerca concorrono a sviluppare una piattaforma multidisciplinare su temi quali: i meccanismi molecolari delle malattie neurodegenerative, la regolazione dei processi di cancerogenesi; la caratterizzazione di molecole di origine vegetale ed animale; la valutazione delle comunità ecologiche e il monitoraggio ambientale.
Regolamento Dipartimento di Biologia DR 3756 del 06.12.2012
XOct
la stampa.it – 2/10/2014
E’ fatta di seta, ma è in grado di produrre ossigeno da acqua e anidride carbonica al pari di un organismo vero. La prima foglia biologica sintetica è stata creata a Londra da Julian Melchiorri, studente di ingegneria del Royal College of Art. Il progetto battezzato «Silk Leaf Project» è pensato per avere ossigeno dove manca, per esempio nei viaggi spaziali, ma potrebbe trovare impiego anche nel settore della bioarchitettura, per filtrare per l’aria esterna. Julian ha ottenuto questo avveniristico materiale incorporando dei cloroplasti vegetali in un composto di proteine della seta. http://www.lastampa.it/2014/10/02/multimedia/scienza/viva-e-respira-la-prima-foglia-biologica-sintetica-ppPbmymaD4C9dXmaUi3RaP/pagina.html
Oct
le scienze.it- 30/9/2014
Quando raccontiamo, facciamo affidamento su un’estesa rete di aree cerebrali situate in tutti e due gli emisferi, e non solo sull’emisfero sinistro, come indicato da precedenti ricerche. Molte di queste aree, inoltre, sono le stesse deputate alla comprensione del linguaggio.
Lo afferma un nuovo studio pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences” da Lauren J. Silbert e colleghi della Princeton University, che hanno utilizzato la risonanza magnetica funzionale, una tecnica che consente di visualizzare le aree cerebrali attivate in un soggetto impegnato in un certo compito, per analizzare le risposte neurali di alcuni volontari sottoposti a test linguistici.
http://www.lescienze.it/news/2014/09/30/news/narrare_ascoltare_aree_cerebrali_bilaterali-2311559/
http://www.pnas.org/content/early/2014/09/26/1323812111
le scienze.it – 26/9/2014
…una ricerca che ha analizzato due milioni di anni di variazioni nella copertura vegetale di un hotspot di biodiversità australiano
Nel mondo vegetale il principale fattore evolutivo verso la diversificazione delle specie non sarebbe la competizione per le risorse, ma un processo chiamato “filtraggio ambientale”, per il quale le specie sono “filtrate” a seconda della loro capacità di adattamento alle condizioni ambientali locali. E’ questa l’ipotesi corroborata da uno studio condotto da tre ricercatori dell’University of Western Australia a Crawley e dello Smithsonian Tropical Research Institute ad Ancon, nella repubblica di Panama, che firmano un articolo pubblicato su “Science”. http://www.sciencemag.org/content/345/6204/1602
http://www.lescienze.it/news/2014/09/26/news/biodiversit_vegetale_risorse_tipo_suolo_adattamento_filtraggio_ambientale-2307635/
Sep
la stampa.it, 22/9/2014 – g. marino
la mostra “Vegetation as a Political Agent”, al PAV [Parco Arte Vivente di Torino
http://www.parcoartevivente.it/pav/index.php?lingua_sito=1 ] fino al 2 novembre. «Si tratta di restituire una prospettiva storica al mondo vegetale, al di là del mero paradigma scientifico-naturalistico con cui siamo abituati a guardarlo», spiega il curatore Marco Scotini. Lungi dall’essere semplici elementi decorativi o inerti oggetti di studio, le piante hanno dunque una storia, anzi, fanno la storia, interagendo con gli uomini, rivelando inaspettate implicazioni economiche, politiche e sociali. [...]
Si parte idealmente dal colonialismo, nodo originario e problematico del rapporto uomo-vegetazione. All’epoca coloniale, fra il XVII e il XVIII secolo, risalgono infatti le prime estese colture seriali, anticipazione del mondo della produzione industriale e della globalizzazione. L’età dell’innocenza vegetale a quanto pare finisce lì: le piante, da neutri e silenziosi osservatori delle beghe umane, diventano strumento di potere, vero “agente politico” [...]
http://www.parcoartevivente.it/pav/index.php?id=55 , http://www.lastampa.it/2014/09/22/scienza/ambiente/green-news/dalle-piantagioni-coloniali-agli-orti-sociali-la-vegetazione-politica-in-mostra-al-pav-Rc4YlnMDysxg2PJn4ebcKJ/pagina.html
Università di Tor Vergata